WWF: le energie rinnovabili non siano un problema ma la soluzione

A seguito delle notizie di queste settimane su nuovi impianti di produzione energetica, e delle discussioni che ne sono scaturite anche all’interno dei Consigli Comunali, come WWF Parma riteniamo utile chiarire la nostra posizione, anche per uscire dalle stucchevoli discussioni “da social” a cui stiamo assistendo e avviare una riflessione più approfondita.

Il territorio di Parma si trova oggi di fronte a una sfida cruciale: conciliare l’urgenza di fronteggiare l’emergenza climatica attraverso la transizione energetica con l’altrettanto cruciale tutela della biodiversità, del paesaggio e delle vocazioni agricole e culturali della nostra terra.

Quello a cui assistiamo è uno stillicidio di progetti presentati da privati, di fronte ai quali gli enti locali si pongono spesso in maniera passiva, come semplici passacarte senza leve decisionali, anziché farsi promotori di veri processi partecipativi. Riteniamo invece che dovrebbero guidare i processi con coraggio e visione di lungo periodo, avendo chiara la priorità del bene comune rispetto 
all’interesse privato.

Il paesaggio non è un semplice sfondo, ma un bene comune che all’ambiente unisce la storia, la cultura e la vita delle nostre comunità. La principale minaccia a questo patrimonio è oggi la crisi climatica, che lo sta sfigurando con eventi sempre più intensi e frequenti. I nemici più pericolosi non sono coloro che propongono un campo fotovoltaico o un impianto eolico, ma i signori del fossile e la loro rete di complicità politico-mediatiche, disposti a tutto pur di non perdere le rendite di posizione ereditate dal secolo scorso.

Per scongiurare queste minacce e accelerare sulla strada della transizione, rendendola accettabile e desiderabile, è fondamentale che ogni progetto di impianto rinnovabile tenga conto del contesto ambientale, sociale e paesaggistico nel quale si colloca, e veda un confronto reale con i cittadini e con le realtà locali, in un clima di trasparenza e partecipazione.

Nella pianura, il fotovoltaico può e deve essere protagonista, ma a precise condizioni. La priorità deve andare ai tetti di case, scuole, capannoni, edifici agricoli, pertinenze delle infrastrutture stradali e ferroviarie, così come alle aree produttive dismesse e ai terreni degradati.

Siamo però consapevoli che questo tipo di aree non sono sufficienti per soddisfare i nostri crescenti fabbisogni di elettricità pulita necessari per compiere con la necessaria urgenza la transizione energetica. Va considerato anche il tema non secondario dei maggiori costi dei piccoli impianti rispetto a quelli di maggiori dimensioni, detti “utility scale”, costi che rischierebbero di gravare sulla
bolletta di famiglie e imprese. Da qui la necessità di considerare anche il ricorso a terreni agricoli, preferibilmente con impianti agrifotovoltaici, in grado di integrarsi con le colture, conservando la funzionalità del suolo e – non da ultimo – garantire nuove opportunità di reddito per gli agricoltori.

In montagna, l’eolico può svolgere un ruolo importante, ma serve grande attenzione alla qualità progettuale. Non possiamo accettare che si continui a proporre impianti messi su carta senza considerazione per il contesto, a volte nel cuore di aree protette o in paesaggi di particolare rilevanza o fragilità.

Ogni nuovo progetto dovrebbe essere valutato con cura, tenendo conto della morfologia del territorio, del paesaggio e della biodiversità, valori ancora troppo spesso trascurati nei piani industriali. Se si vuole migliorare l’accettazione sociale degli impianti, è fondamentale che le comunità non siano spettatrici ma protagoniste: devono poter condividere i benefici derivanti dall’energia prodotta, attraverso modelli di partecipazione e gestione condivisa.

Per portare il nostro territorio nel futuro crediamo sia indispensabile una mappatura delle aree idonee libera da spinte populiste, basata su regole trasparenti e condivise, progetti che contengano un calcolo onesto del saldo tra gli indispensabili benefici e gli inevitabili costi. Chiediamo che sia promossa, sostenuta e incentivata anche la nascita di comunità energetiche, per consentire ai Cittadini di ridurre i costi in bolletta e diventare parte attiva della transizione. Per questo occorre che
le Istituzioni investano in formazione e informazione, perché senza conoscenza e consapevolezza non ci può essere futuro sostenibile.

Come WWF sosteniamo una transizione energetica che sia rapida e giusta, capace di ridurre le emissioni, tutelare il paesaggio, la biodiversità e rafforzare il legame tra comunità e territorio.
Le rinnovabili non sono un problema, sono la soluzione. La vera questione è come realizzarle in modo giusto, intelligente e rispettoso delle persone e dei luoghi, che rappresenti un’opportunità di rigenerazione economica, ambientale e sociale.

WWF Parma

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