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Quale titanica arena per ludi pedatori!

Caro Diario

sventurata è la vista che si trova dinnanzi a tale monstruosità! Un’arena per ludi pedatori dall’architettura futuristica, insensata titanica creazione, con finanche un parcheggio sotterraneo per carrozze semoventi conficcata nel cuore della città! Che arditezza, che sacrilegio nei confronti dell’armonia architettonica che fino ad oggi, con tanto impegno, i miei amati sudditi avevano saputo preservare.

Chi sono questi figuri, sbarcati dalle lande transoceaniche ostentando tasche traboccanti, che ardiscono erigere simili costruzioni circensi, altari alla Dea Eupalla, meta di plebi vocianti e orde di lanzichenecchi latori di disordini e tumulti?

E che ne pensano gli sconsiderati che amministrano quella che fu la capitale del mio augusto regno? Non avranno intenzione di porre il loro sigillo su questa dissennata intrapresa?

Ma, come si conviene a noi nobili, sappiamo volgere un guardo indulgente anche a tali sventure. Forse, in qualche maniera bizzarra, intendono rendere tributo ai loro illustri progenitori. Forse vogliono dimostrare con questa creazione, in cui il buon gusto e la saggezza sono stati sacrilegamente conculcati, che la nostra grandezza non può essere superata. Perché altrimenti nulla, se non un incubo o qualche malsano delirio, potrebbe spiegare un simile affronto alla bellezza e all’eleganza che la nostra epoca ha saputo generare!

Sarà, dunque, un’insolita pietra miliare nella storia della nostra città, un segno di un’epoca futura che forse riusciremo a decifrare soltanto con l’andar del tempo. E che tempo! 90 anni nientemeno, a quanto mi è stato riferito, di occupazione da parte dei barbari. Ben strano destino, essere spettatori di questo strambo balletto tra il passato e il futuro, mentre noi nobili continueremo ad alimentare l’eterna fiamma della tradizione e della nobiltà d’animo.

Tua Duchessa ML Asburgo Lorena

Nuovo Tardini al bivio: rigenerazione sostenibile o cementificazione affaristica?

Cresce l’attesa per il progetto e per il piano finanziario definitivo del nuovo stadio.
Le ultime “condizioni” dettate dalla Giunta comunale al Parma Calcio: breve ripasso e considerazioni

di Marco Ferrari e Stefano Secchi

Ricapitoliamo gli ultimi principali avvenimenti

Il 23 marzo scorso viene presentata al Sindaco una petizione popolare, corredata da 8.241 firme, che chiede la conservazione e ristrutturazione dello stadio. È firmata daI Comitato Tardini Sostenibile e da una ventina di associazioni tra cui NoCargoParma, Parma città pubblica, le sezioni cittadine di Fiab, Fai, Legambiente, Italia Nostra, Fridays for Future, WWF.

Con circostanziate motivazioni si chiede che venga rimessa in discussione la dichiarazione di “pubblico interesse” in merito al progetto di riqualificazione del Tardini presentato dal Parma Calcio e già votata dal Consiglio comunale. In più, si chiede che venga garantito il mantenimento in attività della scuola Puccini-Pezzani che il precedente progetto dei vecchi padroni del Parma voleva demolire.

Il 30 marzo si riuniscono le commissioni competenti per discutere di due documenti: la petizione popolare e una mozione (datata 27 marzo) dei gruppi consiliari di maggioranza che, se approvata, impegna il Sindaco e la Giunta a fornire al Parma Calcio “alcuni precisi indirizzi per il prosieguo del procedimento, affinché il progetto definitivo, oltre a corrispondere alle condizioni e prescrizioni già emerse in Conferenza dei Servizi preliminare, si adegui alle seguenti condizioni…

