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Aeroporto cargo: 10 cose da sapere per arrivare preparati al voto decisivo

di Francesco Dradi

Proviamo a spiegare nel modo più semplice possibile la questione dell’aeroporto cargo riassumendola in dieci punti chiave. *L’articolo è stato aggiornato alle ore 21, con la delibera comunale, pubblicata e commentata a fondo pagina.

1) Ma allora: passeggeri o cargo?
Il masterplan del piano di sviluppo aeroportuale (PSA) è per destinare l’aeroporto “Giuseppe Verdi” ad ospitare voli cargo. È su questo che si deve esprimere il Comune di Parma con un doppio passaggio: 1) il voto di conformità urbanistica del consiglio comunale (ci torniamo in fondo) e, 2) nella Conferenza dei Servizi, il parere dell’ufficio tecnico su molteplici aspetti legati alle prescrizioni di VIA (Valutazione Impatto Ambientale), se siano o meno rispettate, quali problemi comportino e se risolvibili o meno e in che modi.
E allora il milione di passeggeri annunciati? Per il momento è verba volant. Ma c’è di più: in base alla normativa UE sugli aiuti di stato, Sogeap per ottenere i 12 milioni di finanziamento pubblico deve rispettare un parametro: stare sotto i 200mila passeggeri nei due anni precedenti e nei due anni successivi all’arrivo dei fondi. Altrimenti vengono revocati. E dopo, potranno aumentare? Certo, ma qui entriamo nel campo del futuribile. Anche i voli cargo potranno incrementare. Dipende a cosa e a chi vogliamo credere.

2) Era una scusa per avere 12 milioni
«È arrivato il momento di dirci le cose come stanno. Se ci troviamo appoggiati andiamo avanti, diversamente gettiamo la spugna anche noi. Buttiamo via un’infrastruttura, tanti soldi e secondo me uno sviluppo importante per la città che rallenta, perché per completare l’infrastruttura si mettono un paio d’anni circa. È chiaro che si parla di trasporto passeggeri e non di trasporto merci. Il trasporto merci è stato una scusa che ho utilizzato per portare a casa i 12 milioni. Ma qui parliamo di trasporto passeggeri, ai miei figli voglio dare voli per l’Europa o anche per l’America. La merce sì, un volo, un volo e mezzo al giorno, di questo si parla, a me interessa i passeggeri. In questi 90 giorni dobbiamo prendere scelte importanti». Guido Dalla Rosa Prati, presidente di Sogeap, in audizione alla conferenza dei capigruppo del consiglio comunale (24/07/23).

3) Quanto mi costi
Non è dato sapere quale sia il costo reale per ampliare l’aeroporto ma da stime presunte si aggirerebbe sui 35 milioni di euro. Agli atti non c’è – o perlomeno noi non lo abbiamo reperito – un piano economico-finanziario aggiornato sul PSA. Per la parte interna al sedime aeroportuale ci si basa ancora sul prospetto di costi presentato da Sogeap in sede di VIA nel 2019. I lavori per ampliare l’aeroporto con allungamento pista, hangar e nuove piazzole di movimentazione aerei, erano stimati in 20,8 milioni dei quali 12 milioni da fondi europei e 8,8 milioni a carico del privato, ossia Sogeap. Possiamo presumere che questi costi siano immutati, (bilanciando tra aumento dei prezzi edili e allungamento ridotto della pista). In più vanno aggiunti i costi esterni all’aeroporto. Ad esempio, per interrare la linea elettrica di alta tensione che passa a nord Terna ha stilato un preventivo di 4,9 milioni. Ci sono poi gli espropri di oltre 20 ettari di terreni, alcuni agricoli, altri classificati come logistico-produttivo, per cui si stimano 5 milioni di euro. C’è poi la cassa di laminazione sul canale Galasso per garantire l’invarianza idraulica. Questa dovrebbe essere realizzata in compartecipazione con le Fiere, stima di costi di 2,5 milioni. Ci sono infine altri costi sparsi per risezione della viabilità ordinaria, mitigazioni e compensazioni per altri 2 o 3 milioni. Il totale si aggira come detto sui 35 milioni euro.

4) Chi paga?
Come arcinoto 12 milioni sono di fondi pubblici (ossia soldi di tutti i cittadini). Per la precisione si tratta di fondi europei denominati FSC ossia Fondi per lo sviluppo e la coesione, concessi in un capitolo di spesa per lo sviluppo dei trasporti. La trafila è lunga, per farla breve: i finanziamenti sono in capo al Governo italiano che li concede ai territori sentite le Regioni. In Emilia-Romagna ogni territorio ha espresso i suoi desiderata. A Parma nel 2018 erano tutti concordi (Comune, Provincia e Regione) di accogliere la richiesta degli Industriali per sostenere l’aeroporto (sul come e il perché vediamo il punto successivo). Il finanziamento di 12 milioni è stato poi regolato da convenzione tra Ministero Infrastrutture e Trasporti e Sogeap, ripartito in due stralci: 2,1 milioni per lavori di consolidamento pista, a quanto pare già erogati (o perlomeno già stanziati ed effettivi, in base ai lavori svolti). I rimanenti 9,9 milioni per tutti gli altri lavori, da effettuarsi entro il 2023 (ma è facile prevedere che si andrà in proroga).
Ok. E gli altri 8 + 15 milioni chi li mette? Non è che poi paga pantalone? In teoria il resto del conto è a carico di Sogeap (il cui azionista di maggioranza col 60% è l’UPI, Unione Parmense degli Industriali) che però in questo momento non ha disponibilità finanziarie, venendo da esercizi in perdita e da fresca ricapitalizzazione per gestire l’ordinario. Tra l’altro l’UPI ha già sborsato 10 milioni per tenere in vita Sogeap. In assenza di risorse proprie, per semplificare, ci sono due strade: chiedere un prestito in banca (al tasso d’interesse odierno) oppure trovare un partner strategico che finanzi i lavori.

