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Il rincaro delle mense scolastiche è un boccone indigesto

Le proteste dei genitori dell’Albertelli Zerbini Newton, una mozione della consigliera Ubaldi per revocare l’aumento e le risposte dell’assessora Bonetti

Il rincaro delle mense scolastiche è un boccone indigesto per diverse famiglie. A dar voce alle proteste sono stati in specifico i rappresentanti di classe della scuola primaria Albertelli – Zerbini – Newton, con capofila dei firmatari il rappresentante Francesco Petrarca. In una lettera indirizzata al sindaco Michele Guerra, all’assessora ai servizi educativi Caterina Bonetti e alla stampa, i rappresentanti di classe fanno i conti degli aumenti e chiedono esplicitamente alla giunta di tornare sui propri passi.

In questo articolo diamo conto, in sintesi, della posizione dei genitori dell’Albertelli Zerbini Newton, sostenuta anche dalla consigliera comunale Federica Ubaldi (ChiAmaParma), e della risposta dell’assessora Bonetti. Le dichiarazioni complete le trovate scaricabili in fondo. (La foto di apertura è di repertorio e tratta dal sito pexels e non riguarda Parma).

Mostriamo prima di tutto la tabella con le tariffe della ristorazione scolastica, prima e dopo gli aumenti (le cifre sono state verificate al centesimo da Parma Parallela). Va precisato che in questi anni gli aumenti di costo della materia prima e del servizio, presentati dal gestore delle mense, sono stati “coperti” con risorse dal bilancio comunale. Il Comune di Parma ha operato gli aumenti in occasione della delibera che approvava l’affidamento delle mense in project financing (ne avevamo scritto qui).

Nella loro lettera i genitori protestano fondamentalmente su due aspetti: il rincaro di per sé e le tempistiche.

Il provvedimento – scrivono – è stato deliberato in data 09/09/2025 pertanto postumo al bando di ristorazione scolastica per il 2025/26. Tale scelta NON  ha permesso pertanto alle famiglie di poter decidere se accettare o meno il rincaro. L’incremento ISTAT è presente nelle casse del Comune come in quelle delle Famiglie. Far subire un inaspettato aumento, in modo unilaterale, non è di certo una politica a tutela delle famiglie e dei cittadini”.

Se a una famiglia di medio reddito aumenta di 200 euro l’anno la spesa mensa e gli stipendi restano uguali, viene da sé che maggiore sarà la fatica di rispondere ai fabbisogni primari essenziali di un bambino. Chiediamo pertanto delucidazioni su come è stata scelta la data dell’applicazione di questo aumento” scrivono i rappresentanti di classe esplicitando la richiesta “che tale aumento venga fatto quantomeno slittare all’A.S. 26/27, al fine di permettere a tutte le famiglie una corretta programmazione delle spese fisse da fronteggiare e che le stesse possano liberamente decidere, come previsto, di NON usufruire più dei servizi di ristorazione scolastica qualora lo ritenessero opportuno, se le condizioni non dovessero mutare”.

La posizione dei genitori della Albertelli Zerbini Newton è sostenuta da Federica Ubaldi di Civiltà Parmigiana, nonché promotrice di ChiAmaParma, che in occasione del bilancio comunale di prossima discussione ha presentato in conferenza stampa 11 mozioni su welfare e famiglia, la prima delle quali proprio per chiedere la revoca dell’aumento delle tariffe scolastiche e una revisione complessiva del provvedimento. A introdurre questa mozione ha pensato Giusy Rubano di Civiltà Parmigiana: “L’aumento di 200 euro annui colpisce anche le famiglie con Isee medio-basso, è un incremento sproporzionato e la gran parte delle famiglie lo ha appreso solo con le comunicazioni delle scuole a novembre”. “Chiediamo che si faccia un passo indietro – ha spiegato Ubaldi – e si rinvii al prossimo anno scolastico l’aumento, che deve avvenire in modo graduale. E prima ci sia una discussione vera”. Con la possibilità, aggiunge la consigliera, di integrare l’Isee con il Fattore Famiglia, un indicatore che tiene conto del numero di componenti familiari e del loro grado di fragilità. Anche questo Fattore Famiglia è presentato tramite una mozione. Tra le altre proposte che saranno presentate al consiglio comunale da Civiltà Parmigiana vi è un bonus integrativo alle famiglie per il primo anno di vita di un neonato; l’istituzione di un Garante dei diritti per persone con disabilità; tariffe calmierate per case protette per anziani non convenzionate; un Garante per il diritto alla salute.

Abbiamo interpellato l’assessora Caterina Bonetti sulla questione del rincaro mense. La sua risposta precisa innanzitutto che “A Parma le famiglie con i redditi più bassi continueranno a beneficiare di tariffe tra le più accessibili della regione, con esenzioni e agevolazioni confermate. La quota minima (escluso chi esente) passerà da 2,30 a 2,46 euro a pasto, mentre quella medio bassa da 4,12 a 4,61: un aggiornamento necessario dato che le tariffe erano ferme da oltre 12 anni, ma contenuto, e soprattutto equo. Parma si colloca, anche con questo adeguamento tariffario, in linea con gli altri comuni capoluogo della nostra Regione”.

L’assessora illustra paragoni con Reggio Emilia (che con Isee sopra 8.300 € ha una tariffa flat di 6,76 € a pasto), Modena, Piacenza, e Rimini che vedono tariffe più alte per le fasce Isee basse ed intermedie (per il dettaglio vedere il pdf in fondo).

