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Aeroporto cargo: 10 cose da sapere per arrivare preparati al voto decisivo

di Francesco Dradi

Proviamo a spiegare nel modo più semplice possibile la questione dell’aeroporto cargo riassumendola in dieci punti chiave. *L’articolo è stato aggiornato alle ore 21, con la delibera comunale, pubblicata e commentata a fondo pagina.

1) Ma allora: passeggeri o cargo?
Il masterplan del piano di sviluppo aeroportuale (PSA) è per destinare l’aeroporto “Giuseppe Verdi” ad ospitare voli cargo. È su questo che si deve esprimere il Comune di Parma con un doppio passaggio: 1) il voto di conformità urbanistica del consiglio comunale (ci torniamo in fondo) e, 2) nella Conferenza dei Servizi, il parere dell’ufficio tecnico su molteplici aspetti legati alle prescrizioni di VIA (Valutazione Impatto Ambientale), se siano o meno rispettate, quali problemi comportino e se risolvibili o meno e in che modi.
E allora il milione di passeggeri annunciati? Per il momento è verba volant. Ma c’è di più: in base alla normativa UE sugli aiuti di stato, Sogeap per ottenere i 12 milioni di finanziamento pubblico deve rispettare un parametro: stare sotto i 200mila passeggeri nei due anni precedenti e nei due anni successivi all’arrivo dei fondi. Altrimenti vengono revocati. E dopo, potranno aumentare? Certo, ma qui entriamo nel campo del futuribile. Anche i voli cargo potranno incrementare. Dipende a cosa e a chi vogliamo credere.

2) Era una scusa per avere 12 milioni
«È arrivato il momento di dirci le cose come stanno. Se ci troviamo appoggiati andiamo avanti, diversamente gettiamo la spugna anche noi. Buttiamo via un’infrastruttura, tanti soldi e secondo me uno sviluppo importante per la città che rallenta, perché per completare l’infrastruttura si mettono un paio d’anni circa. È chiaro che si parla di trasporto passeggeri e non di trasporto merci. Il trasporto merci è stato una scusa che ho utilizzato per portare a casa i 12 milioni. Ma qui parliamo di trasporto passeggeri, ai miei figli voglio dare voli per l’Europa o anche per l’America. La merce sì, un volo, un volo e mezzo al giorno, di questo si parla, a me interessa i passeggeri. In questi 90 giorni dobbiamo prendere scelte importanti». Guido Dalla Rosa Prati, presidente di Sogeap, in audizione alla conferenza dei capigruppo del consiglio comunale (24/07/23).

3) Quanto mi costi
Non è dato sapere quale sia il costo reale per ampliare l’aeroporto ma da stime presunte si aggirerebbe sui 35 milioni di euro. Agli atti non c’è – o perlomeno noi non lo abbiamo reperito – un piano economico-finanziario aggiornato sul PSA. Per la parte interna al sedime aeroportuale ci si basa ancora sul prospetto di costi presentato da Sogeap in sede di VIA nel 2019. I lavori per ampliare l’aeroporto con allungamento pista, hangar e nuove piazzole di movimentazione aerei, erano stimati in 20,8 milioni dei quali 12 milioni da fondi europei e 8,8 milioni a carico del privato, ossia Sogeap. Possiamo presumere che questi costi siano immutati, (bilanciando tra aumento dei prezzi edili e allungamento ridotto della pista). In più vanno aggiunti i costi esterni all’aeroporto. Ad esempio, per interrare la linea elettrica di alta tensione che passa a nord Terna ha stilato un preventivo di 4,9 milioni. Ci sono poi gli espropri di oltre 20 ettari di terreni, alcuni agricoli, altri classificati come logistico-produttivo, per cui si stimano 5 milioni di euro. C’è poi la cassa di laminazione sul canale Galasso per garantire l’invarianza idraulica. Questa dovrebbe essere realizzata in compartecipazione con le Fiere, stima di costi di 2,5 milioni. Ci sono infine altri costi sparsi per risezione della viabilità ordinaria, mitigazioni e compensazioni per altri 2 o 3 milioni. Il totale si aggira come detto sui 35 milioni euro.