5) La svalutazione degli immobili
Se l’aeroporto si arricchisce, si impoveriscono gli abitanti delle zone limitrofe. A causa dell’inquinamento acustico e altri impatti (pista più lunga = aerei più grandi, rumorosi e inquinanti) è facile prevedere una svalutazione degli immobili residenziali e commerciali a Baganzola, Fognano e alla Crocetta. È quanto accade in tutte le zone abitate contigue agli aeroporti a denso traffico in Italia. In particolare a chi ricade nella fascia di rischio aeroportuale.

6) Rischio per le scuole
Portereste le vostre figlie o figli in una scuola a rischio di incidente aereo? Eh già… perché con l’allungamento della pista, le scuole di Baganzola, la primaria Campanini e la media Malpeli ricadranno nella fascia B di rischio aeroportuale. Assieme a metà del paese. Come è possibile questa cosa? Perché il piano di rischio aeroportuale vieta di costruire nelle fasce di rischio (inciso: con l’allungamento della pista tramonta definitivamente l’ipotesi di convertire quello che doveva essere il mall “parma district” in qualche altro tipo di manufatto) e invece consente che l’esistente possa starci? La risposta è una delle tipiche contraddizioni del Bel Paese. Senza dimenticare che in fascia di rischio B finiranno anche l’autostrada A1 e la linea di alta velocità ferroviaria.

7) Quelle luci in mezzo alla strada
Oltre la pista aeroportuale si deve estendere il “sistema luminoso di avvicinamento” per agevolare l’atterraggio. Si tratta di un impianto a piloni a bracci su cui sormontano luci di posizione a distanza regolare. In base a calcoli indipendenti con l’attuale previsione di allungamento della pista uno di questi piloni sarebbe da posizionarsi in mezzo alla carreggiata di viale delle Esposizioni e altri due nel piazzale di carico / scarico del caseificio Margi. Nella precedente versione a pista lunga, tali piloni avrebbero dovuto sorgere in autostrada e sulla ferrovia. La cosa fa sorridere. L’installazione del sistema luminoso è un obbligo, con precisi dettami sulla distanza tra un punto luce e l’altro. È un elemento ostativo non da poco, attraversando una strada a quattro corsie, molto trafficata in determinati giorni l’anno.

8) Ehi, hai un’area da regalare per piantare alberi?
Nella primavera scorsa sono girati messaggi curiosi nella chat dei sindaci della provincia: “Urgente: Sogeap ha bisogno di aree dove piantumare per fare compensazioni. Ne hai da dare gratuitamente?” questo il succo del messaggio. Col senno di poi si è capito che Sogeap deve ottemperare a una delle prescrizioni sull’aumento delle emissioni inquinanti. Secondo un’indiscrezione Sogeap si sarebbe rivolta anche al KmVerde Parma, non trovando ascolto. Se è pacifico che il Comune di Parma abbia messo a disposizione due aree (due fazzoletti) indovinate un po’ quali Comuni (ossia sindaci, ossia politici di quale partito) cedono gratuitamente aree all’aeroporto per piantumare alberi in compensazione delle emissioni? Lo potete scoprire qui.
Una postilla: buona parte delle essenze proposte da Sogeap sono rovi. In dialetto “rasa”.

9) Cosa decide il consiglio comunale ?
Il consiglio comunale di Parma è convocato per lunedì 9 ottobre e potrà esprimere una delle seguenti tre opzioni: assenso, assenso condizionato o dissenso sulla conformità urbanistica. La delibera che orienterà il voto assumendo una delle tre opzioni dovrebbe essere presentata e discussa nella commissione consiliare urbanistica convocata per giovedì 5 ottobre alle 18.30. Naturalmente l’assenso o il dissenso vanno motivati. La conformità urbanistica è necessaria, poiché il PSA va a mutare le aree circostanti l’aeroporto. Va precisato: il consiglio comunale non si esprime sul masterplan ma sugli effetti di ridisegno del territorio al di fuori dell’aeroporto. Un esempio su tutti: la cancellazione della strada Parma Rotta. È dunque un voto su aspetti tecnici ma con una chiara valenza politica. Votare in assenso, o assenso condizionato (cioè porre delle condizioni) significa dare parere favorevole al masterplan cargo, votare in dissenso significa dare un parere contrario. Se il voto fosse in dissenso, cioè negando la conformità urbanistica, la questione andrà sul tavolo del governo che con un atto motivato della presidenza del consiglio potrà comunque imporre la modifica urbanistica per poter realizzare il PSA. Questo su un livello normativo, semplificando molto. Nella pratica scoppierebbe una disputa politica non piccola.