Seguono 12 “condizioni” (dette anche “paletti”) che, per la maggioranza consiliare, sono una sintesi stringente delle richieste emerse dal dibattito e dal percorso partecipativo degli ultimi mesi. Per il Parma Calcio la mozione segna un definitivo stop al progetto preliminare che, anche se già in parte modificato, prevedeva la demolizione quasi completa dello stadio e un rifacimento ex novo. Adesso quello definitivo dovrà tenere in considerazione questi 12 paletti per superare le criticità emerse circa gli aspetti “architettonici, economici e di sostenibilità”.
A suscitare timori e riprovazione, che paiono condivisi dai cittadini firmatari della petizione e dai consiglieri comunali di maggioranza, è la durata di 90 anni della concessione al privato, l’americano Krause.
Il 3 aprile si riunisce il Consiglio comunale che approva la mozione a larga maggioranza. Viene però appurato in via definitiva che il “pubblico interesse” non doveva essere votato dal Consiglio, come avvenuto nel gennaio 2022, bensì dalla sola Giunta.
Il 5 aprile si riunisce in gran fretta la Giunta comunale che fa integralmente proprie le 12 “condizioni” della mozione (diventate 11 per l’accorpamento di due) e ratifica con valore retroattivo la dichiarazione di “pubblico interesse”, necessaria per far continuare l’iter amministrativo del progetto del Parma Calcio.

Analisi delle ”condizioni”

Abbiamo per comodità dato un numero progressivo agli 11 punti che nella delibera della Giunta (delibera 119 del 5/4/23) vengono elencati come “indirizzi e condizioni”.
Iniziamo con le “condizioni” più importanti ai fini di determinare gli interventi di “riqualificazione”.


Demolire o riutilizzare? Rifare o risparmiare?

Quinta condizione
sostenibilità economico-finanziaria della proposta, rifunzionalizzando gli elementi della costruzione che possano essere utilmente conservati, con conseguente riduzione del costo dell’investimento iniziale”.
Sesta condizione:
sostenibilità ambientale, con l’applicazione del principio del riuso e della rigenerazione urbana, affinché sia garantito il massimo tasso di recupero e riciclo delle acque e degli elementi della costruzione che abbiano ancora vita utile sotto il profilo strutturale, e non confliggano con il punto successivo (il neretto è nostro, ndr), non siano ingiustificatamente sottoposti a demolizione, a partire dalla tribuna del cosiddetto Petitot
Settima condizione:
sostenibilità sociale, mediante l’incremento del comfort degli spettatori, in particolare quando rivolto a garantire la piena accessibilità ad ogni nuovo servizio a tal scopo programmato ed individuare spazi idonei ad ospitare persone con ridotta capacità motoria e/o sensoriale ed i loro accompagnatori. Aumentare la distanza delle parti edificate dello stadio dagli edifici circostanti (il neretto è nostro, ndr), allo scopo di incrementare la visuale libera e migliorare il comfort abitativo dei residenti con affacci prospicienti lo stadio”.

Ottime intenzioni, ma emerge evidente una contraddizione. Come si fa ad “aumentare la distanza delle parti edificate dello stadio dagli edifici circostanti” con “l’applicazione del principio del riuso”? Non si possono “spostare” tonnellate di cemento armato come se il Tradini fosse un enorme struttura fatta con i Lego. Bisogna per forza demolire delle “parti edificate dello stadio” e ricostruirle un poco più vicine al campo.
Ci riferiamo in specifico alle curve, nord e sud, che hanno “ancora vita utile sotto il profilo strutturale”.
Ci troviamo di fronte a un cortocircuito: nella Quinta e nella Sesta condizione la Giunta si preoccupa dei costi ed esorta al risparmio: bisogna “rifunzionalizzare”, “riusare” garantire il “massimo tasso di recupero” dare “nuova vita” agli elementi strutturali esistenti dello stadio per evitare “ingiustificate demolizioni”. Ma nella Settima da il permesso di demolire con lo scopo di “migliorare il comfort abitativo dei residenti”. Quindi il miglioramento del “comfort” dei residenti per la Giunta giustifica la possibilità di demolire e giustifica di conseguenza un aumento dei costi economico-finanziari. È questa una zona d’ombra della delibera che dovrà essere chiarita dall’Amministrazione quando saranno presentate dal Parma Calcio le possibili ipotesi tecniche.