4) Chi paga?
Come arcinoto 12 milioni sono di fondi pubblici (ossia soldi di tutti i cittadini). Per la precisione si tratta di fondi europei denominati FSC ossia Fondi per lo sviluppo e la coesione, concessi in un capitolo di spesa per lo sviluppo dei trasporti. La trafila è lunga, per farla breve: i finanziamenti sono in capo al Governo italiano che li concede ai territori sentite le Regioni. In Emilia-Romagna ogni territorio ha espresso i suoi desiderata. A Parma nel 2018 erano tutti concordi (Comune, Provincia e Regione) di accogliere la richiesta degli Industriali per sostenere l’aeroporto (sul come e il perché vediamo il punto successivo). Il finanziamento di 12 milioni è stato poi regolato da convenzione tra Ministero Infrastrutture e Trasporti e Sogeap, ripartito in due stralci: 2,1 milioni per lavori di consolidamento pista, a quanto pare già erogati (o perlomeno già stanziati ed effettivi, in base ai lavori svolti). I rimanenti 9,9 milioni per tutti gli altri lavori, da effettuarsi entro il 2023 (ma è facile prevedere che si andrà in proroga).
Ok. E gli altri 8 + 15 milioni chi li mette? Non è che poi paga pantalone? In teoria il resto del conto è a carico di Sogeap (il cui azionista di maggioranza col 60% è l’UPI, Unione Parmense degli Industriali) che però in questo momento non ha disponibilità finanziarie, venendo da esercizi in perdita e da fresca ricapitalizzazione per gestire l’ordinario. Tra l’altro l’UPI ha già sborsato 10 milioni per tenere in vita Sogeap. In assenza di risorse proprie, per semplificare, ci sono due strade: chiedere un prestito in banca (al tasso d’interesse odierno) oppure trovare un partner strategico che finanzi i lavori.

5) La svalutazione degli immobili
Se l’aeroporto si arricchisce, si impoveriscono gli abitanti delle zone limitrofe. A causa dell’inquinamento acustico e altri impatti (pista più lunga = aerei più grandi, rumorosi e inquinanti) è facile prevedere una svalutazione degli immobili residenziali e commerciali a Baganzola, Fognano e alla Crocetta. È quanto accade in tutte le zone abitate contigue agli aeroporti a denso traffico in Italia. In particolare a chi ricade nella fascia di rischio aeroportuale.

6) Rischio per le scuole
Portereste le vostre figlie o figli in una scuola a rischio di incidente aereo? Eh già… perché con l’allungamento della pista, le scuole di Baganzola, la primaria Campanini e la media Malpeli ricadranno nella fascia B di rischio aeroportuale. Assieme a metà del paese. Come è possibile questa cosa? Perché il piano di rischio aeroportuale vieta di costruire nelle fasce di rischio (inciso: con l’allungamento della pista tramonta definitivamente l’ipotesi di convertire quello che doveva essere il mall “parma district” in qualche altro tipo di manufatto) e invece consente che l’esistente possa starci? La risposta è una delle tipiche contraddizioni del Bel Paese. Senza dimenticare che in fascia di rischio B finiranno anche l’autostrada A1 e la linea di alta velocità ferroviaria.

7) Quelle luci in mezzo alla strada
Oltre la pista aeroportuale si deve estendere il “sistema luminoso di avvicinamento” per agevolare l’atterraggio. Si tratta di un impianto a piloni a bracci su cui sormontano luci di posizione a distanza regolare. In base a calcoli indipendenti con l’attuale previsione di allungamento della pista uno di questi piloni sarebbe da posizionarsi in mezzo alla carreggiata di viale delle Esposizioni e altri due nel piazzale di carico / scarico del caseificio Margi. Nella precedente versione a pista lunga, tali piloni avrebbero dovuto sorgere in autostrada e sulla ferrovia. La cosa fa sorridere. L’installazione del sistema luminoso è un obbligo, con precisi dettami sulla distanza tra un punto luce e l’altro. È un elemento ostativo non da poco, attraversando una strada a quattro corsie, molto trafficata in determinati giorni l’anno.