10) Come voteranno i partiti?
Ed appunto è una discussione politica quella in corso nei partiti e tra i consiglieri comunali. Ricapitoliamo: in campagna elettorale tutti i candidati sindaco si espressero contro lo sviluppo cargo dell’aeroporto. Il sindaco Guerra una volta eletto ha ribadito la contrarietà e l’amministrazione comunale nel novembre scorso ha tolto dal bilancio previsionale i 5 milioni di euro stanziati dall’amministrazione precedente per la viabilità alternativa alla cancellazione di viale delle Esposizioni. Sogeap ha dunque rivisto il masterplan, accorciando l’allungamento della pista (da 2.880 metri, ridotta a 2.640 rispetto al progetto iniziale) ma lasciando inalterato tutto il resto. Enac, l’ente nazionale aviazione civile, responsabile in istanza ultima dell’aeroporto, ha ripubblicato gli atti e avviato la Conferenza dei Servizi finale (con tutti gli enti che devono esprimersi sui punti tecnici entro il 13 ottobre). A metà luglio i gruppi consiliari di maggioranza hanno espresso “delusione” per il mancato recepimento dell’istanza di togliere i cargo. Da lì è partita la comunicazione alternativa di Sogeap e dei vertici degli industriali per rassicurare a parole che lo sviluppo dell’aeroporto sarà solo passeggeri. La parola “cargo” è stata bandita da dichiarazioni e interviste. Tuttavia rimane nelle carte da approvare. La decisione orienterà il futuro di Parma.

Ed è questo che agita, a pochi giorni dal voto. In base a quanto appreso da LIP il quadro è ancora fluido: la maggioranza, sia in consiglio sia in giunta, è spaccata tra contrari e favorevoli. Il sindaco Guerra sta conducendo febbrili consultazioni, incontrando esponenti politici, attori economici e associazioni di cittadini. Gli interlocutori lo descrivono “tormentato” e oscillante tra una posizione di dissenso e una di assenso condizionato ma al fine più preoccupato che la sua maggioranza non perda pezzi. I gruppi consiliari di Effetto Parma e quelli di Prospettiva (ex lista Guerra) a quanto pare voteranno compatti sulla linea del sindaco, qualunque essa sia, pur con una tendenziale apertura allo sviluppo dell’aeroporto. La consigliera Maurizio di Sinistra Coraggiosa si è espressa pubblicamente per il dissenso, e dunque sarà un voto contrario.
A orientare il voto sarà il gruppo del Partito Democratico, forte di 12 consiglieri. Giovedì 28 settembre si è svolta un’assemblea interna autoconvocata da tre circoli del Pd (Pablo, Golese e Parma centro) che ha espresso netta contrarietà al PSA. Quanto i consiglieri ascolteranno la base? Difficile dirlo. C’è stata lunedì sera una riunione di gruppo dove sono emersi due orientamenti diversi, divisi a metà. A quanto risulta i favorevoli con condizioni sarebbero guidati dal capogruppo Campanini e da Torreggiani, mentre i contrari vedono spiccare Marsico e Cantoni.
Tra le opposizioni c’è la dichiarazione contraria di Ottolini di Europa Verde – esplicitata nell’assemblea pubblica organizzata venerdì scorso – mentre gli altri gruppi stanno valutando il da farsi, non solo in base al merito dell’aeroporto ma anche della tattica politica. La lista Vignali sindaco propenderebbe per un’astensione così come Fratelli d’Italia. Voto favorevole invece dalla consigliera Cavandoli per la Lega Nord, che anche in Regione Emilia-Romagna ha sostenuto la mozione Pd pro-aeroporto. Altre posizioni oscillano.

Perché è chiaro che se nella maggioranza, qualunque sia la decisione (assenso condizionato o dissenso), 4 o 5 voti fossero in difformità, anche solo in astensione … a quel punto un voto tattico delle opposizioni porterebbe a delle fibrillazioni.
Se la delibera fosse approvata con la “stampella” dell’opposizione potrebbero aprirsi determinati ragionamenti in termini di futuri rapporti
Invece, in caso estremo, se le defezioni, anche con assenze, nella maggioranza fossero 6/7, si rischierebbe addirittura una bocciatura della delibera. Fantapolitica?

Ad ogni buon conto serve tutta la capacità di mediazione del sindaco per convincere e tenere insieme la maggioranza composita del centrosinistra, tenendo anche conto che in novembre arriverà il progetto dello stadio Tardini, con il Parma Calcio che ha riproposto sostanzialmente il progetto precedente ignorando mozioni e deliberi di consiglio e giunta comunale che chiedevano una revisione, con robusta diminuzione della durata della concessione.

Aggiornamento serale

All’ora di cena del 2 ottobre la giunta comunale ha depositato la delibera di approvazione del PSA con la formula dell’assenso condizionato.