Bonetti si sofferma sulle differenziazioni di Isee per spiegare la ratio degli aumenti: “I cambiamenti che abbiamo previsto manterranno gli sconti per fratelli, così come le esenzioni per famiglie in difficoltà. Ricordiamo che, sempre sulla base dei dati dello scorso anno scolastico, il nostro servizio ristorazione rispecchia quello spaccato di “città a due velocità” già noto da statistiche nazionali. Abbiamo infatti un 12,72% di famiglie fra esenti e sotto i 6.300 di Isee, un 29,16% di famiglie con Isee dai 6.300 ai 15.000, mentre il 57,91% delle famiglie si colloca fra i 15.000 e chi supera i 26.000 (35,74%. sopra i 26.000)” e per questi motivi sono state create tre fasce intermedie fra i 15.000 e gli oltre 26.000 di Isee.

Siamo consapevoli – conclude Bonetti – che ogni aumento impatta sul bilancio delle famiglie e, per questo, abbiamo cercato di differenziare al massimo gli aumenti, che purtroppo però erano necessari, come detto, per il mantenimento della qualità di servizio. Pensiamo sia più equo avere una tariffa alta che si applica a una platea di persone effettivamente a Isee alto e delle fasce medie più basse. Progressività nella contribuzione: pensiamo sia una cosa di sinistra”.

Per approfondire:

Lettera dei rappresentanti di classe delle scuole primarie Albertelli Zerbini Newton

Mozione revoca tariffe e mozione Fattore Famiglia della consigliera comunale Federica Ubaldi (Civiltà Parmigiana).

Risposta dell’assessora comunale ai servizi educativi, Caterina Bonetti

Francesco Dradi

Liberi dal traffico, per una mattina

Giornata della Terra in viale Maria Luigia

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In viale Maria Luigia gravitano circa 4.000 studenti e 1.000 insegnanti. Ogni mattina si assiste all’assedio del traffico per accedere ai licei Ulivi e Romagnosi e agli istituti tecnici Melloni e Rondani. Senza contare le altre scuole nei paraggi.

Sabato 22 aprile, in occasione della Giornata della Terra, gli istituti scolastici hanno provato a liberarsi dal traffico per una mattina intera, organizzando congiuntamente le assemblee d’istituto con attività di strada a cui hanno collaborato svariate associazioni.
Complice il bel sole e l’aria di primavera è stata una prova riuscita. A dimostrare l’effetto che farebbe se, almeno mezza giornata, si togliessero le automobili private da questo lungoparma che, proprio per la sua posizione, si presta facilmente a essere pedonalizzato e restituire aria buona da respirare a chi lo frequenta.

L’attuale divieto di transito temporaneo, dalle 7.40 alle 8.10, introdotto una decina di anni fa dall’allora assessore all’ambiente e mobilità, Gabriele Folli, è ormai un palliativo tante sono le autorizzazioni in deroga. Coloro che non dispongono del permesso si affrettano ad “entrare” fino all’ultimo secondo utile prima che l’agente della polizia municipale disponga la transenna di divieto. Tanto che il flusso di auto prosegue incessante, a divieto in corso. Come misura tampone probabilmente basterebbe anticipare di mezz’ora la chiusura della strada, per evitare l’assalto di autoveicoli privati.

Se si vuole incidere sulla qualità dell’aria che respirano i ragazzi il ragionamento deve necessariamente portare a un ripensamento complessivo della mobilità. Rolando Cervi, mobility manager di professione nonché, da volontario, presidente del Wwf Parma, assicura che i fondi economici per predisporre un piano sono stati trovati dalle istituzioni (Comune di Parma in primis) e si arriverà per davvero alle “strade scolastiche”. “Il problema è solo di volontà politica” dice Cervi.

E sotto questo aspetto, di pressione sociale verso i politici che amministrano, molto potranno fare gli studenti, in una declinazione concreta dei cortei dei Fridays for future, secondo lo storico adagio ambientalista: “pensare globalmente, agire localmente”.

Di questo sono consapevoli i ragazzi del Green Team – una “squadra” in comune tra le scuole e già l’idea è vincente da sola.
Alessia Boci (3^E liceo classico Romagnosi) e Riccardo Cobianchi (5^ F liceo scientico Ulivi) spiegano come si è arrivati a chiudere la strada al traffico per la Giornata della Terra, con il supporto degli insegnanti, in particolare di Niccolò Vernazza, docente di matematica e fisica dell’Ulivi. Un impegno di due mesi abbondanti, con svariate riunioni in Comune per convincere tecnici e politici della fattibilità di questa prima volta.

Finita la festa rimane, al posto di due stalli di sosta, un parklet rosso fuoco, costato soldi (crowdfunding attivato appositamente con successo), fatica e sudore. “Abbiamo lavorato fino alla sera prima per realizzarlo – dice Cobianchi – all’inizio dovevamo smontarlo subito, finita l’assemblea, ma abbiamo convinto il Comune a prolungare la concessione fino a luglio. Contiamo di utilizzarlo e ampliarlo”. “Ci piacerebbe se la strada venisse chiusa al traffico in modo permanente – confida Boci – ma sappiamo che è impossibile, è una strada di transito e molte sono le corriere che portano qui gli studenti da fuori città. Però se si potesse chiuderla ogni volta che si fanno le assemblee d’istituto (una al mese, ndr) già sarebbe significativo”.

Francesco Dradi

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