8) Ehi, hai un’area da regalare per piantare alberi?
Nella primavera scorsa sono girati messaggi curiosi nella chat dei sindaci della provincia: “Urgente: Sogeap ha bisogno di aree dove piantumare per fare compensazioni. Ne hai da dare gratuitamente?” questo il succo del messaggio. Col senno di poi si è capito che Sogeap deve ottemperare a una delle prescrizioni sull’aumento delle emissioni inquinanti. Secondo un’indiscrezione Sogeap si sarebbe rivolta anche al KmVerde Parma, non trovando ascolto. Se è pacifico che il Comune di Parma abbia messo a disposizione due aree (due fazzoletti) indovinate un po’ quali Comuni (ossia sindaci, ossia politici di quale partito) cedono gratuitamente aree all’aeroporto per piantumare alberi in compensazione delle emissioni? Lo potete scoprire qui.
Una postilla: buona parte delle essenze proposte da Sogeap sono rovi. In dialetto “rasa”.

9) Cosa decide il consiglio comunale ?
Il consiglio comunale di Parma è convocato per lunedì 9 ottobre e potrà esprimere una delle seguenti tre opzioni: assenso, assenso condizionato o dissenso sulla conformità urbanistica. La delibera che orienterà il voto assumendo una delle tre opzioni dovrebbe essere presentata e discussa nella commissione consiliare urbanistica convocata per giovedì 5 ottobre alle 18.30. Naturalmente l’assenso o il dissenso vanno motivati. La conformità urbanistica è necessaria, poiché il PSA va a mutare le aree circostanti l’aeroporto. Va precisato: il consiglio comunale non si esprime sul masterplan ma sugli effetti di ridisegno del territorio al di fuori dell’aeroporto. Un esempio su tutti: la cancellazione della strada Parma Rotta. È dunque un voto su aspetti tecnici ma con una chiara valenza politica. Votare in assenso, o assenso condizionato (cioè porre delle condizioni) significa dare parere favorevole al masterplan cargo, votare in dissenso significa dare un parere contrario. Se il voto fosse in dissenso, cioè negando la conformità urbanistica, la questione andrà sul tavolo del governo che con un atto motivato della presidenza del consiglio potrà comunque imporre la modifica urbanistica per poter realizzare il PSA. Questo su un livello normativo, semplificando molto. Nella pratica scoppierebbe una disputa politica non piccola.

10) Come voteranno i partiti?
Ed appunto è una discussione politica quella in corso nei partiti e tra i consiglieri comunali. Ricapitoliamo: in campagna elettorale tutti i candidati sindaco si espressero contro lo sviluppo cargo dell’aeroporto. Il sindaco Guerra una volta eletto ha ribadito la contrarietà e l’amministrazione comunale nel novembre scorso ha tolto dal bilancio previsionale i 5 milioni di euro stanziati dall’amministrazione precedente per la viabilità alternativa alla cancellazione di viale delle Esposizioni. Sogeap ha dunque rivisto il masterplan, accorciando l’allungamento della pista (da 2.880 metri, ridotta a 2.640 rispetto al progetto iniziale) ma lasciando inalterato tutto il resto. Enac, l’ente nazionale aviazione civile, responsabile in istanza ultima dell’aeroporto, ha ripubblicato gli atti e avviato la Conferenza dei Servizi finale (con tutti gli enti che devono esprimersi sui punti tecnici entro il 13 ottobre). A metà luglio i gruppi consiliari di maggioranza hanno espresso “delusione” per il mancato recepimento dell’istanza di togliere i cargo. Da lì è partita la comunicazione alternativa di Sogeap e dei vertici degli industriali per rassicurare a parole che lo sviluppo dell’aeroporto sarà solo passeggeri. La parola “cargo” è stata bandita da dichiarazioni e interviste. Tuttavia rimane nelle carte da approvare. La decisione orienterà il futuro di Parma.