Le letture possibili sono due: da un lato il sindaco Guerra ha scelto di piegarsi ai voleri dell’Unione Industriali, rimangiandosi le promesse elettorali e le interviste rilasciate fino a quindici giorni fa. Dall’altro canto c’è chi dice che non poteva fare altrimenti – il masterplan già approvato da Enac / Ministero Trasporti – e almeno ha venduto cara la pelle, blindando le prescrizioni contenute nella VIA.

Una delibera corposa, lunga 32 pagine, che sarà discussa in commissione consiliare il 5/10, e portata in approvazione al consiglio comunale di lunedì 9. La potete scaricare e leggere qui.

Una delibera che per stile e forma richiama le “grida contro i bravi” di manzoniana memoria. Ad esempio si sancisce il “principio di contrarietà” ai voli cargo, una definizione puramente semantica poiché se applicato avrebbe comportato il dissenso, ossia la bocciatura del piano, e invece così appare un’indoratura della pillola dato che si dà l’assenso condizionato.

Le condizioni poste sono stringenti nel richiamare il rispetto delle prescrizioni su mitigazioni, compensazioni e viabilità alternativa a strada Parma Rotta e avranno l’effetto di allungare i tempi di ampliamento dell’aeroporto e far salire i costi. Come spiegato al punto 4 di questa analisi.

Una novità è l’inserimento del divieto dei voli notturni, dalle 23 alle 6.

Tuttavia il titolo autorizzativo permetterà a Sogeap, qualora non fosse in grado di sostenere da sola le spese, di andare alla ricerca di un partner strategico, come già enunciato nel progetto del 2018, ad esempio Etihad o Amazon.

A questo punto palla al consiglio comunale: si vedrà se la maggioranza si allineerà compatta dietro il sindaco Guerra oppure no.

 

Le informazioni riportate nell’articolo sono tratte dalla consultazione di documenti ufficiali, dalla rielaborazione fatta da Europa Verde per un incontro pubblico, e altre fonti di inchiesta giornalistica.

Crediti immagini: Piano sviluppo aeroportuale “Verdi”

© Riproduzione riservata

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Sarà un autunno caldo a Parma

Il nodo dell’aeroporto sta venendo al pettine. In settembre il consiglio comunale dovrà deliberare sul masterplan e al momento la propensione è per una bocciatura. Il sindaco vuole uno scalo aperto solo al traffico passeggeri e niente cargo. Sogeap invece sta facendo pressioni per portare a casa l’allungamento ridotto della pista che permetterebbe entrambe le cose. Per gli Industriali difendere l’investimento in Sogeap è di vitale importanza, ma nel contempo si apre un altro fronte: la crisi di vendite della Gazzetta di Parma per la quale è annunciato un piano lacrime e sangue.

di Francesco Dradi

La data fatidica per il futuro dell’aeroporto di Parma è l’11 settembre. Data già simbolica di suo, in realtà è una scelta casuale poiché quest’anno l’11 coincide col lunedì, che è giorno di consiglio comunale. Due giorni dopo, il 13 settembre, scadranno i termini per la conferenza dei servizi asincronica indetta da Enac per raccogliere i pareri sul nuovo masterplan di sviluppo dell’aeroporto Giuseppe Verdi. Il Comune di Parma si esprimerà in doppio modo: da un lato con i pareri tecnici in materia urbanistica e ambientale, predisposti dagli uffici. Dall’altro con un voto politico poiché si muta l’assetto territoriale e in particolare occorre sdemanializzare la strada Parma Rotta (che sarebbe sovrastata, e dunque cancellata, dall’allungamento della pista aeroportuale ).
E appunto l’11 settembre il consiglio comunale – massimo organo democratico a livello locale – troverà all’ordine del giorno una delibera sul masterplan dell’aeroporto. Se si votasse oggi il masterplan sarebbe respinto. Nulla è cambiato dopo il documento della maggioranza “delusa” dalle modifiche del PSA (piano di sviluppo aeroportuale) che insiste sulla trasformazione in cargo. Ma c’è ancora un mese di tempo per cambiare le carte in tavola.
In questo articolo raccontiamo le indiscrezioni e i retroscena raccolti dai cronisti di Lip – Libera Informazione in Parma.

Un rapido recap: come stanno le cose

Il 27 giugno 2022 – il giorno dopo l’elezione del sindaco Michele Guerra che in campagna elettorale si era espresso nettamente in modo contrario sul progetto cargo – la giunta Pizzarotti ancora in carica approva un progetto di “riprotezione” (ossia ridislocazione altrove) di viale delle Esposizioni, dando di fatto il via libera all’allungamento della pista. Qualche mese dopo il Comune, con la nuova Amministrazione, ritira quel documento e “obbliga” Sogeap a digerire il boccone e redigere un nuovo masterplan.

Il nuovo masterplan dell’aeroporto (che è consultabile a questo link) prevede una modifica sostanziale: allungamento della pista dagli attuali 2.200 m a 2.640 m, con una riduzione di 343 m rispetto al piano originario. A corollario rimodellamento del fine pista e riduzione della superficie impermeabilizzata per complessivi 27.300 mq. I lavori di ampliamento cementificherebbero “solo” 48.200 mq di suolo. Rimangono in progetto i nuovi hangar per la movimentazione merci e, dunque, rimane la destinazione a cargo.

