Liberi dal traffico, per una mattina

Giornata della Terra in viale Maria Luigia

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In viale Maria Luigia gravitano circa 4.000 studenti e 1.000 insegnanti. Ogni mattina si assiste all’assedio del traffico per accedere ai licei Ulivi e Romagnosi e agli istituti tecnici Melloni e Rondani. Senza contare le altre scuole nei paraggi.

Sabato 22 aprile, in occasione della Giornata della Terra, gli istituti scolastici hanno provato a liberarsi dal traffico per una mattina intera, organizzando congiuntamente le assemblee d’istituto con attività di strada a cui hanno collaborato svariate associazioni.
Complice il bel sole e l’aria di primavera è stata una prova riuscita. A dimostrare l’effetto che farebbe se, almeno mezza giornata, si togliessero le automobili private da questo lungoparma che, proprio per la sua posizione, si presta facilmente a essere pedonalizzato e restituire aria buona da respirare a chi lo frequenta.

L’attuale divieto di transito temporaneo, dalle 7.40 alle 8.10, introdotto una decina di anni fa dall’allora assessore all’ambiente e mobilità, Gabriele Folli, è ormai un palliativo tante sono le autorizzazioni in deroga. Coloro che non dispongono del permesso si affrettano ad “entrare” fino all’ultimo secondo utile prima che l’agente della polizia municipale disponga la transenna di divieto. Tanto che il flusso di auto prosegue incessante, a divieto in corso. Come misura tampone probabilmente basterebbe anticipare di mezz’ora la chiusura della strada, per evitare l’assalto di autoveicoli privati.

Se si vuole incidere sulla qualità dell’aria che respirano i ragazzi il ragionamento deve necessariamente portare a un ripensamento complessivo della mobilità. Rolando Cervi, mobility manager di professione nonché, da volontario, presidente del Wwf Parma, assicura che i fondi economici per predisporre un piano sono stati trovati dalle istituzioni (Comune di Parma in primis) e si arriverà per davvero alle “strade scolastiche”. “Il problema è solo di volontà politica” dice Cervi.

E sotto questo aspetto, di pressione sociale verso i politici che amministrano, molto potranno fare gli studenti, in una declinazione concreta dei cortei dei Fridays for future, secondo lo storico adagio ambientalista: “pensare globalmente, agire localmente”.

Di questo sono consapevoli i ragazzi del Green Team – una “squadra” in comune tra le scuole e già l’idea è vincente da sola.
Alessia Boci (3^E liceo classico Romagnosi) e Riccardo Cobianchi (5^ F liceo scientico Ulivi) spiegano come si è arrivati a chiudere la strada al traffico per la Giornata della Terra, con il supporto degli insegnanti, in particolare di Niccolò Vernazza, docente di matematica e fisica dell’Ulivi. Un impegno di due mesi abbondanti, con svariate riunioni in Comune per convincere tecnici e politici della fattibilità di questa prima volta.

Finita la festa rimane, al posto di due stalli di sosta, un parklet rosso fuoco, costato soldi (crowdfunding attivato appositamente con successo), fatica e sudore. “Abbiamo lavorato fino alla sera prima per realizzarlo – dice Cobianchi – all’inizio dovevamo smontarlo subito, finita l’assemblea, ma abbiamo convinto il Comune a prolungare la concessione fino a luglio. Contiamo di utilizzarlo e ampliarlo”. “Ci piacerebbe se la strada venisse chiusa al traffico in modo permanente – confida Boci – ma sappiamo che è impossibile, è una strada di transito e molte sono le corriere che portano qui gli studenti da fuori città. Però se si potesse chiuderla ogni volta che si fanno le assemblee d’istituto (una al mese, ndr) già sarebbe significativo”.

Francesco Dradi

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L’ultimo kebab di Said

di Francesco Dradi

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L’ultimo panino kebab, Said Chabbi, l’ha servito che non era ancora mezzanotte. Poi, come fosse un giorno normale, le pulizie e il riordino del locale, il Carpe Diem in via D’Azeglio. Tirata giù la saracinesca, solo alle 2.47 di notte, nascosto dietro l’anonima dicitura “Avviso di cambio gestione” ha postato su facebook uno struggente messaggio di saluto.
Cogliendo tutti, o quasi, di sorpresa.

Mi sta bollendo il telefono” dice Said quando lo incontro per l’intervista al volo. “Come se fossi un calciatore… Lascio all’apice del successo” scherza per stemperare l’emozione. Un addio è pur sempre un addio.

Said è, era un’istituzione dell’Oltretorrente e di Parma.
Il suo è, era il kebab più buono di Parma. Giusto un giorno fa Parma Today ha messo in fila i 5 migliori locali e Carpe Diem di Said svetta al primo posto, come sottolineato dalla valanga di commenti entusiasti sotto al post nel profilo facebook del giornale.

Il segreto di Said, a parte gli ingredienti sempre di qualità, era di metterci il sorriso e sempre una buona parola con ogni cliente, nessuno escluso. Si mangiava in piedi nel bugigattolo di via D’Azeglio, ma era come accomodarsi a tavola, a casa. Trovavi amici o sconosciuti con cui fare due chiacchiere, Said intratteneva tutti, anche in tre o quattro lingue diverse (italiano, francese, arabo, spagnolo e anche dialetto parmigiano) ed era davvero un melting-pot multiculturale e intergenerazionale, come ce ne sono pochi.
Facendo due rapidi conti, in vent’anni, Said ha sfornato circa 1 milione di panini kebab.

Said è arrivato giovane in Italia, provenendo dall’Algeria. Divenuto cittadino italiano, dopo aver svolto vari lavori, tra cui nel settore panificazione, si era messo in proprio.

Aveva aperto nel 2003 la sua bottega di pizza, kebab, cous cous e falafel. “Carpe Diem” l’aveva voluta chiamare, un motto latino (Afferra il giorno, o cogli l’attimo, traducetelo come preferite) che vuole sottolineare anche adesso che lascia: “È il momento di farlo, la schiena mi dà qualche problema e ho voluto lasciare l’attività in buone mani. Ho trovato due fratelli curdi, che sono bravi, spero la gente li accolga come ha fatto con me”. Said qualche anno fa ebbe un brutto incidente stradale, per fortuna la guarigione è stata completa, ma il fisico presenta il conto e per lui è sempre più faticoso lavorare molte ore sempre in piedi. E si fanno anche altri ragionamenti, dopo vent’anni, c’è voglia di qualcosa di altro. “Mi sono già arrivate offerte di lavoro, ma adesso pausa per un po’, voglio godermi la mia famiglia, i figli che stanno diventando grandi e tra poco prenderanno le loro strade”.

Si schermisce, deve accompagnare una persona che ha difficoltà lavorative in un ufficio pubblico, per vagliare dei documenti. Perché sottotraccia, e non vuole che si dica, Said è anche questo, un punto di riferimento per l’integrazione di tanti maghrebini e non solo. “Aiutiamo gli amici, che Dio ti aiuta”, mi saluta così.
Carpe Diem.

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Lupi e uomini

Era una notte buia e tempestosa…
Come nei migliori racconti il primo incontro tra lupi e uomini, nel parmense, avviene in una serata fredda, bagnata di pioggia e nevischio.

Stadio Tardini, petizione e mozione

Lunedì il consiglio comunale prenderà un orientamento probabilmente decisivo sul futuro dello stadio Tardini.
Abbiamo realizzato un video intervistando due protagonisti che trovano poco spazio su altri media:
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