Ed è questo che agita, a pochi giorni dal voto. In base a quanto appreso da LIP il quadro è ancora fluido: la maggioranza, sia in consiglio sia in giunta, è spaccata tra contrari e favorevoli. Il sindaco Guerra sta conducendo febbrili consultazioni, incontrando esponenti politici, attori economici e associazioni di cittadini. Gli interlocutori lo descrivono “tormentato” e oscillante tra una posizione di dissenso e una di assenso condizionato ma al fine più preoccupato che la sua maggioranza non perda pezzi. I gruppi consiliari di Effetto Parma e quelli di Prospettiva (ex lista Guerra) a quanto pare voteranno compatti sulla linea del sindaco, qualunque essa sia, pur con una tendenziale apertura allo sviluppo dell’aeroporto. La consigliera Maurizio di Sinistra Coraggiosa si è espressa pubblicamente per il dissenso, e dunque sarà un voto contrario.
A orientare il voto sarà il gruppo del Partito Democratico, forte di 12 consiglieri. Giovedì 28 settembre si è svolta un’assemblea interna autoconvocata da tre circoli del Pd (Pablo, Golese e Parma centro) che ha espresso netta contrarietà al PSA. Quanto i consiglieri ascolteranno la base? Difficile dirlo. C’è stata lunedì sera una riunione di gruppo dove sono emersi due orientamenti diversi, divisi a metà. A quanto risulta i favorevoli con condizioni sarebbero guidati dal capogruppo Campanini e da Torreggiani, mentre i contrari vedono spiccare Marsico e Cantoni.
Tra le opposizioni c’è la dichiarazione contraria di Ottolini di Europa Verde – esplicitata nell’assemblea pubblica organizzata venerdì scorso – mentre gli altri gruppi stanno valutando il da farsi, non solo in base al merito dell’aeroporto ma anche della tattica politica. La lista Vignali sindaco propenderebbe per un’astensione così come Fratelli d’Italia. Voto favorevole invece dalla consigliera Cavandoli per la Lega Nord, che anche in Regione Emilia-Romagna ha sostenuto la mozione Pd pro-aeroporto. Altre posizioni oscillano.

Perché è chiaro che se nella maggioranza, qualunque sia la decisione (assenso condizionato o dissenso), 4 o 5 voti fossero in difformità, anche solo in astensione … a quel punto un voto tattico delle opposizioni porterebbe a delle fibrillazioni.
Se la delibera fosse approvata con la “stampella” dell’opposizione potrebbero aprirsi determinati ragionamenti in termini di futuri rapporti
Invece, in caso estremo, se le defezioni, anche con assenze, nella maggioranza fossero 6/7, si rischierebbe addirittura una bocciatura della delibera. Fantapolitica?

Ad ogni buon conto serve tutta la capacità di mediazione del sindaco per convincere e tenere insieme la maggioranza composita del centrosinistra, tenendo anche conto che in novembre arriverà il progetto dello stadio Tardini, con il Parma Calcio che ha riproposto sostanzialmente il progetto precedente ignorando mozioni e deliberi di consiglio e giunta comunale che chiedevano una revisione, con robusta diminuzione della durata della concessione.

Aggiornamento serale

All’ora di cena del 2 ottobre la giunta comunale ha depositato la delibera di approvazione del PSA con la formula dell’assenso condizionato.

Le letture possibili sono due: da un lato il sindaco Guerra ha scelto di piegarsi ai voleri dell’Unione Industriali, rimangiandosi le promesse elettorali e le interviste rilasciate fino a quindici giorni fa. Dall’altro canto c’è chi dice che non poteva fare altrimenti – il masterplan già approvato da Enac / Ministero Trasporti – e almeno ha venduto cara la pelle, blindando le prescrizioni contenute nella VIA.

Una delibera corposa, lunga 32 pagine, che sarà discussa in commissione consiliare il 5/10, e portata in approvazione al consiglio comunale di lunedì 9. La potete scaricare e leggere qui.

Una delibera che per stile e forma richiama le “grida contro i bravi” di manzoniana memoria. Ad esempio si sancisce il “principio di contrarietà” ai voli cargo, una definizione puramente semantica poiché se applicato avrebbe comportato il dissenso, ossia la bocciatura del piano, e invece così appare un’indoratura della pillola dato che si dà l’assenso condizionato.

Le condizioni poste sono stringenti nel richiamare il rispetto delle prescrizioni su mitigazioni, compensazioni e viabilità alternativa a strada Parma Rotta e avranno l’effetto di allungare i tempi di ampliamento dell’aeroporto e far salire i costi. Come spiegato al punto 4 di questa analisi.

