L’aeroporto non decolla
Silurato l’ad Tanev dopo tre mesi
Non si intravvedono nuovi voli all’orizzonte. Continua la fase di stallo dell’aeroporto Giuseppe Verdi. Anche per l’estate in arrivo le destinazioni saranno le solite mete balneari: Palermo e Olbia che si aggiungono alle due rotte annuali su Cagliari e Chisinau (Moldova). Spariti i collegamenti AeroItalia su Comiso e Trapani.
Così come è sparito l’amministratore delegato Krassimir Tanev, annunciato in pompa magna a fine gennaio e silurato neanche tre mesi dopo. La notizia si è però saputa solo adesso, consultando gli atti ufficiali perché nessuno dalla proprietà e dalla governance si è premurato di diffonderla tanto che anche i sindacati sono rimasti a bocca aperta nell’apprenderla. Si erano salutati con Tanev a fine marzo aspettando una convocazione in giugno per la presentazione del piano industriale. Invece, ora chissà.
Il ruolo di Ad (o Ceo, in inglese) è tornato sulle spalle di Carlos Criado, il vicepresidente della Centerline, che già aveva assunto il medesimo incarico, con funzione di traghettatore, all’indomani dell’acquisizione di Sogeap da parte della società canadese.
Peraltro anche sul fronte del pacchetto societario permangono delle fumosità. Sempre consultando gli atti (visura camerale) si evince che non c’è ancora stata la conclusione del processo di ricapitalizzazione decisa nell’assemblea straordinaria dell’autunno scorso. In due distinti passaggi fu azzerato il capitale sociale (per coprire le perdite di 3,5 milioni € del 2023) e decisa la ricapitalizzazione sempre per 3,5 milioni circa, ma con l’effetto di estromettere i soci pubblici, impossibilitati a sottoscrivere quote di una partecipata in perdita, e anche altri piccoli azionisti.
Agli atti formali Centerline detiene il 79,5% del capitale sociale di Sogeap ma le azioni rimangono in pegno alla Parma Aeroporto srl, la società di scopo dell’Unione Parmense Industriali. Tradotto non è chiaro se e quanto abbia effettivamente liquidato Centerline all’Upi per le quote azionarie. L’impegno era di versare un sovrapprezzo di 4,5 milioni sul pacchetto azionario precedente, con l’aggiunta di altri 2,7 milioni per la ricapitalizzazione (di questi solo un terzo sarebbe stato versato). Parma Aeroporto srl detiene regolarmente il 20,36% di azioni.
In questo contesto ora arriva un bilancio consuntivo da approvare che, verosimilmente agli anni passati, anche per il 2024 porterà una perdita di oltre 3 milioni € da ripianare.
Lo si può desumere dai dati certificati del traffico aeroportuale (fonte Assaeroporti). Nel 2024 al Verdi sono transitati 133.757 passeggeri (-0,2% sul 2023) da 4.565 voli (-9,3% sul 2023) costituiti per la gran parte da aerei executive. Alla voce cargo spicca lo 0. Nessuna merce è sbarcata l’anno scorso.
E su questo sembra proprio che il capitolo cargo sia definitivamente chiuso e, con esso, l’ampliamento dell’aeroporto. In base alla convenzione Enac-Sogeap del 2019, e con le successive proroghe post-covid, i lavori di allungamento pista devono concludersi al 31/12/2025. Allo stato attuale non solo non è avviato alcun cantiere, ma nemmeno risultano mai ricevute, e quindi spedite, le lettere di esproprio dei terreni privati circostanti l’attuale sedime aeroportuale.
Dunque Centerline su questo aspetto ha tenuto fede alle prime dichiarazioni, ossia il disinteresse completo ai voli cargo. E cosa ne sarà dei famosi 12 milioni € della Regione (in realtà fondi UE depositati al Ministero Trasporti) ? Quelli non spesi, pari a 8,5 milioni, dovrebbero tornare disponibili per lo Stato (e persi dal territorio di Parma) mentre i 3,5 milioni spesi qualche anno fa per aumentare la portanza della pista attuale … quelli dovrebbero essere restituiti da Sogeap, per il mancato completamento dell’intervento. Si vedrà.
Considerato che Sogeap ora è del tutto una società privata non dovrebbe scandalizzare il fatto che nulla venga comunicato all’esterno. E però l’aeroporto non è una fabbrica di cioccolatini. Il suo funzionamento o meno ha ricadute “pubbliche” sull’intera città, senza trascurare il fatto che lo Stato (ossia tutti i cittadini) impiega ogni giorno del personale per garantire i servizi di ordine pubblico: polizia, guardia di finanza e vigili del fuoco. Questi ultimi in particolare sono presenti h 24 con una squadra di 5 vigili, inoperosi per la gran parte del tempo (la stima è di 12 voli al giorno, di cui almeno 10 velivoli privati, cosiddetti executive) mentre le caserme dislocate nel parmense soffrono di una carenza di organico.
Sullo sfondo le invocazioni, da più parti, alla Regione di “governare” e “pianificare” il sistema aeroportuale dell’Emilia-Romagna, dato che l’aeroporto Marconi di Bologna è saturo (10,7 milioni di passeggeri nel 2024) e non può più espandersi. E dunque si vorrebbe dirottare – sembra proprio il verbo giusto – sugli aeroporti minori di Parma e Forlì un po’ del traffico aereo.
La faccenda sembra complicata e, se entrerà nel vivo, farà discutere.
Francesco Dradi
Per ripercorrere gli ultimi mesi: https://www.parmatoday.it/attualita/aeroporto-Krassimir-Tanev.html
Quello che spaventa è proprio l’eventuale intervento della Regione che pare voglia dirottare su Parma voli merci e su Forlì voli passeggeri.
Voli merci=aerei giganteschi= rumore spaventoso =inquinamento assurdo, su una città già oltre i limiti di qualità dell’aria. Non è un’operazione da augurarsi.