L’aumento del traffico passeggeri si ferma a 199.824 (miracolosamente sotto la soglia di 200mila, che è il limite Ue per consentire i cosidetti “aiuti di Stato” agli aeroporti in difficoltà, ossia per consentire l’erogazione dei famosi 12 milioni dalla Regione che attinge a fondi europei). Il nuovo masterplan approvato e, in base alla normativa fatto proprio da Enac che ne diventa il proponente, ha lasciato interdetto il sindaco, da qui la “delusione”della maggioranza. I passaggi li abbiamo descritti qui.
Stanti le cose, Sogeap – nelle persone del presidente Dalla Rosa Prati e dell’azionista di maggioranza nelle vesti del presidente dell’Unione Parmense Industriali, Buia – si è affrettata ad incontrare dapprima la giunta comunale e a ruota i capigruppo consiliari per rassicurare sul fatto che il progetto cargo sarebbe abbandonato e che l’allungamento della pista è funzionale a poter incrementare il traffico passeggeri, stimato in crescita esponenziale fino a toccare quota 1 milione di persone nel giro di tre anni. Il tutto contenuto in un nuovo business plan, illustrato per sommi capi ad assessori e consiglieri, ma che non è depositato ufficialmente agli atti. Questo nuovo piano prevederebbe una stretta sinergia con l’aeroporto di Bergamo – Orio al Serio.
Gli hangar sarebbero adattati per il ricovero degli aeromobili e non più destinati alla logistica merci.
Tutto quanto, stando alle informazioni raccolte, non avrebbe convinto il sindaco Guerra che ha invece chiesto e ottenuto di prorogare la scadenza della Conferenza dei Servizi di un mese, dal 13 agosto al 13 settembre. Conferenza dei Servizi che peraltro si esprimerà sul masterplan e non su ipotetici nuovi business plan. Al proposito forti perplessità emergono sulle riduzioni di smog e rumore, teorizzate nel nuovo masterplan come conseguenza del minor allungamento della pista, ma non supportate adeguatamente da nuovi studi (il lettore può farsi un’idea consultando il Psa linkato sopra).

Le divisioni nella politica e negli imprenditori, i ricorsi degli ambientalisti

A margine degli incontri degli industriali con l’Amministrazione Comunale è partita l’azione di lobby a sostegno dello sviluppo dell’aeroporto (stando bene attenti a non citare il tema cargo). Dapprima sono uscite le prese di posizione dei consiglieri regionali del Pd, Daffadà e Gerace, che hanno fatto votare un ordine del giorno in Regione a sostegno dello sviluppo del “Verdi”, trovando il consenso e supporto dei consiglieri della Lega, Rainieri e Occhi. È poi stato il turno di Pinardi (Azione) a invocare la consultazione e l’intervento dei sindaci del parmense, a cui è seguito appunto un sindaco, il neo primo cittadino di Salsomaggiore, Musile Tanzi, secondo il quale il futuro del turismo termale non può che passare per l’aeroporto.

Di converso le associazioni Legambiente, WWF e No Cargo, hanno depositato un nuovo ricorso giudiziale al Tar avverso il masterplan, mentre Parma Città Pubblica ha presentato un esposto alla Corte dei Conti e alla Guardia di Finanza.
Le associazioni sottolineano “In particolare, alcune delle prescrizioni presenti nel decreto di VIA pospongono alla fase di progettazione esecutiva la verifica della compatibilità ambientale di elementi non certo secondari quali lo studio di rischio di incidente aereo e la risoluzione delle interferenze urbanistiche tra il progetto e il tessuto urbanizzato. Una disposizione che le associazioni ritengono illegittima in quanto tali verifiche andrebbero fatte preventivamente”. (Qui il comunicato integrale).

In questo contesto si è tenuta, la sera del 2 agosto, l’assemblea comunale di Parma del Partito Democratico, dal contenuto informativo, senza votazioni, in cui è stato ribadita la coerenza tenuta finora rispetto al programma e agli impegni presi nella scorsa campagna elettorale. E, dunque, il parere negativo su allungamento pista e destinazione cargo. Questo in chiaro contrasto con la posizione dei consiglieri regionali del partito. Al momento non sono fissati altri incontri interni al Pd ma è considerato probabile che a inizio settembre possano tenersi, a livello comunale o provinciale.

La situazione rimane fluida perché se nessuno nell’Amministrazione Comunale vuole il cargo nemmeno si vuole passare per quelli che affossano l’aeroporto.
Al momento, in base alle indiscrezioni raccolte da Lip, i consiglieri di maggioranza (tutti i gruppi) sarebbero divisi a metà come orientamento di pensiero, tra oltranzisti del no assoluto all’allungamento della pista e i possibilisti , ossia favorevoli a un sì condizionato, con garanzie di sviluppo solo passeggeri. Ovviamente arrivare al voto in queste condizioni significherebbe una spaccatura profonda e la fine della maggioranza. A compattare i ragionamenti politici c’è la consapevolezza di un’unità d’intenti col sindaco che su questa vicenda ha messo in gioco il suo futuro politico. E, quindi, al di là di posizioni personali dei singoli consiglieri, la sensazione è che la maggioranza voterà in base alle indicazioni del sindaco, sia in un senso che nell’altro.