Una novità è l’inserimento del divieto dei voli notturni, dalle 23 alle 6.

Tuttavia il titolo autorizzativo permetterà a Sogeap, qualora non fosse in grado di sostenere da sola le spese, di andare alla ricerca di un partner strategico, come già enunciato nel progetto del 2018, ad esempio Etihad o Amazon.

A questo punto palla al consiglio comunale: si vedrà se la maggioranza si allineerà compatta dietro il sindaco Guerra oppure no.

 

Le informazioni riportate nell’articolo sono tratte dalla consultazione di documenti ufficiali, dalla rielaborazione fatta da Europa Verde per un incontro pubblico, e altre fonti di inchiesta giornalistica.

Crediti immagini: Piano sviluppo aeroportuale “Verdi”

© Riproduzione riservata

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Nuovo Tardini al bivio: rigenerazione sostenibile o cementificazione affaristica?

Cresce l’attesa per il progetto e per il piano finanziario definitivo del nuovo stadio.
Le ultime “condizioni” dettate dalla Giunta comunale al Parma Calcio: breve ripasso e considerazioni

di Marco Ferrari e Stefano Secchi

Ricapitoliamo gli ultimi principali avvenimenti

Il 23 marzo scorso viene presentata al Sindaco una petizione popolare, corredata da 8.241 firme, che chiede la conservazione e ristrutturazione dello stadio. È firmata daI Comitato Tardini Sostenibile e da una ventina di associazioni tra cui NoCargoParma, Parma città pubblica, le sezioni cittadine di Fiab, Fai, Legambiente, Italia Nostra, Fridays for Future, WWF.

Con circostanziate motivazioni si chiede che venga rimessa in discussione la dichiarazione di “pubblico interesse” in merito al progetto di riqualificazione del Tardini presentato dal Parma Calcio e già votata dal Consiglio comunale. In più, si chiede che venga garantito il mantenimento in attività della scuola Puccini-Pezzani che il precedente progetto dei vecchi padroni del Parma voleva demolire.

Il 30 marzo si riuniscono le commissioni competenti per discutere di due documenti: la petizione popolare e una mozione (datata 27 marzo) dei gruppi consiliari di maggioranza che, se approvata, impegna il Sindaco e la Giunta a fornire al Parma Calcio “alcuni precisi indirizzi per il prosieguo del procedimento, affinché il progetto definitivo, oltre a corrispondere alle condizioni e prescrizioni già emerse in Conferenza dei Servizi preliminare, si adegui alle seguenti condizioni…

Seguono 12 “condizioni” (dette anche “paletti”) che, per la maggioranza consiliare, sono una sintesi stringente delle richieste emerse dal dibattito e dal percorso partecipativo degli ultimi mesi. Per il Parma Calcio la mozione segna un definitivo stop al progetto preliminare che, anche se già in parte modificato, prevedeva la demolizione quasi completa dello stadio e un rifacimento ex novo. Adesso quello definitivo dovrà tenere in considerazione questi 12 paletti per superare le criticità emerse circa gli aspetti “architettonici, economici e di sostenibilità”.
A suscitare timori e riprovazione, che paiono condivisi dai cittadini firmatari della petizione e dai consiglieri comunali di maggioranza, è la durata di 90 anni della concessione al privato, l’americano Krause.
Il 3 aprile si riunisce il Consiglio comunale che approva la mozione a larga maggioranza. Viene però appurato in via definitiva che il “pubblico interesse” non doveva essere votato dal Consiglio, come avvenuto nel gennaio 2022, bensì dalla sola Giunta.
Il 5 aprile si riunisce in gran fretta la Giunta comunale che fa integralmente proprie le 12 “condizioni” della mozione (diventate 11 per l’accorpamento di due) e ratifica con valore retroattivo la dichiarazione di “pubblico interesse”, necessaria per far continuare l’iter amministrativo del progetto del Parma Calcio.

Analisi delle ”condizioni”

Abbiamo per comodità dato un numero progressivo agli 11 punti che nella delibera della Giunta (delibera 119 del 5/4/23) vengono elencati come “indirizzi e condizioni”.
Iniziamo con le “condizioni” più importanti ai fini di determinare gli interventi di “riqualificazione”.


