Il Comune di Parma destina 35 milioni in risparmio su mutui e incremento di servizi alla persona
Niente azioni Iren, né grande opera (quale, poi?), il “tesoretto” del Comune di Parma viene impiegato per risparmiare sui mutui (20 milioni ) per i servizi (7,5 milioni), anticipazioni al Teatro Regio (4,5 mln) e altre spese correnti, per un totale di 35 milioni di euro.
La priorità viene considerata l’integrazione scolastica per disabili (legge 104/92): +1,3 milioni nel 2026 e +1,8 milioni nel 2027 portando il totale di spesa corrente per questo servizio da 3,7 mln del 2025 a 5,5 mln nel 2027. Queste somme future vengono ricavate dal taglio sui mutui, che porteranno a liberare ogni anno 1 milione e 400 mila euro da rate risparmiate.
Il fabbisogno sulla scuola è in crescita esponenziale: +11% di richieste nell’ultimo anno per un totale di 752 studenti con certificazione legge 104. Non si tratta solo di disabilità gravi ma, sempre più di studenti con forme di DSA, Disturbi Specifici dell’Apprendimento.
Le nostre lettrici e lettori ricorderanno che ne avevamo scritto ad aprile, quando preso atto dell’avanzo di 33 milioni, avevamo riportato il dibattito interno nella maggioranza, con l’ipotesi che una larga fetta fosse investita nell’acquisto di azioni Iren. La community di Parma Parallela si era espressa con contrarietà. L’ipotesi è sparita e, ieri in consiglio comunale, non se ne è fatto alcun cenno.
Citando il famoso cineasta potremmo dire che, nel destinare per i servizi alla persona questo notevole avanzo di bilancio, l’Amministrazione Guerra ha fatto qualcosa “di sinistra”. Per i detrattori, esauriti presto i voli pindarici, si è invece configurata una manovra di basso profilo, tra risparmi e iniezioni nella spesa corrente, con ben poco appeal.
La delibera sulla variazione e assestamento di bilancio è stata approvata ieri sera dal consiglio comunale, ultimo atto prima dello sciogliete le righe estivo.
«Per me la delibera più importante del mandato» ha esordito l’assessore al bilancio, Marco Bosi nel presentarla al consiglio comunale e, viste le cifre in gioco, come dargli torto.
«C’eravamo lasciati a fine aprile con 33 milioni di avanzo disponibile e 4 di avanzo vincolato.
28 mlnderivanti da buona gestione e circa 5 di differenza tra entrate e spese (ndr: mancata spesa)».
Su come si è arrivati a questo “tesoretto” (definizione usata esplicitamente dalla consigliera Serena Brandini (Azione) e poi da Fabrizio Pallini (gruppo Vignali sindaco) ma stigmatizzata da Antonio Nouvenne, capogruppo di Prospettive) c’è stata una piccola querelle tra la stessa Brandini, e prima di lei dalla consigliera Laura Cavandoli (Lega) e l’assessore Bosi, per dirimere se frutto di gestione buona o approssimativa.
Al che Bosi ha spiegato nel dettaglio come si è arrivati ai 28 milioni tra cause vinte (la principale contro Ireti per la gestione del verde pubblico negli anni 2009-10, che vide il Comune condannato in primo grado a pagare 5,5 milioni, sentenza poi ribaltata in appello, che ha liberato risorse, appunto) e rivalutazione dei fondi rischi e fondi svalutazione crediti, che si basano sugli ultimi cinque anni e, quindi, si aggiornano automaticamente di anno in anno e, proprio per una gestione più accorta, ha portato a un salto significativo nel liberare risorse.
Prima l’assessore al bilancio aveva spiegato come «l’aumento del costo della vita ha portato a rivedere i contratti dei dipendenti enti pubblici, e a parità di personale la spesa è in crescita di 3,5 milioni. Così come è cresciuto il compenso per i dipendenti delle cooperative, molti servizi sono affidati a loro, e impattano per circa il 14%, con servizi divenuti più cari». Inoltre l’invecchiamento della società, il maggior bisogno di servizi e «la prossima apertura di due asili, la palestra a Moletolo, la nuova biblioteca di Alice, lo spazio mostre all’ospedale vecchio, comporteranno maggiore spesa corrente».