Antenne dritte sulle reazioni dei cittadini

In municipio sono molto sensibili alle reazioni dei cittadini. Ed è chiaro che se vengono messe nel conto le opinioni e le dichiarazioni espresse sul giornale cittadino, altrettanto si guarda alle manifestazioni di piazza. E si fa notare come vi sia differenza tra mobilitazione contro il nuovo stadio e contro l’aeroporto cargo, al netto del grande impegno delle associazioni ambientaliste. Quello che manca è la pressione popolare, che arriva tramite messaggi diretti, petizioni, iniziative di quartiere, lettere sui giornali nazionali … rimane da capire se questa “bassa tensione” è dovuta ad una pausa da vacanze estive oppure se la preoccupazione per il cargo è circoscritta ad una cerchia minoritaria.

A proposito: e il nuovo Tardini?

Come raccontato da Lip il progetto del nuovo stadio che sembrava impellente è sparito dai radar. Anche questo sarà un argomento che rinfocolerà gli animi nei mesi autunnali.

Si guarda a Bergamo

Il sindaco Guerra dal canto suo sta provando a intervenire su un duplice binario: da un lato a chiedere garanzie nero su bianco dell’impegno di Bergamo sul fronte passeggeri (Orio al Serio è satura di passeggeri e voli; ma come l’ingresso di SACBO – la società di gestione bergamasca, partecipata dagli enti locali e con azionista di maggioranza la SEA degli aeroporti milanesi – poi possa entrare e configurarsi nel piano regionale degli aeroporti emiliano-romagnoli è tutto da capire. La Regione Emilia-Romagna sarà d’accordo nel finanziare un aeroporto che va nell’orbita lombarda?) e dall’altro la reale disponibilità di Sogeap ad investire gli altri 8 milioni € necessari per il progetto di ampliamento dell’aeroporto, dato che i 12 milioni € pubblici non sono sufficienti.

E, in questo, se il fronte imprenditoriale prova a dividere la politica, di converso la politica può agire sui mal di pancia degli industriali. Perché non tutti nell’UPI sono disposti a finanziare Sogeap per il piano di sviluppo che, comunque lo si guardi, rimane molto incerto. Intanto in autunno ci sarà da versare ancora 1 milione € di ricapitalizzazione e poi capire dove attingere per gli investimenti (se non 8, minimo 5 milioni per partire coi cantieri). È chiaro che se ci fosse un operatore della logistica (ad esempio Amazon o Etihad) potrebbe diventare partner dell’impresa. Ma questa condizione non è accettata in Comune. Dunque allo stato può essere solo un’altra società aeroportuale, che punti sul traffico passeggeri. Tutto da capire che lo scalo parmigiano risulti di vero interesse. Già un accordo con il “Marconi” di Bologna, stipulato a gennaio 2019, è finito nel nulla.

Mai emergerà in pubblico ma ci sarebbe un consistente diverbio interno negli industriali, tra vecchia guardia e nuovi capitani. Una diversità di vedute anche sull’affrontare le sfide della crisi climatica, tra chi vuole comunque portare avanti un modello di sviluppo “as usual” e chi invece è disposto ad imboccare per davvero la transizione ecologica.

Crisi nera per la Gazzetta

E qui si innesta un’altra partita che scalderà l’autunno parmigiano: la crisi che riguarda la Gazzetta di Parma. I dati attestano una perdita secca di 5.600 copie in un anno, un meno 21,5% dal 2021 al 2022 che è ben oltre il calo strutturale di vendite dei giornali che si registra in tutto il Paese (-6,5%). (Vedi tabella e link sopra per approfondire).
Uno sprofondo del genere si spiega con la disaffezione dei lettori che, evidentemente, non gradiscono la linea editoriale.
Sia come sia, la Gazzetta da giornale vanto degli industriali che macinava utili è diventato un problema. E la ricetta proposta dalla proprietà (Segea, società dell’UPI) è una sola: da ottobre taglio drastico dei giornalisti, con varie misure tra cassa integrazione e prepensionamenti. Il comitato di redazione in settembre farà le sue controproposte con l’obiettivo di mantenere il corpo redazionale. Si vedrà come andrà la trattativa sindacale, tuttavia una cosa sembra certa: l’editore non ha intenzione di investire per un rilancio.

Nel nostro piccolo di Libera Informazione in Parma porgiamo la solidarietà ai giornalisti della Gazzetta di Parma per questa difficile situazione.

Una riflessione in tema si pone anche ai nostri lettori, sulla necessità di sostenere i giornali e i siti di notizie. Auspichiamo che per il bene della città e della provincia di Parma, il pluralismo dell’informazione esca rafforzato nei prossimi tempi.

 

Crediti immagini: Piano sviluppo aeroportuale “Verdi”

© Riproduzione riservata

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La spaccatura sul futuro dell’aeroporto

di Francesco Dradi

Si è aperto lo scontro sul futuro dell’aeroporto “Giuseppe Verdi”.
In ballo c’è l’approvazione del nuovo masterplan per lo sviluppo dell’aeroporto: nonostante la riduzione dell’allungamento della pista Sogeap ripropone un destino legato ai cargo, oltre che ai passeggeri. Il Comune non vuole i cargo e lo ha esplicitato con una secca presa di posizione della maggioranza consiliare che fa traballare il masterplan, la cui approvazione in Conferenza dei Servizi era attesa per fine luglio.