Parcheggio sotterraneo

Ottava Condizione:
garanzia delle più rigorose verifiche tecnico scientifiche circa la realizzazione di un eventuale parcheggio sotterraneo, al fine di evitare qualsivoglia interferenza negativa di tale opera”.
L’aggettivo “eventuale” significa che “può avvenire o no a seconda degli eventi” (Treccani). Il Comune fa un passo indietro, rinuncia alla decisione politica, lascia decidere ai tecnici. Nei fatti l’unica area dove si può scavare è quella tra la rotonda del Petitot/cancellata di entrata e la tribuna.
Se le ruspe non trovano resti archeologici o non si rischia di fare danni alle fondamenta delle case vicine….si può fare.
Un parcheggio nei pressi del centro storico è un attrattore di traffico. È dunque controverso e confligge con la strategia “Parma Climate Neutral 2030” che il Comune si è impegnato ad attuare puntando, tra le altre cose, alla dissuasione dell’utilizzo delle autovetture. In più significa autorizzare un’irreversibile cementificazione sotterranea in un’area monumentale della città. Una zona, quella tra l’entrata dello stadio con i suoi filari di tigli, pensata dal punto di vista architettonico-urbanistico come parte integrante della raggera di strade alberate che formano Piazzale Risorgimento e che ruota appunto attorno al Casinetto del Petitot.

Il parcheggio sotterraneo (la prima ipotesi era di 160 stalli) comporterebbe non solo l’abbattimento dei tigli secolari ma impedirebbe la piantumazione di veri alberi: si dovrebbe ricorrere ad alberelli in vasca. In più le rampe di accesso e uscita impatterebbero in un contesto di viabilità già molto critico.
Riguardo a questa zona la Sovrintendenza sta per decidere come formulare il dispositivo di vincolo, che riguarda anche l’originale tribuna d’onore (vedi foto) tuttora in parte esistente ma inglobata nella struttura della tribuna Petitot.


La concessione: il “paletto” economico che ha fatto e farà molto discutere. Quale sarà il punto di equilibrio?

Seconda condizione:
consistente e sostanziale riduzione della durata della concessione, anche con l’introduzione di clausole funzionali a contingentare eventuali correttivi che, in corso di vigenza, possano estendere la durata della stessa o incrementare gli spazi dedicati ad attività commerciali”.

Il progetto preliminare di cui si discute (del maggio del 2021), che proponeva uno Stadio completamente nuovo definito dal sindaco Guerra un’astronave (foto), è stato in parte modificato prima del Percorso partecipativo (gennaio 2023). In ogni caso si tratta di uno stadio moderno da quasi 100 milioni di euro, ma fuori misura per la città e con le caratteristiche peculiari di un investimento immobiliare privato da far funzionare tutto l’anno (negozi, parcheggi, ristoranti, concerti, eventi… eccetera). Una sola cosa è certa: più dollari spenderà Krause, più il Comune (cioè noi cittadini) dovrà restituire in contropartite per rendere appetibile/sostenibile l’investimento.

Infatti la demolizione e rifacimento ex novo ha portato alla richiesta di una concessione dalla enorme durata di 90 anni. Lunghezza purtroppo prevista dalla Legge stadi per “assicurare adeguati livelli di bancabilità” ma che aliena un bene comune per un tempo inimmaginabile (e se poi tra 50 anni lo stadio andasse in parte rifatto?). Una sua “consistente e sostanziale riduzione” è possibile solo con una rigorosa applicazione della Quinta e della Sesta condizione che invitano, come abbiamo visto, a conservare e rifunzionalizzare il più possibile l’esistente per diminuire i costi (a parte la contraddizione di cui sopra).