Demolire o riutilizzare? Rifare o risparmiare?

Quinta condizione
sostenibilità economico-finanziaria della proposta, rifunzionalizzando gli elementi della costruzione che possano essere utilmente conservati, con conseguente riduzione del costo dell’investimento iniziale”.
Sesta condizione:
sostenibilità ambientale, con l’applicazione del principio del riuso e della rigenerazione urbana, affinché sia garantito il massimo tasso di recupero e riciclo delle acque e degli elementi della costruzione che abbiano ancora vita utile sotto il profilo strutturale, e non confliggano con il punto successivo (il neretto è nostro, ndr), non siano ingiustificatamente sottoposti a demolizione, a partire dalla tribuna del cosiddetto Petitot
Settima condizione:
sostenibilità sociale, mediante l’incremento del comfort degli spettatori, in particolare quando rivolto a garantire la piena accessibilità ad ogni nuovo servizio a tal scopo programmato ed individuare spazi idonei ad ospitare persone con ridotta capacità motoria e/o sensoriale ed i loro accompagnatori. Aumentare la distanza delle parti edificate dello stadio dagli edifici circostanti (il neretto è nostro, ndr), allo scopo di incrementare la visuale libera e migliorare il comfort abitativo dei residenti con affacci prospicienti lo stadio”.

Ottime intenzioni, ma emerge evidente una contraddizione. Come si fa ad “aumentare la distanza delle parti edificate dello stadio dagli edifici circostanti” con “l’applicazione del principio del riuso”? Non si possono “spostare” tonnellate di cemento armato come se il Tradini fosse un enorme struttura fatta con i Lego. Bisogna per forza demolire delle “parti edificate dello stadio” e ricostruirle un poco più vicine al campo.
Ci riferiamo in specifico alle curve, nord e sud, che hanno “ancora vita utile sotto il profilo strutturale”.
Ci troviamo di fronte a un cortocircuito: nella Quinta e nella Sesta condizione la Giunta si preoccupa dei costi ed esorta al risparmio: bisogna “rifunzionalizzare”, “riusare” garantire il “massimo tasso di recupero” dare “nuova vita” agli elementi strutturali esistenti dello stadio per evitare “ingiustificate demolizioni”. Ma nella Settima da il permesso di demolire con lo scopo di “migliorare il comfort abitativo dei residenti”. Quindi il miglioramento del “comfort” dei residenti per la Giunta giustifica la possibilità di demolire e giustifica di conseguenza un aumento dei costi economico-finanziari. È questa una zona d’ombra della delibera che dovrà essere chiarita dall’Amministrazione quando saranno presentate dal Parma Calcio le possibili ipotesi tecniche.

Parcheggio sotterraneo

Ottava Condizione:
garanzia delle più rigorose verifiche tecnico scientifiche circa la realizzazione di un eventuale parcheggio sotterraneo, al fine di evitare qualsivoglia interferenza negativa di tale opera”.
L’aggettivo “eventuale” significa che “può avvenire o no a seconda degli eventi” (Treccani). Il Comune fa un passo indietro, rinuncia alla decisione politica, lascia decidere ai tecnici. Nei fatti l’unica area dove si può scavare è quella tra la rotonda del Petitot/cancellata di entrata e la tribuna.
Se le ruspe non trovano resti archeologici o non si rischia di fare danni alle fondamenta delle case vicine….si può fare.
Un parcheggio nei pressi del centro storico è un attrattore di traffico. È dunque controverso e confligge con la strategia “Parma Climate Neutral 2030” che il Comune si è impegnato ad attuare puntando, tra le altre cose, alla dissuasione dell’utilizzo delle autovetture. In più significa autorizzare un’irreversibile cementificazione sotterranea in un’area monumentale della città. Una zona, quella tra l’entrata dello stadio con i suoi filari di tigli, pensata dal punto di vista architettonico-urbanistico come parte integrante della raggera di strade alberate che formano Piazzale Risorgimento e che ruota appunto attorno al Casinetto del Petitot.