La spaccatura

Ed è uno scontro che evidenzia una spaccatura tra Amministrazione Comunale e Unione Parmense Industriali. Non si tratta solo di una diversa visione strategica sulle infrastrutture utili al territorio, come accaduto in passato, tra politici ed attori economici.

Nel caso dell’aeroporto l’Upi è direttamente coinvolta, imprenditorialmente parlando, in quanto azionista di maggioranza di Sogeap, la società cui è affidata la gestione dello scalo parmigiano. Gli industriali di Palazzo Soragna controllano Sogeap con il 60%, tramite la società Parma Aeroporto e con una quota diretta.
E giusto due settimane fa hanno iniettato 1 milione di euro per ricapitalizzare Sogeap. L’assemblea straordinaria lo scorso 3 luglio ha dovuto assorbire perdite per 13 milioni, defalcando il capitale sociale e contestualmente, per proseguire l’attività, ricapitalizzare per 2 milioni. Lo abbiamo spiegato in questo articolo (link) .

L’aumento di capitale

In base a quanto appreso da Libera Informazione, l’aumento di capitale necessario è stato ripartito in due tranche. Un milione subito, sottoscritto appunto dall’Upi. L’altro con scadenza a fine anno, sottoposto a tutti gli altri azionisti. Se dovessero rinunciare (cosa praticamente certa, considerando che gli enti pubblici hanno il veto normativo di sottoscrivere quote di società in perdita da tre esercizi, e che per gli austriaci di Meinl bank è una partita chiusa) sarà proprio l’Upi a immettere l’altro milione. Si tratta di soldi necessari per garantire l’operatività dello scalo per il 2023 e il 2024, considerato che ogni anno il “Verdi” accumula perdite gestionali per 3 – 3,5 milioni €.
In tutto, l’investimento dell’Unione Industriali assommerà a 10,5 milioni, dato che per salvare dal fallimento Sogeap nel 2019 aveva rilevato la maggioranza dalla Meinl Bank con l’esborso di 8,5 milioni, anche in quel caso tramite ricapitalizzazione societaria.

E, a questo punto e più di prima, diventa vitale l’ampliamento dello scalo, pur con allungamento ridotto della pista aeroportuale a 2.640 metri, dagli attuali 2.200 m.
Nel corso dell’assemblea straordinaria degli azionisti – per inciso il Comune di Parma, socio di Sogeap con il 2,97%, non ha partecipato – il presidente di Sogeap, Dalla Rosa Prati, avrebbe motivato l’ottenimento della conformità urbanistica del nuovo masterplan come conditio sine qua non per proseguire. La sola attività di traffico passeggeri non garantirebbe l’equilibrio di bilancio. Solo introducendo la logistica, con ricezione e spedizione merci, si può dare redditività al “Verdi”. Essendo già aperta la Conferenza dei Servizi (dovrebbe chiudersi a fine luglio, salvo richieste di proroghe dagli enti) il presidente Sogeap avrebbe confidato ai soci di poter dare il via entro l’anno ai lavori di ampliamento dell’aeroporto tuttavia ravvisando, con amarezza, “l’ostilità dell’Amministrazione Comunale di Parma”.

L’ostilità
E questa “ostilità” è esplosa dieci giorni dopo, il 14 luglio. Con un comunicato congiunto i 4 gruppi di maggioranza in consiglio comunale (Partito Democratico, Effetto Parma, Prospettive e Sinistra Coraggiosa) hanno espresso “delusione” per il fatto che il nuovo masterplan continui a perseguire l’obiettivo di un aeroporto cargo: “Ci duole dover esprimere una sorpresa generalizzata per il mancato recepimento delle indicazioni che abbiamo sempre manifestato con chiarezza e coerenza lungo tutto quest’anno. Il progetto non sembra, nella sostanza, presentare la cifra di cambiamento richiesta sulla natura dei voli che dovrebbero partire e arrivare nella nostra città”.
A sostegno della maggioranza si è espresso il consigliere Ottolini di Europa Verde-Possibile. Sulla stessa linea anche le associazioni ambientaliste Legambiente, WWF, ADA. Tra l’altro le stesse associazioni, assieme all’associazione No Cargo starebbero valutando l’ipotesi di un ricorso giudiziario-amministrativo avverso il nuovo masterplan.

Di segno opposto il parere del consigliere regionale Rainieri della Lega favorevole ai cargo – preoccupato per la perdita del finanziamento europeo di 12 milioni, legato allo sviluppo merci – e il capogruppo Bocchi di Fratelli d’Italia che giudica il masterplan un “buon compromesso” (Bocchi che un anno fa nella famosa “alzata di mano” dei candidati sindaci aveva negato il supporto ai cargo). Non pervenute finora le posizioni di altre forze politiche.