Quindi Il problema è: quale sarà il punto di equilibrio che rende sostenibile la spesa del Parma Calcio in rapporto alla durata della concessione? Se la concessione scendesse a 60, oppure a 40, o a 30 anni, cosa significherebbe in termini di investimento? Ad esempio: se sono 60 anni si demoliscono e ricostruiscono le curve coprendole, si scava il parcheggio e si riducono le aree commerciali…se sono 30 si fa solo il parcheggio, la copertura delle curve e un solo ristorante… Solo il progetto e il piano finanziario definitivo indicheranno le possibilità.
In questo orizzonte si è da poco inserito l’acquisto dell’ex Direzionale Parmalat di Collecchio e di vasti terreni adiacenti che, uniti al Centro sportivo rappresentano per Krause un grande investimento polifunzionale. Non sappiamo se Collecchio può, in un certo senso, controbilanciare un ridimensionato intervento sul Tardini.


Traffico, inquinamento e commercio

Terza condizione
individuazione di spazi commerciali con valenza meramente residuale rispetto all’intervento complessivo, e comunque compatiibili con le realtà commerciali già presenti nell’area circostante, nonché introduzioni di aree con funzioni complementari e specializzate, quali ad esempio medicina ed attività sportive, museo dello sport, spazi esterni attrezzati ed aperti al pubblico, con incremento dell’equipaggiamento vegetazionale , tali da rendere lo Stadio un luogo fruibile all’intera comunità, pur mantenendo salda la propria vocazione sportiva

Nona condizione
applicazione dei più moderni metodi per la produzione di energie rinnovabili affinché il nuovo Stadio non solamente sia Near Zero Energy Building, ma possa anche rappresentare il fulcro dei una comunità energetica con ricadute vantaggiose per il contesto sociale sotto il profilo della sostenibilità economico-finanziaria ed ambientale

Undicesima condizione
introduzione di strategie funzionali a ridurre l’impatto degli eventi sportivi sulle aree di transito cittadine, con gestione e controllo del flusso veicolare, residenziale e di tifoseria oltre che con regolamentazione della sosta per i mezzi di trasporto

Osservando la foto qui sopra si vede come il Piazzale Risorgimento è uno dei punti nevralgici della città. Il crocevia degli assi fondamentali della viabilità dove transitano decine di migliaia di mezzi al giorno. Il Tardini sembra essersi fatto largo a spallate tra i palazzoni.
E quando ci sono le partite la città è spezzata in due con un notevole disagio per tutti.

Sembra difficile parlare di “sostenibilità ambientale” riguardo a un progetto che vuole fare dello stadio un luogo che vorrebbe attirare migliaia di automobili per 365 giorni all’anno? Parcheggio sotterraneo, medicina sportiva, negozi, ristoranti…. (e c’è già un plesso scolastico con 630 alunni).

Il sindaco Guerra metteva al primo punto del suo programma: “Vogliamo migliorare le condizioni di vita del nostro territorio, ispirando la nostra azione alla piena sostenibilità ambientale… affrontando in maniera sempre più determinata il tema della qualità dell’aria, della transizione ecologica…”.

In quest’ottica per far diventare il nuovo Tardini un polo multifunzionale “green” dovrebbe essere istituita un’area pedonale con ztl limitrofa, piste ciclabilie un nuovo piano del traffico all’altezza della situazione, non sarà certo sufficiente dire che le coperture producono energia con il fotovoltaico.
Oltre a quel poco che si potrebbe ricavare sotto le gradinate o le tribune, la possibilità di edificare nuove strutture per trovare spazio alla parte commerciale dell’operazione, come ristoranti e negozi, sembra molto ristretta. Rimane solo la “piazza” tra i cancelli e la tribuna Petitot, adesso adibita a parcheggio “tecnico” nei giorni di gara (spazio fondamentale anche per avere la licenza Uefa). Ma per costruire bisognerebbe probabilmente realizzare il parcheggio sotterraneo.

Scuola salva

Quarta condizione
salvaguardia del plesso scolastico Puccini-Pezzani, garantendone il pieno mantenimento in servizio anche con la pianificazione dei relativi interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria”.


