Il Cepim ha messo gli occhi sull’ex Eridania
Logistica: la Cgil apre il dibattito su diritti e sostenibilità
L’apertura della bretella autostradale Tibre, tra i refoli di vento di un mercoledì mattina primaverile, porta con sé una voce (soffiata due volte, e insomma due indizi non fanno una prova, ma perlomeno indicano una traccia): il Cepim è interessato ad acquisire l’ex zuccherificio Eridania di San Quirico Trecasali per farne un polo distaccato dell’interporto di Fontevivo.
La Tibre forse non si completerà mai (torneremo ad approfondire l’argomento) ma quei 9,5 km di autostrada tra Ponte Taro e il casello di Sissa-Trecasali “accorciano” di molto la percorrenza tra l’interporto Cepim e l’ex zuccherificio.

A quanto noto al momento siamo allo studio delle carte: a favore c’è un’area produttiva dismessa di 115 ettari e con un lungo corridoio di accesso/parcheggio che può ospitare fino a 450 camion. Contro c’è il fatto che l’impianto industriale andrebbe smantellato per essere riconvertito. Non un’operazione banale.
Tuttavia il Cepim ha fame di nuovi spazi, come confermato dai vertici sei mesi fa, e non potendosi più ampliare nell’insediamento storico ha avviato una ricerca di siti esterni, facilmente collegabili. L’areale di primo interesse è su Bianconese e Ponte Taro. Si vedrà.
Quello che è certo è che la logistica ha fame di terreni e l’inaugurazione del casello di Sissa-Trecasali ha già scatenato gli appetiti. Per ora le aree intorno sono tutte agricole ed ex-cave, a parte il polo industriale di San Quirico dove accanto all’ex zuccherificio sono in attività il lievitificio Lesaffre e la centrale elettrica Edison.

Al proposito un interessante convegno organizzato martedì scorso dalla Cgil a Fidenza, dal titolo “Logistica lungo la via Emilia” ha portato a riflettere sugli effetti indesiderati della logistica che ha assunto una centralità indiscussa nel processo economico, non più ancillare all’industria ma forza autonoma capace di determinare i destini di un territorio, come accaduto nella vicina Piacenza dove ha generato una forte conflittualità sociale e un depauperamento ambientale.
«Fidenza con la bassa ovest del Parmense – ha detto Raffaele Tagliani, coordinatore Cgil zona Fidenza-Salso, nell’introdurre il convegno – è un territorio abbastanza ferito dalla logistica che, possiamo dirlo, è stata lo scheletro del liberismo globalizzato degli ultimi trent’anni dove si combinano tutti gli effetti deleteri sul piano sociale e ambientale, a caduta. Oggi si parla di neo-protezionismo, vedremo cosa succederà ma intanto la via Emilia , intesa come asse di un territorio, è sovraffollata di logistica, in forte espansione e che assume una centralità non solo come movimentazione merci ma come modello economico-industriale fatto di bassi salari, discriminazioni, grave consumo di suolo, conflittualità con le popolazioni. C’è una competitività aziendale esasperata e va a discapito dei lavoratori e del territorio».
«La crescita occupazionale è il nostro fine – spiega Tagliani – ma spesso la logistica porta cattiva occupazione e questo aspetto deve vedere una maggior presenza degli enti ispettivi e della prefettura nel monitoraggio della situazione. Sotto il tema ambientale vediamo che a valle il territorio cementificato non assorbe più l’acqua quando piove. Il lavoro è un lavoro migrante che ha bisogno di servizi come abitazioni, mobilità sicura, servizi alle famiglie. Tutto è ribaltato sulle istituzioni pubbliche con costi non sostenibili, manca una responsabilità sociale aziendale. E sul fronte sindacale lo vediamo nell’uso smodato del subappalto con costante precarizzazione».
Nella zona ovest del parmense sono circa 10.000 gli addetti nella logistica (stime Filt-Cgil). Le ditte principali dove operano sono: Stef (polo del freddo), Bormioli Luigi, Pinko, Socogas e comparto agroalimentare.

Prima di Tagliani aveva portato il saluto il sindaco di Fidenza, Davide Malvisi asserendo che il Comune «sta lavorando a un documento guida per il nostro territorio sulla logistica che si basi sul lavoro di qualità e sulla sostenibilità ambientale. Fidenza con la bassa ovest è un nodo strategico e non vuole essere solo un luogo di transito e stoccaggio. Su questo abbiamo già dato».
La tavola rotonda, moderata da Paola Bergonzi, segretaria confederale Cgil Parma con delega a logistica e appalti, si è aperto con l’intervento del sociologo del lavoro Emanuele Leonardi, dell’Università di Bologna che è partito da un dato: «Nel 2024 in Italia sono stati distribuiti 1 miliardo di pacchi. Un dato che già dice tutto. Il lavoro nella logistica è un prisma, un polo attrattore per l’economia sotto tre profili: produttivo, commerciale e di innovazione creativa» sotto questo aspetto Leonardi invita a guardare Amazon che col suo algoritmo combina «il massimo dell’innovazione con il massimo dello sfruttamento». Ma c’è dell’altro «nel mondo della logistica al contempo vi è un’enorme illegalità diffusa che porta a conflittualità anche se ora stiamo entrando in una nuova fase. Dai picchetti del 2011 a Piacenza, con le tragedie connesse, è poi intervenuta la magistratura che certo coi suoi tempi ha portato anche con recenti sentenze alla stabilizzazione di contratti per 50mila lavoratori, con riflessi anche per l’Agenzia delle Entrate che ha portato a recuperare svariati milioni di euro elusi fiscalmente».
Il consigliere regionale Paolo Burani (AVS – Europa Verde), presidente della commissione Territorio ambiente e mobilità della Regione Emilia-Romagna ha battuto molto sull’esigenza di porre un freno al consumo di suolo «la nostra regione è al secondo posto in Italia» e «in provincia di Parma si è già superato il 10% di superficie impermeabilizzata». Burani ha spiegato che nel programma di De Pascale ci sia «la revisione della legge urbanistica regionale per limitare le deroghe dell’articolo 53 alle sole opere di interesse pubblico; rafforzare la programmazione di area vasta; limitare gli insediamenti ai nodi già esistenti; rigenerare gli stabilimenti vuoti e arrivare a un vero saldo zero di consumo di suolo collegandolo esplicitamente al desealing» ovvero la desigillazione del suolo dal cemento con ripascimento di terreno.
Errico Giannelli, segretario provinciale Filt-Cgil ha sottolineato come si è partiti, e tuttora vi siano molti casi, di «lavoratori in difficoltà sociali e linguistiche che faticano a prendere consapevolezza dei diritti» spesso caratterizzati da «una transumanza tra un settore e un altro» mentre oggi comincia a vedersi «più stabilità, con salari decenti. Una platea di lavoratori con cui operare» dove il sindacato non è visto solo come aiuto per richieste di abitazioni e trasporti ma è impegnato «nel valorizzare le professionalità dei lavoratori, con aumenti salariali e diversificazione delle competenze, anche con elevate qualificazioni». (Giovedì si è verificato un infortunio sul lavoro nella Brt di Fontevivo, qui l’intervento di Giannelli)
È stato quindi il turno di Claudio Rossi, consigliere comunale di Fidenza con delega al Lavoro. Rossi, in passato sindaco di Fidenza e poi professionista in ruoli apicali nel mondo della logistica e trasporti, ha fatto un intervento ricostruendo il quadro storico, con tutti i cambiamenti intercorsi dal 1992 all’oggi con un’inevitabile processo di concentrazione nel quale, delle prime 10 aziende che operano nel settore in Italia, nessuna è di proprietà italiana. «È un settore – ha illustrato Rossi – che necessita di grandi investimenti e con spalle finanziarie robuste dato che ha margini ridotti: l’utile medio di un’azienda di logistica e trasporti è dell’1,5% sul fatturato. Questo comporta una feroce riduzione dei costi per competere». A cascata una sorta di «vassallaggio delle aziende fornitrici e diffuse illegalità, quindi servirebbero delle regole chiare per dare dignità ai lavoratori». In questo senso «il Comune di Fidenza sta cercando di stabilire alcune regole del gioco, scegliendo un atteggiamento pragmatico. Non diremo di sì a chiunque si presenti e valuteremo caso per caso la proposta che viene fatta, anche in relazione alla possibilità di usare il 3% di suolo (in base alla normativa regionale urbanistica, ndr) per lo sviluppo». «Il Comune di Fidenza – ha concluso Rossi – intende approvare due provvedimenti entro fine giugno. Il primo è un protocollo per la logistica sostenibile. Il secondo è l’adozione di un provvedimento che formalizzi la soglia retributiva minima negli appalti per i servizi comunali, con la possibilità per il Comune di introdurre un sistema premiante per le aziende che offrano i livelli salariali più alti».
Paola Bergonzi al proposito ha puntualizzato che «langue sul tavolo del Prefetto una bozza di protocollo sulla logistica, per dare linee di indirizzo sugli appalti, vincolanti per le aziende» sulle tutele per i lavoratori. Un protocollo che ogni Comune deciderà se accogliere o meno.
L’ultimo giro di tavolo è stato di Michele De Rose, segretario nazionale della Filt Cgil, partito da un’autocritica interna al sindacato per poi sottolineare come per la logistica «non c’è nessuna programmazione nazionale, né ci sono assi territoriali di riferimento» tanto che Fidenza fa parte della zona logistica milanese che, peraltro, si estende fino a Bologna. In questo contesto De Rose ha quindi rivendicato «il protocollo Cgil con Amazon, unico sindacato al mondo a riuscirci» nell’introdurre tutele. E se «nessun sindaco riesce a dire di no ad Amazon» De Rose prevede che alla fin fine il colosso di Bezos «dovrà sottostare» alle 5 sorelle, ossia le 5 compagnie marittime che controllano il trasporto merci mondiale. Una di queste è MSC che ha «appena comprato 49 porti in centro e sud America. Capite cosa vuol dire?».
Tornando alla logistica in Italia De Rose prevede percorsi di «internalizzazione del personale» dato che oggi le imprese del settore non conoscono i processi produttivi, come si organizza il lavoro e la gestione del magazzino, avendo esternalizzato tutto e il sindacato si impegnerà «affinché tutti i lavoratori della filiera appartengano alla stessa azienda, con gli stessi diritti».
Francesco Dradi
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