Il ricompattamento

Il comunicato della maggioranza consiliare denota tra le righe alcuni aspetti. Il primo è che, a queste condizioni, non c’è la volontà politica di approvare la conformità urbanistica (e la delibera necessaria per sdemanializzare la strada Parma Rotta, che sarebbe eliminata dall’allungamento della pista). Il secondo è rassicurare i tecnici del Comune impegnati nella Conferenza dei Servizi che hanno copertura politica al loro operato, qualora dovessero porre rilievi al masterplan. Va ricordato che così non fu sotto l’Amministrazione Pizzarotti, quando la politica spingeva per l’ampliamento mentre i tecnici comunali misero in fila una lunga serie di rilievi.
Tra le eccezioni sollevate vi erano l’interramento dell’elettrodotto e la assenza di un piano alternativo di viabilità, qualora fosse stata cancellata via delle Esposizioni. E in effetti questi sono i due punti stralciati dal nuovo masterplan che, invece, conferma tutto il resto, e dunque mantenendo le criticità sull’invarianza idraulica, sull’impatto acustico e atmosferico (benché la relazione al masterplan sostenga vi sia una riduzione di questi due inquinamenti).

Il rumore indotto dagli aerei cargo è un aspetto non marginale che preoccupa molto la maggioranza consiliare, alla luce di quanto sta accadendo a Bologna dove, a seguito delle reiterate proteste dei cittadini, il sindaco Lepore è riuscito a imporre per la stagione estiva uno stop ai voli notturni tra le 23 e le 6. Con conseguente riduzione del traffico cargo. Una situazione che comunque genera frizioni.

Il tentativo di rassicurare

Il tentativo di Sogeap di rassicurare, dicendo che per l’aeroporto di Parma si tratterebbe solo di 1 volo e mezzo al giorno è un palliativo. I 548 voli previsti nel 2025 sono l’avvio dell’attività cargo. La pista allungata sarebbe in grado di attrarre traffico continentale con aerei di grande stazza e poter fungere da smistamento per altri scali nazionali nell’Italia centro meridionale. Se il business decollasse, gli aerei cargo sarebbero molti di più.

Ma c’è un altro punto che si cela dietro il comunicato della maggioranza, ossia l’irritazione del sindaco Guerra per non essere stato informato puntualmente da Sogeap sul deposito del nuovo masterplan. Va ricordato che a inizio maggio gli assessori Borghi e Vernizzi rispondevano ad un’interrogazione del consigliere Ottolini dicendo che ancora non conoscevano la rielaborazione del piano da parte di Sogeap, che invece era già approvata formalmente da Enac.

Infine questa nota politica contro il cargo mostra una maggioranza compatta, o ricompattata, pronta a farsi valere e dimostrare la coerenza con gli impegni elettorali presi un anno fa, ossia no all’aeroporto cargo. Benché il sindaco Guerra lo ribadisse in ogni occasione, se potevano esserci dubbi ora questa linea è stata rimarcata da un documento dell’intera maggioranza e rimangiarsela sarà più difficile.

Non siamo riusciti ad appurare, con ragionevole certezza, se Sogeap avesse concordato l’accorciamento dell’allungamento della pista direttamente con la Regione Emilia-Romagna ritenendo che obtorto collo il Comune di Parma si sarebbe adeguato.
Certo è che l’assessore regionale ai trasporti, Corsini, dopo aver annunciato in un incontro pubblico a Parma che la pista sarebbe comunque stata allungata, dava la cosa per fatta nei pour parler in Regione.

La partita riaperta

E invece la partita è improvvisamente riaperta. E, a quanto risulta a Libera Informazione, questa impasse starebbe portando tensioni e divergenze ai piani alti di Palazzo Soragna che comincia a essere troppo esposta. Al momento Sogeap ha tenuto una linea di basso profilo, rispondendo alla maggioranza con “Sorpresa e profondo rammarico per la presa di posizione critica sui contenuti del piano di sviluppo dell’aeroporto” ma tendendo la mano “la Sogeap Spa si augura che l’analisi del piano possa essere approfondita in modo realmente basato sui contenuti progettuali consentendo una valutazione informata e responsabile, rispondente alla volontà, siamo certi condivisa da tutti, di fare bene, nell’interesse generale, attuale e futuro, della nostra città”.

Va precisato che il presidente dell’Unione Parmense Industriali, Buia, nell’assise annuale dello scorso 20 giugno, aveva ribadito la necessità di allungare la pista del Verdi.

All’ampliamento, ossia allungamento pista + hangar e nuovi piazzali, è legato il finanziamento dei 12 milioni di euro pubblici (fondi europei veicolati tramite la Regione). Peraltro già ora la pista è di lunghezza sufficiente per le tratte europee dei voli passeggeri (dal Verdi si vola per la Moldavia e un tempo si decollava per Londra e Bruxelles). Portare la pista da 2.200 a 2.640 m. in teoria potrebbe agevolare voli passeggeri intercontinentali ma, al di là che possa essere fattibile e fruttuoso, in via principale l’allungamento spalancherebbe i portelloni al trasporto cargo. Ed è proprio questo aspetto che è specificato nel nuovo masterplan.

In conclusione dare il via libera (la conformità urbanistica) ad un eventuale allungamento della pista se dal piano sparissero le parole cargo, logistica e merci, sarebbe coprirsi con una foglia di fico.

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