Cantiere molto impattante, ma si giocherà comunque al Tardini

Decima condizione
sostenibilità dell’impatto del cantiere, anche in considerazione delle peculiarità urbane del contesto, con eventuale programma di esecuzione per fasi successive che consenta il mantenimento delle manifestazioni sportive durante le fasi di cantiere nonché una riduzione dei disagi legati alla esecuzione dei lavori sulla popolazione residente e sulle attività delle strutture scolastiche collocate in prossimità dello Stadio”.
Di recente Luca Martines, il Managing Director Corporate del Parma Calcio ha detto che per la prossima stagione, sia che la squadra rimanga in serie B o sia promossa in A, le partite si giocheranno tutte al Tardini, rassicurando i tifosi riguardo ad ipotesi che prevedevano l’individuazione di stadi alternativi. Viene così confermata implicitamente l’esecuzione dei lavori a stralci.


Sobrietà, mai più astronavi!

Prima condizione:
rispetto del valore identitario dello Stadio, con la conservazione del nome “Ennio Tardini”, e della tradizione sportiva della città di Parma nonché una più organica integrazione nel contesto affinché l’architettura sia congruente con la cornice e possieda caratteri di sobrietà sia nei tratti distintivi dell’immagine complessiva dell’intervento che nell’impostazione dell’impianto tipologico”.
In Comune hanno impiegato quasi due anni per passare dallo stadio-astronave alla sobrietà. Meglio tardi che mai. Ma aspettiamo il progetto definitivo e le inevitabili discussioni che susciterà. Riusciranno alla fine i parmigiani a trovare il giusto equilibrio tra interesse pubblico e interesse privato?

Credits foto:
- foto 1 e 2: Parmacalcio – Nuovo Stadio di Parma – Dossier di progetto (dicembre 2022)
- foto 2: Progetto Stadio Tardini – Studio Zoppini Architetti (maggio 2021)
- foto 3: DerbyDerbyDerby.it

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Krause style: dal pallone al mattone

di Francesco Dradi con il supporto della redazione

A Parma dobbiamo ancora capire se Kyle Krause, 60 anni, presidente del Parma Calcio da tre stagioni, è l’amico americano, infatuato dallo sport più popolare del mondo, oppure un imperialista yankee, affarista immobiliare.

Sicuramente l’abbinata pallone e mattone è inscindibile nelle intenzione del magnate dell’Iowa, come mostriamo nelle foto sotto. E peraltro è in buona compagnia: delle 40 società di calcio professionistiche italiane (serie A e B) 13 hanno proprietà straniere, di cui 11 americane. Tutte, o quasi, hanno nelle loro intenzioni la costruzione di nuovi stadi, facilitati da una leggina ad hoc che permette di bypassare tanti strumenti di salvaguardia dell’interesse collettivo.
Curioso paradosso: per anni si è detto che il calcio italiano non era più competitivo in Europa perché non vi sono stadi accoglienti e, come per magia, questa primavera ci ritroviamo ad avere 5 squadre nelle semifinali delle coppe europee, con gli stessi stadi “inadeguati” di prima (a parte la Juventus che lo “stadium” nuovo ce l’ha ma peraltro versa in guai ben peggiori).

Ma non divaghiamo.

Quando di tanto in tanto lo vediamo a Parma, Krause ha sempre il sorriso #opentomeraviglia di chi scopre il Bel Paese.

Però applicando la mentalità stelle e strisce, dove lo sport è un business come un altro. Negli USA questa mentalità è agevolata dai campionati chiusi, senza promozioni e retrocessioni. E questo garantisce stabilità. E se una città “non risponde” si cambia, come insegna la vicenda degli Athletics nel baseball, che trasferirà la franchigia da Oakland a Las Vegas … proprio per una questione di stadio.

In Italia, e in Europa, le cose funzionano un po’ diversamente. L’alea è molto più elevata. Come dimostrano i magri risultati sportivi conseguiti finora (peraltro, a dispetto degli opinionisti locali ipercritici, il Parma è tuttora in corsa per la serie A e con un po’ di fortuna potrebbe farcela ad ottenere la promozione).