Il parcheggio sotterraneo (la prima ipotesi era di 160 stalli) comporterebbe non solo l’abbattimento dei tigli secolari ma impedirebbe la piantumazione di veri alberi: si dovrebbe ricorrere ad alberelli in vasca. In più le rampe di accesso e uscita impatterebbero in un contesto di viabilità già molto critico.
Riguardo a questa zona la Sovrintendenza sta per decidere come formulare il dispositivo di vincolo, che riguarda anche l’originale tribuna d’onore (vedi foto) tuttora in parte esistente ma inglobata nella struttura della tribuna Petitot.


La concessione: il “paletto” economico che ha fatto e farà molto discutere. Quale sarà il punto di equilibrio?

Seconda condizione:
consistente e sostanziale riduzione della durata della concessione, anche con l’introduzione di clausole funzionali a contingentare eventuali correttivi che, in corso di vigenza, possano estendere la durata della stessa o incrementare gli spazi dedicati ad attività commerciali”.

Il progetto preliminare di cui si discute (del maggio del 2021), che proponeva uno Stadio completamente nuovo definito dal sindaco Guerra un’astronave (foto), è stato in parte modificato prima del Percorso partecipativo (gennaio 2023). In ogni caso si tratta di uno stadio moderno da quasi 100 milioni di euro, ma fuori misura per la città e con le caratteristiche peculiari di un investimento immobiliare privato da far funzionare tutto l’anno (negozi, parcheggi, ristoranti, concerti, eventi… eccetera). Una sola cosa è certa: più dollari spenderà Krause, più il Comune (cioè noi cittadini) dovrà restituire in contropartite per rendere appetibile/sostenibile l’investimento.

Infatti la demolizione e rifacimento ex novo ha portato alla richiesta di una concessione dalla enorme durata di 90 anni. Lunghezza purtroppo prevista dalla Legge stadi per “assicurare adeguati livelli di bancabilità” ma che aliena un bene comune per un tempo inimmaginabile (e se poi tra 50 anni lo stadio andasse in parte rifatto?). Una sua “consistente e sostanziale riduzione” è possibile solo con una rigorosa applicazione della Quinta e della Sesta condizione che invitano, come abbiamo visto, a conservare e rifunzionalizzare il più possibile l’esistente per diminuire i costi (a parte la contraddizione di cui sopra).

Quindi Il problema è: quale sarà il punto di equilibrio che rende sostenibile la spesa del Parma Calcio in rapporto alla durata della concessione? Se la concessione scendesse a 60, oppure a 40, o a 30 anni, cosa significherebbe in termini di investimento? Ad esempio: se sono 60 anni si demoliscono e ricostruiscono le curve coprendole, si scava il parcheggio e si riducono le aree commerciali…se sono 30 si fa solo il parcheggio, la copertura delle curve e un solo ristorante… Solo il progetto e il piano finanziario definitivo indicheranno le possibilità.
In questo orizzonte si è da poco inserito l’acquisto dell’ex Direzionale Parmalat di Collecchio e di vasti terreni adiacenti che, uniti al Centro sportivo rappresentano per Krause un grande investimento polifunzionale. Non sappiamo se Collecchio può, in un certo senso, controbilanciare un ridimensionato intervento sul Tardini.


Traffico, inquinamento e commercio

Terza condizione
individuazione di spazi commerciali con valenza meramente residuale rispetto all’intervento complessivo, e comunque compatiibili con le realtà commerciali già presenti nell’area circostante, nonché introduzioni di aree con funzioni complementari e specializzate, quali ad esempio medicina ed attività sportive, museo dello sport, spazi esterni attrezzati ed aperti al pubblico, con incremento dell’equipaggiamento vegetazionale , tali da rendere lo Stadio un luogo fruibile all’intera comunità, pur mantenendo salda la propria vocazione sportiva

Nona condizione
applicazione dei più moderni metodi per la produzione di energie rinnovabili affinché il nuovo Stadio non solamente sia Near Zero Energy Building, ma possa anche rappresentare il fulcro dei una comunità energetica con ricadute vantaggiose per il contesto sociale sotto il profilo della sostenibilità economico-finanziaria ed ambientale

Undicesima condizione
introduzione di strategie funzionali a ridurre l’impatto degli eventi sportivi sulle aree di transito cittadine, con gestione e controllo del flusso veicolare, residenziale e di tifoseria oltre che con regolamentazione della sosta per i mezzi di trasporto

Osservando la foto qui sopra si vede come il Piazzale Risorgimento è uno dei punti nevralgici della città. Il crocevia degli assi fondamentali della viabilità dove transitano decine di migliaia di mezzi al giorno. Il Tardini sembra essersi fatto largo a spallate tra i palazzoni.
E quando ci sono le partite la città è spezzata in due con un notevole disagio per tutti.

