Fontevivo e Varano al voto. Conferma del centrodestra o sorprese?
La posta in palio alle elezioni a Fontevivo e Varano de’ Melegari ha un’importanza che va oltre i confini comunali, per il modo in cui ci si arriva e per la domanda che aleggia: rimarranno feudi del centrodestra o ci sarà un cambio di governo e prospettive?
Domenica 25 e lunedì 26 maggio è turno di elezioni amministrative per pochi comuni. In Italia le città principali al voto sono Genova, Ravenna, Taranto e Matera.
Nel parmense sono 2 i Comuni che rinnoveranno sindaci e consigli comunali: Fontevivo e Varano de’ Melegari. Entrambi da diversi mandati sono amministrati dal centrodestra.
Anche nelle ultime elezioni, europee e regionali, i risultati hanno confermato una prevalenza del centrodestra, nella somma dei voti ricevuti dai vari partiti.
Centrodestra che dunque parte favorito, sia a Fontevivo sia a Varano. Però in un’elezione locale contano molto le persone, oltre che le proposte programmatiche, e proprio per questa ragione potrebbero verificarsi delle sorprese.
Logistica vade retro
Fontevivo (5.504 residenti)
Fontevivo ha due primati: è il comune più piccolo (25 km2) ed è il più cementificato del parmense (25 % del territorio). La presenza dell’interporto ha fatto crescere la fame di nuove aree da destinare alla logistica e negli anni scorsi la multinazionale Techbau aveva avanzato un progetto sugli ultimi 5 ettari rimasti liberi in frazione Case Rosi, chiusi a fazzoletto tra l’abitato, la tangenziale e la ferrovia. Progetto su cui inizialmente l’Amministrazione Comunale era favorevole, ma che aveva suscitato una forte opposizione dei cittadini. La Conferenza dei Servizi ha espresso voto contrario e da lì ne è disceso il diniego votato dal consiglio comunale e la richiesta di danni per 65 milioni avanzata dalla Techbau. Questo nel 2023.
L’ipotesi di destinare a logistica l’area di Case Rosi è tornata a vagheggiare tra i temi della campagna elettorale. Non rientra nei programmi ufficiali e nelle dichiarazioni paludate, ma non sono mancate le polemiche a distanza, culminate sui social in due reel contrapposti tra i candidati con Fabio Moroni (Fontevivo insieme, centrosinistra) a dichiararsi contrario e stuzzicare Mariavittoria Rusca (Fontevivo avanti tutta, centrodestra) che ha chiarito come non si tornerà indietro dal voto contrario espresso dal consiglio comunale due anni fa.

Dunque se il prato stabile di Case Rosi è salvo (e con esso la qualità di vita degli abitanti) si vedrà nella prossima redazione del Pug se e quali aree saranno destinate allo sviluppo e ad ulteriore consumo di suolo. Il Cepim spinge per espandersi. Moroni ha esplicitato che prima si deve pensare a recuperare le aree industriali dismesse, Rusca precisa che prima l’interporto deve completare le aree al suo interno. Di fondo si avverte un fastidio crescente della popolazione verso la logistica di cui, appunto, non si parla volentieri.
La partita a Fontevivo è aperta poiché il sindaco uscente, Tommaso Fiazza, è stato eletto in consiglio regionale alle recenti elezioni di novembre. Messo di fronte alla scelta obbligata tra rimanere sindaco o consigliere regionale (cariche incompatibili tra loro) Fiazza ha optato per la Regione Emilia-Romagna, dove è l’unico consigliere leghista, e dunque il Comune arriva al voto retto dalla vicesindaca. Da rimarcare che Fiazza, sindaco per due mandati, alle regionali ha trainato la Lega al 43,67% per un complessivo 60,2 % della coalizione di centrodestra (ma alle europee Lega-FdI-FI si erano fermati al 49,6%). E sotto lo spadone della Lega è anche la candidata sindaca Rusca nella lista civica “Fontevivo avanti tutta” che presenta i simboli dei partiti di centrodestra e quello di Fiazza, peraltro candidato consigliere.


Mariavittoria Rusca ha 24 anni ma ha già esperienza amministrativa: eletta cinque anni fa, dapprima consigliera delegata ai giovani, quindi presidente del consiglio comunale, da gennaio è divenuta assessora con le deleghe ambiente, turismo, pubblica istruzione. Nell’agosto scorso è stata eletta nel direttivo provinciale della Lega.
A contendere lo scranno di sindaco si è candidato Fabio Moroni, nella lista civica “Fontevivo Insieme” che senza simboli di partito è comunque riconducibile al centrosinistra ed ha avuto l’appoggio di AVS, Movimento Cinque Stelle e Rifondazione Comunista. Moroni, 39 anni, è un esponente di rilievo del Partito Democratico. È stato consigliere comunale a Fontevivo per dodici anni (2005-2017) e per cinque anni assistente parlamentare degli on. Maestri e Romanini. Laureato in Scienze politiche, oggi è funzionario nella pubblica amministrazione.
Moroni vanta una solida amicizia e colleganza di partito con Michele De Pascale, il neo presidente della Regione Emilia-Romagna, che è venuto mercoledì al circolo Pontetarese, per l’appuntamento clou della campagna elettorale e lanciare il rush finale.

Non c’è stato alcun confronto diretto tra i candidati sindaco. Rusca ha rifiutato le proposte di incontri pubblici con Moroni. Sempre molto affollati gli appuntamenti di entrambi i candidati che dunque hanno caricato di stimoli i rispettivi elettorati. L’Amministrazione uscente si è premurata nell’ultimo mese di asfaltare più strade possibili e sfalciare aree verdi mentre dall’opposizione si è messo in risalto l’aumento delle tasse comunali deciso nell’ultimo anno.
Lo spettro della “decadence”
Varano de’ Melegari (2.579 residenti)
Non una parola, non uno spiffero è uscito in una campagna elettorale, condotta a distanza dalle parte, con toni civili e azzeramento delle polemiche, se non le solite bazzecole da paese. Anche qui nessun confronto tra candidati: proposte avanzate da Gabelli e rifiutate da Restiani.
Tuttavia sul voto a Varano aleggia lo spettro della “Decadence”, l’associazione chiamata a organizzare una festa BDSM (Bondage sadomaso) alla fine del luglio scorso, 2024, nel Castello Pallavicino (di proprietà comunale). Tale festa, saltata all’ultimo nel fuoco delle polemiche, ha fatto naufragare la maggioranza di centrodestra qualche mese dopo, in ottobre, con conseguente “decadenza” del sindaco Restiani e commissariamento del Comune.
Ricordiamo ai lettori ignari che c’era stata, nel luglio 2019, una festa “Decadence” dagli stessi contenuti e luoghi, con comportamenti trascesi anche in pubblico e, visti da testimoni oculari, amplessi sessuali in luoghi esterni al castello. Ne scaturì un putiferio, poi finito nel dimenticatoio.
Forse per quello, o per altri motivi, il sindaco Restiani e l’assessore Spaltini l’anno scorso ricontattarono i responsabili di Decadence, per un’altra festa da svolgere appunto in luglio, ma tenendo all’oscuro il resto dei componenti della maggioranza che, una volta appreso dell’appuntamento, si dichiararono fortemente contrari.
A quel punto Restiani ha fatto marcia indietro trovando il modo di far saltare la festa di Decadence, la quale associazione, però avendo già venduto biglietti e fatto battage pubblicitario, si è notevolmente risentita e, a parte gli aspetti legali, ha aperto la sentina scrivendo sui social con linguaggio piccante gli scambi intrattenuti con assessore e sindaco. In ambito politico, trascorsa l’estate, la rottura definitiva nell’ex maggioranza è arrivata in un consiglio comunale di inizio ottobre, creando una frattura insanabile nelle fila del centrodestra.

Ora come niente fosse Giuseppe Restiani, 67 anni, già appartenente alla Lega, si ricandida alla carica di sindaco (ha già svolto 1 mandato e quattro/quinti) sempre alla guida di una lista civica di centrodestra “Varano nel cuore” ma senza più i 4 ex componenti della maggioranza, tra cui Alessandro Saglia Codeluppi, divenuto il suo più forte oppositore dopo esser stato il consigliere più votato alle scorse elezioni, e già vicesindaco nel primo mandato.
I risultati di europee e regionali vedono il centrodestra di poco sopra al 50% ma, alla luce del trash di decadence, si vedrà se ci sarà la tenuta o meno.

Dall’altra parte il centrosinistra ha scelto la via della lista civica pura, “Varano Insieme”, candidando a sindaca Cristina Gabelli, 54 anni, alla prima esperienza politica sul campo ma attiva dalla giovane età nel volontariato, nel mondo cattolico e in quello ambientalista. In lista sono presenti 3 candidati consiglieri appartenenti al Pd. La novità sembra essere stata ben accolta, e la curiosità di conoscere e ascoltare Cristina Gabelli ha visto incontri molti affollati, sopra le aspettative, nel capoluogo e in tutte le frazioni. Come detto incontri tutti basati sulla presentazione del programma e l’ascolto di lamentele e suggerimenti. Su tutti il degrado degli impianti sportivi e l’esigenza di mantenere ed innovare i servizi alla persona, specie l’assistenza domiciliare.
Altrettanto Restiani, negli incontri con la popolazione, si è concentrato solo sugli aspetti positivi del suo mandato e sulle promesse di riprendere il lavoro interrotto.