A prescindere dai risultati l’investimento americano è stato cospicuo, tanto è vero che le perdite accumulate dal Parma Calcio nell’ultimo anno sfiorano i 100 milioni di euro, con un esborso complessivo, da parte del gruppo Krause, di 325 milioni € in due anni.

Cifre da far impallidire noi comuni mortali italiani, cifre che spedirebbero il signor Krause di diritto in quella categoria di presidenti “ricchi e scemi” come ebbe a definirli, a fine anni Cinquanta, Giulio Onesti presidente del Coni .

Va bene che il patrimonio della famiglia Krause è debordante (3 miliardi di euro, secondo la Voce di New York)  tuttavia scialarne il 10% per una passione mal si concilia con l’idea dell’imprenditore di successo.

Impensabile che non voglia perlomeno tenere i conti in equilibrio. Puntare sullo sviluppo del settore giovanile, per future plusvalenze, forse non basta.

E dunque l’affare nuovo Tardini s’ingrossa. E si allarga fino a Collecchio.
Cerchiamo di capire come, facendo il parallelo con Des Moines, città di origine delle fortune di Krause. Le analogie sono davvero tante e raccontano una storia, quella di un imprenditore e delle sue creature da Des Moines, capitale dell’Iowa (USA), nella cosiddetta “corn belt”, ossia “fascia del mais”, a Parma, Italia, autoproclamata capitale della “food valley”. Altra caratteristica in comune: entrambe hanno una popolazione che si aggira sui 200mila abitanti.

Per Krause la passione del calcio è antica: è proprietario del Des Moines Menace dal 1998. Per due decenni si è accontentato. Poi nel 2020 il salto di qualità.

Il sistema del soccer americano è diverso dal calcio italiano tuttavia, per intendersi, il Menace milita in una categoria equiparabile alla nostra serie D. Ciò non basta più a Krause che vuole una squadra almeno in USL Championship, al livello della nostra serie B. Non essendoci promozioni / retrocessioni per iscriversi e giocare nella Usl Championship occorre rispettare una serie di parametri, tra cui uno stadio con determinate caratteristiche. Qui sta la novità: Krause un anno fa (2022) ha fondato la società del Pro Iowa (il nome richiama la Pro Patria nostrana) per ottenere la concessione per costruire uno stadio nuovo, polifunzionale, con annessi ristoranti, negozi e altro. Una volta che sarà pronto lo stadio (nel 2025, da progetto, ma vi sono intoppi) formerà la squadra da iscrivere al campionato.

Andiamo alle foto. Nella colonna di sinistra l’America: il patron lancia la nuova società calcistica, in mezzo il rendering del nuovo stadio che progetta per la capitale dello Iowa; più sotto, un centro multifunzionale della Krause+, il braccio immobiliare dell’azienda di famiglia.
Nella colonna di destra, Parma: Krause acquista la squadra; sotto, a destra, il primo rendering (aprile 2021) del Nuovo Tardini; più sotto, l’ex centro direzionale Parmalat di Collecchio acquisito assieme a vasti terreni.

Altra foto interessante: questi sono gli interventi immobiliari che i Krause vorrebbero realizzare nella loro cittadina di Des Moines attorno al loro nuovo stadio, con un investimento previsto di circa 550 milioni di dollari.

Il “distretto sportivo” a Des Moines conterrebbe, tra l’altro, una piazza, luoghi per fare musica all’aperto, negozi, ristoranti, birrerie, hotel, appartamenti, uffici, supermarket. Il calcio come punto di partenza, il mattone come punto di arrivo: il nuovo stadio diventa il catalizzatore di importanti operazioni (speculazioni ?) immobiliari.

A Parma non ci potrà essere un una possibilità come questa, ma forse Kyle Krause sta progettando un District diffuso tra il quartiere Cittadella e Collecchio. Il Nuovo Tardini potrebbe diventare una specie di Krause Center aperto tutto l’anno in attesa magari di entrare in possesso di qualche altro spazio in città (Comune permettendo). Krause si è detto “felicissimo che lo stadio rimarrà sempre dov’è oggi, nel cuore della città” (“Gazzetta dello Sport” del 14 aprile 2023). Dichiarazione comprensibile dal suo punto di vista. Nella vecchia Europa la conquista del centro storico permette di pareggiare quella mancanza di spazio edificabile che in America certo non manca.

A Collecchio invece lo spazio edificabile c’è. Al Centro sportivo si sono da poco aggiunti, infatti, gli edifici in abbandono dell’ex Centro direzionale Parmalat con i relativi terreni, il tutto (340.000 mq) già unito attraverso i tre appezzamenti messi all’asta – fortunata coincidenza! – dal Comune di Collecchio. Il progetto “Parma Calcio District” sta prendendo forma ed è in continua evoluzione come ha lasciato intendere il patron.

Il grosso investimento è frutto di una visione ben precisa. Le ingenti perdite del Parma Calcio gestione Krause (ricordiamo: 100 milioni l’anno) forse non erano previste (o forse erano previste perdite di minore entità), ma per la famiglia di Des Moines l’importante era far partire il treno, che è stato messo in moto e che adesso non si può fermare.

Per comprendere la Krause-strategy si deve anche considerare la recente vendita del core business dell’azienda, la catena di minimarket-distributori di benzina-ristoranti, chiamata Kum&Go. Secondo l’agenzia Reuters, che cita fonti anonime, l’operazione potrebbe aver fruttato 2 miliardi di dollari (forse al lordo dei debiti contratti in precedenza).

Per il giornale locale Des Moines Register, questa decisione ha i caratteri di un epocale cambio di rotta della famiglia Krause che è voluta uscire da un settore (quello del “gas and convenience store”) nel quale non poteva più essere competitiva per concentrarsi su altri business, primo fra tutti quello immobiliare.
Il vecchio business avrebbe richiesto infatti investimenti massicci in nuove tecnologie e automazioni per reggere i quali (complice anche l’inflazione) i punti vendita sarebbero dovuti aumentare, per una conveniente economia di scala, fino a superare il migliaio e coprire più Stati possibile. I Krause ne avevano circa 430 in 12 Stati, pochi, e infatti sono stati comprati da una catena concorrente che ne aveva oltre 800. Anche il post-covid ha avuto un peso nella decisione della vendita: ha ridotto la mobilità delle persone e portato a un aumento – diventato poi strutturale – del lavoro online con conseguente riduzione dei viaggiatori e dei ricavi nel settore. Altre aziende americane di simili dimensioni e dello stesso settore hanno venduto prima dei Krause.

Il sito del Krause Group spiega la filosofia dei nuovi investimenti: fornire servizi che soddisfino le necessità di singoli cittadini ma soprattutto di intere comunità sempre alla ricerca di un più “eccitante” stile di vita. Quindi un settore di affari dove tutti sono potenziali consumatori dotati di un potere d’acquisto adeguato e disposti a spenderlo per assicurarsi il meglio.
Ecco la mission: “Utilizzare una visione globale per far crescere le comunità locali”; “Krause Group è la società madre di una serie diversificata di attività che includono vendita al dettaglio, logistica, cantine italiane e ospitalità, proprietà immobiliari, agricoltura e squadre di calcio. Mettiamo le persone al primo posto, accelerando le nostre attività in modo che possano realizzare il loro scopo e trovare un successo multigenerazionale a lungo termine”.

Lo Stadium District contiene in effetti tutto ciò che può rendere la vita più “divertente”: stadio per il calcio ma disponibile per diverse altre attività (es: concerti), piazze alberate, luoghi per fare musica all’aperto, birrerie, negozi, ristoranti, hotel, supermarket e uffici nuovi dove è più bello lavorare.
Il tutto necessita di nuovi spazi e nuovi edifici o la riqualificazione ad hoc di quelli esistenti, ed ecco che si arriva al nuovo core business della famiglia, il settore immobiliare, rappresentato dalla Krause+.