Sembra difficile parlare di “sostenibilità ambientale” riguardo a un progetto che vuole fare dello stadio un luogo che vorrebbe attirare migliaia di automobili per 365 giorni all’anno? Parcheggio sotterraneo, medicina sportiva, negozi, ristoranti…. (e c’è già un plesso scolastico con 630 alunni).

Il sindaco Guerra metteva al primo punto del suo programma: “Vogliamo migliorare le condizioni di vita del nostro territorio, ispirando la nostra azione alla piena sostenibilità ambientale… affrontando in maniera sempre più determinata il tema della qualità dell’aria, della transizione ecologica…”.

In quest’ottica per far diventare il nuovo Tardini un polo multifunzionale “green” dovrebbe essere istituita un’area pedonale con ztl limitrofa, piste ciclabilie un nuovo piano del traffico all’altezza della situazione, non sarà certo sufficiente dire che le coperture producono energia con il fotovoltaico.
Oltre a quel poco che si potrebbe ricavare sotto le gradinate o le tribune, la possibilità di edificare nuove strutture per trovare spazio alla parte commerciale dell’operazione, come ristoranti e negozi, sembra molto ristretta. Rimane solo la “piazza” tra i cancelli e la tribuna Petitot, adesso adibita a parcheggio “tecnico” nei giorni di gara (spazio fondamentale anche per avere la licenza Uefa). Ma per costruire bisognerebbe probabilmente realizzare il parcheggio sotterraneo.

Scuola salva

Quarta condizione
salvaguardia del plesso scolastico Puccini-Pezzani, garantendone il pieno mantenimento in servizio anche con la pianificazione dei relativi interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria”.


Cantiere molto impattante, ma si giocherà comunque al Tardini

Decima condizione
sostenibilità dell’impatto del cantiere, anche in considerazione delle peculiarità urbane del contesto, con eventuale programma di esecuzione per fasi successive che consenta il mantenimento delle manifestazioni sportive durante le fasi di cantiere nonché una riduzione dei disagi legati alla esecuzione dei lavori sulla popolazione residente e sulle attività delle strutture scolastiche collocate in prossimità dello Stadio”.
Di recente Luca Martines, il Managing Director Corporate del Parma Calcio ha detto che per la prossima stagione, sia che la squadra rimanga in serie B o sia promossa in A, le partite si giocheranno tutte al Tardini, rassicurando i tifosi riguardo ad ipotesi che prevedevano l’individuazione di stadi alternativi. Viene così confermata implicitamente l’esecuzione dei lavori a stralci.


Sobrietà, mai più astronavi!

Prima condizione:
rispetto del valore identitario dello Stadio, con la conservazione del nome “Ennio Tardini”, e della tradizione sportiva della città di Parma nonché una più organica integrazione nel contesto affinché l’architettura sia congruente con la cornice e possieda caratteri di sobrietà sia nei tratti distintivi dell’immagine complessiva dell’intervento che nell’impostazione dell’impianto tipologico”.
In Comune hanno impiegato quasi due anni per passare dallo stadio-astronave alla sobrietà. Meglio tardi che mai. Ma aspettiamo il progetto definitivo e le inevitabili discussioni che susciterà. Riusciranno alla fine i parmigiani a trovare il giusto equilibrio tra interesse pubblico e interesse privato?

Credits foto:
- foto 1 e 2: Parmacalcio – Nuovo Stadio di Parma – Dossier di progetto (dicembre 2022)
- foto 2: Progetto Stadio Tardini – Studio Zoppini Architetti (maggio 2021)
- foto 3: DerbyDerbyDerby.it

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