E dunque l’avanzo viene così destinato: 20 milioni e 97mila in “sostituzione di fonti di finanziamento” (tradotto: non si accendono mutui); 12 milioni applicati alla spesa corrente di cui 4,5 mln in anticipazione al Teatro Regio (anticipo spalmato per tre annualità, con l’effetto di irrobustire le casse del Regio adesso e che consentirà dall’anno prossimo un minor esborso del Comune) e altri 7,5 milioni in tanti capitoli correnti di cui i principali sono: 2 mln contributi per rette servizi anziani, 800mila mense scolastiche, 400mila per scuole infanzia gestiti da Parmainfanzia, 1,750 mln a SMTP per il trasporto scolastico tra plessi in ristrutturazione e scuole temporanee.
E, per l’anno prossimo, la «scelta politicamente più rilevante» ossia l’incremento per l’integrazione scolastica disabili, illustrato in apertura di articolo. La composizione della voce di spesa vede anche l’incidenza dell’aumento da 22,20 € a 26,20 €, su base oraria, del costo del personale.
Una scelta che fa felice l’assessora ai servizi educativi, Caterina Bonetti, da mesi sotto pressione, incalzata da famiglie che non riuscivano a vedersi riconosciuto il servizio di educatore sociale. Un diritto per gli studenti certificati legge 104 (a ore variabili, in base alla gravità del deficit) che la normativa mette in capo come obbligo ai Comuni, per i propri residenti. Mentre l’insegnante di sostegno, parimenti riconosciuto se portatori di disabilità, è personale del ministero dell’Istruzione. Come detto sono in crescita i riconoscimenti dei DSA – Disturbi Specifici dell’Apprendimento tipo dislessia o discalculia, spesso abbinati a disturbi del comportamento e altre difficoltà – come disabilità coperte dalla legge 104.
Bonetti ha avvisato che «adesso sono 752 gli studenti con certificazione 104, ma continueranno ad arrivare richieste a settembre, ottobre. È un trend incrementale stabile». La questione riguarda il mondo scuola nel suo complesso e merita di essere approfondita a parte, perché questo aumento di certificazioni di disabilità indicano qualcosa che non funziona più nel sistema, oltre a rischiare di affibbiare uno stigma psicologico e sociale su ragazze e ragazzi.
«Confermo che a questi ritmi – dice Bonetti a Parma Parallela – il sistema non regge da un punto di vista economico, occorre che il governo si ponga urgentemente la questione».
Altrettanto significativo il sostegno per l’accesso alle mense scolastiche. Anche in questo caso sarebbe meritorio di un approfondimento. L’opposizione, in particolare la consigliera Ubaldi, ha rimproverato la terza proroga del servizio, appaltato 11 anni fa. L’assessora Bonetti ha risposto dicendo che si stanno facendo valutazioni anche in base alle esperienze vicine, per esempio la gara Intercent-Er che ha già visto tre aumenti e il caso di Bologna dove un prezzo basso di remunerazione del servizio ha visto la gara d’appalto andare deserta. E ha difeso la scelta del Comune di Parma di tenere la tariffa più bassa in regione: 1,30 € / pasto, per le fasce meno abbienti.
Bonetti ha informato che le tariffe sono ferme da 11 anni e ci saranno adeguamenti Istat, e solo quelli, nella consapevolezza che, per la scontistica della ristorazione scolastica, le famiglie con figli in età scolare iscritte al servizio con Isee sotto i 15.000 € sono il 42% e, di questi, ben il 30,7% presenta Isee sotto gli 11.764 euro.
Naturalmente gli interventi e la discussione tra consiglieri e assessori ha spaziato sui tanti capitoli di spesa aggiornati con gli incrementi. Tra questi è spuntata un’area spettacoli in zona Mercati e varie voci di ammodernamento per canile e gattile, con il vicesindaco Lorenzo Lavagetto che ha precisato che si sta valutando se ristrutturare o fare nuovi box per il canile.
In diversi si sono soffermati sui capitoli della sicurezza: nuova videosorveglianza e street tutor (per questi ultimi +15mila euro), al punto che il consigliere Giuseppe Tramuta (Fratelli d’Italia) ha espresso, inaspettatamente, apprezzamento per la delibera.
Tutta la discussione di questa delibera la potete vedere e ascoltare sul canale youtube del Comune, dal minuto 03:20:34.
Le singoli voci di spesa le trovate nel documento tecnico proposto in delibera.
Mentre il riferimento all’integrazione scolastico era nella relazione di accompagnamento (vedi qui due pagine estrapolate, 2026 e 2027).
Il sindaco Michele Guerra ha voluto spiegare le «ragioni di questa manovra di bilancio. Vediamo quanto si sta alzando il costo di vita. Il Comune vive la stessa situazione: nei servizi e sul costo del lavoro. Non ci lamentiamo affatto, perché vediamo persone che possono stare meglio, anche se ciò grava sulle nostre casse. L’avanzo è il risultato di buona amministrazione, cogliamo l’occasioneper andare a colpire i mutui.
Tutti abbiamo pensato: con questo avanzo facciamo qualcosa di eclatante, ma si è preferito un’azione di previdenza che darà più respiro sulle possibilità di spesa nelle prossime annualità.
Andiamo in questa direzione convintamente. E diamo un segnale specifico sull’integrazione scolastica, aumentando a dismisura la possibilità di accompagnare bambini e bambine nel percorso scolastico. Investiamo nei servizi sociali in ugual misura perché glienti territoriali sono interrogati per primi dai cittadini ma va detto che gli enti stanno per arrivare al limite. La domanda cresce ma le nostre possibilità di risposta le vediamo indebolirsi. È da ripensare il sistema del welfare. Il fronte di solidarietà cui crediamo molto, costa».
La manovra sui mutui è stata decisa anche per tenere sotto controllo l’indebitamento. Il previsionale di inizio anno era di accendere prestiti per lavori pubblici pari a 35 milioni di euro. Una somma non da poco. Con i 20 milioni resi disponibili, ora si vedrà se gli uffici tecnici avranno la capacità di avviare le determine per gli ulteriori 15 milioni di spesa previsti, da coprire con mutui. La pressione si sposta sull’assessore ai lavori pubblici, Francesco De Vanna, che da un lato deve spingere per effettuare le opere e le manutenzioni, dall’altro è chiamato a ponderare la spesa per ulteriori risparmi. Si vedrà a ottobre con il secondo assestamento di bilancio.
A oggi l’indebitamento del Comune di Parma è di 118 milioni (dato 2024) in proiezione a 124 mln (fine 2025) mentre il gruppo Comune+Partecipate è indebitato per circa 260 milioni (220 mln + circa 40 di Stt).
Giusto per usare un metro di paragone la famosa relazione del commissario Ciclosi nel 2012 accertava un debito complessivo di 810 milioni di cui 160 a carico del Comune.
E dopo due ore si è arrivati al voto.
Prima va rimarcata, tra gli altri, l’assenza dei consiglieri Pietro Vignali (Forza Italia), Priamo Bocchi (Fratelli d’Italia) e Manuel Marsico (Partito Democratico), tutti giustificati. In particolare è spiccata l’assenza di Vignali, che spesso fa il contropelo sugli aspetti economici delle delibere e, comunque, per la visione che porta dai banchi di opposizione. Stranamente è risultato assente sia nella seduta di aprile sia in quella di ieri, eppure si è trattato di due delibere molto importanti in questo mandato.
La delibera è stata approvata con 17 voti favorevoli (la maggioranza), sei contrari (Cavandoli, Chiastra, Pallini, Osio, Ubaldi, Ottolini) e tre astenuti (Brandini, Seletti, Tramuta). L’analisi politologica di questi voti potrebbe essere argomento estivo di chiacchiera, se non ci fossero problemi ben più rilevanti all’orizzonte. Ad ogni modo curioso il voto astensivo benevolo di Tramuta (FdI) che in un primo momento era favorevole (come è diverso da Bocchi…), stizzita l’astensione di Ines Seletti (Effetto Parma) proprio sulla delibera-monstre del suo collega di partito, Bosi. Non è la prima volta di una difformità di Seletti, ma questa fa più rumore.
Invece nello scacchiere del futuro centrosinistra possiamo notare Brandini (Azione) che si avvicina mentre Ottolini (Europa Verde) si allontana.
Discorsi balneari, da farsi sotto l’ombrellone. A settembre si ricomincia.
Francesco Dradi