La Krause+ comunica così la sua nuova strategia, che sta avanzando nello Iowa come in Italia, in particolare a Parma.

Lo proponiamo, con un pizzico di satira, in versione Parla come Mangi (un omaggio all’indimenticabile Cuore).

1) We MAKE places better. COSTRUIAMO edifici, quartieri, città moderne, in cui si vive meglio.
2) We are a purposed-based company that puts people and planet first. NON siamo degli speculatori. Dovete avere fiducia in noi perché prima di tutto abbiamo a cuore le sorti delle persone e del pianeta, indispensabile in tempi di preoccupazioni ecologiche.
3) We turn UNDERUTILIZED real estate into vibrant COMMUNITIES. Noi non arriviamo con le ruspe e le colate di cemento. Anzi, vogliamo se possibile RIQUALIFICARE immobili VECCHI O SOTTOUTILIZZATI in luoghi al servizio di vivaci comunità.

Krause a Parma sta dando corpo alla nuova linea di affari della famiglia attraverso la “riqualificazione” del Tardini da trasformare in uno “stadio commerciale” e la creazione di un quartiere tipo Stadium District a Collecchio, utilizzando la narrazione dell’ “essere al servizio delle comunità”.

L’imprenditore vuole fare affari, tutti gli imprenditori lo vogliono ed è legittimo. Decidere se questi siano compatibili con il “pubblico interesse” o non si possano ritorcere in parte contro Parma e i suoi cittadini, questo è il compito del decisore politico ma anche di tutti i parmigiani. Il luccichio dei dollari è invitante, ma come sappiamo per avere una buona qualità della vita ci sono ingredienti senza prezzo, come dice la pubblicità.

Per esempio, un Tardini-Krause Center con parcheggio sotterraneo, negozi, ristoranti e altre attività funzionante tutto l’anno avrebbe pesanti ripercussioni in termini di traffico e di inquinamento nella piazza antistante lo stadio e il Petitot, che già non scherza. E qui accenniamo solo incidentalmente al divieto di transito e sosta per motivi di ordine pubblico in occasione delle partite, che manda regolarmente in tilt un quadrante di città.

Tornando al rifacimento dello stadio vi è anche l’interrogativo sul mantenimento o scomparsa dell’ingresso monumentale con i suoi filari di tigli, pensata dal punto di vista architettonico-urbanistico come parte integrante della raggera di strade alberate che formano Piazzale Risorgimento e che ruotano appunto attorno al Petitot, come da foto storica del 1967.

Quanti dollari valgono questo genere di beni immateriali? È possibile riqualificare il Tardini con i fondi di Krause senza stravolgere il fondamentale concetto di “pubblico interesse” concedendo un po’ troppo favore al privato?
Il primo progetto del Nuovo Stadio prevedeva la completa demolizione del Tardini per ricostruire uno stadio-astronave. Le critiche dei cittadini, dei tifosi, di alcuni politici e dei vari enti di controllo, anche relative al piano finanziario, hanno portato a cambiamenti.
Il primo progetto “costava” 84 milioni € e prevedeva una concessione di 90 anni. Uno dei paletti fissati dalla mozione consiliare approvata il 3 aprile scorso, e ratificata dalla giunta, chiede una significativa riduzione della durata della concessione. In attesa del nuovo progetto, nei pour parler politici si vocifera di una forchetta che oscilla tra 30 e 60 anni. Tutto sta a capire quale sarà il break even dell’investimento nel nuovo Tardini per sostenere la squadra del Parma Calcio. O viceversa. Oppure se Krause, non potendo fare affari di mattone, magari si porterà via il pallone.

Credits foto:
– 1 e 2) da Des Moines Register
– 3) Krause Group
– 4) Copyright Italpress
– 5) da video Parma Calcio 1913
– 6) da Comune Collecchio
– 7) da Hola America News, “Downtown Des Moines soccer stadium at least a year”, di T.Jett (Des Moines Register)
– 8) Fotomedici.it/parma-di-una-volta/

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