Parma è Palestina, tutto il mondo è Palestina

Domani 3 ottobre sciopero e corteo. Ritrovo ore 9 piazzale Santa Croce 

Parma è Palestina, tutto il mondo è Palestina.

Da mesi si susseguono le manifestazioni per chiedere la fine della guerra a Gaza e auspicare una Palestina libera. Però ci voleva un atto di rottura, un pieno coinvolgimento della società occidentale.

Il confine è stato oltrepassato ieri sera.

Non è un programma politico, non è un appello costruito a tavolino. È stata piuttosto una spinta collettiva, potente, che ieri sera ha fatto scattare qualcosa. L’ennesimo atto illegale dello Stato criminale e genocida di Israele – la cattura e gli arresti della Global Sumud Flotilla in acque internazionali – ha acceso una miccia che speriamo non si spegnerà tanto presto.

E così, all’improvviso, migliaia di persone sono scese nelle piazze, nelle strade, hanno invaso i binari delle stazioni. Un gesto che in questo Paese non si vedeva da decenni: protestare davvero, con convinzione, per lanciare un segnale chiaro.

Il corteo spontaneo, formatosi alle 22 in Oltretorrente, in piazzale Picelli, e fluito davanti al Teatro Regio, ingrossandosi fino in stazione, per occupare simbolicamente i binari è la risposta, pacifica, nonviolenta, e ugualmente ferma e determinata.

Domani, venerdì 3 ottobre, ci sarà uno sciopero generale in tutta Italia, convocato da Cgil e Usb, per protestare contro lsraele e lo sterminio in atto a Gaza, contro l’ignavia del governo italiano. A Parma il ritrovo è alle 9 in piazzale Santa Croce, da lì partirà il corteo per piazza Garibaldi dove si terrà un presidio.

Ci sentiamo tutti parte di una svolta della storia. Una svolta tragica, che vede un governo e uno stato presunto democratico agire con l’intento di annientare un popolo. Quell’equilibrio instabile che reggeva da decenni tra Israele e Palestina non c’è più e, purtroppo, nessuna potenza mondiale (gli USA per primi, che anzi col presidente Trump soffiano sul fuoco) vuole fermare il governo criminale di Israele.

I continui appelli a desistere, in specie dalla nostra premier, non fanno che sancire e rafforzare un concetto pericoloso: l’occupazione illegale da parte di Israele è legittimata, mentre chi rispetta il diritto internazionale No.

Questo rappresenta il fallimento di ogni regolamentazione sovranazionale, cosa che le estreme destre evidentemente perseguono, gettando il mondo nel caos e in balia della legge del più forte.

Per questo ognuno nel suo piccolo è chiamato a fare i conti con la sua coscienza. E, nel suo piccolo, Parma sta rispondendo, dalle istituzioni al popolo: lunedì il consiglio comunale ha votato a favore del riconoscimento dello Stato di Palestina (invitando il governo a questo atto) mentre da giorni si susseguono i presidi in piazza Garibaldi (anche oggi dalle 17 alle 20).

Si scende in piazza per dire: “Adesso basta”.
Dire che l’inaccettabile passività dei governi europei – e soprattutto del nostro – non è più tollerabile.
Dire che la complicità silenziosa con chi calpesta diritti, libertà e vite umane non può più passare sotto silenzio. Non si tratta di tifare per una parte o per l’altra: si tratta di riconoscere una verità che è sotto gli occhi di tutti in un’escalation continua da due anni. Due anni di violazioni del diritto internazionale, di umiliazione oltre l’indicibile della dignità umana, di uso cieco della forza da parte di criminali spietati. Quando i governi si rifugiano nella finta diplomazia dei balbettii e dell’ambiguità, resta la voce delle persone comuni. Ieri sera, quella voce si è alzata forte, come non accadeva da tempo. Non è la soluzione, non è la fine di un percorso, ma è l’inizio di qualcosa.

Un segnale che dice: l’indifferenza non è più un’opzione.

Tutt* con la Global Sumud Flotilla a difendere il diritto internazionale, a difendere Gaza e la Palestina, tutt* in piazza a difendere i valori con i quali siamo cresciut*: mai più genocidio.

La Redazione di Parma Parallela

1 commento

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *