Que nul n’agisse en mon nom

Caro diario,

Apprendo con un misto di sbigottimento e sommessa compassione che nella mia amata Parma ha preso forma un nuovo sodalizio, vanitosamente battezzato “Team Vannacci – Maria Luigia”. Un nome che già si copre di ridicolo con questo vezzo delle parole albioniche da parte di chi favella a vanvera di “patria”, e che vuole evocare la mia memoria e l’orgoglio di chi mi fu suddito, ma ahimè risulta cacofonico nell’inverecondo abbinamento . Le cronache narrano di una “prima riunione operativa” sparuto coacervo di trenta pretendenti a un istante di misera gloria politica.

Ma io mi chiedo: cosa mai potrà uscir di buono da costoro, se il loro primo atto è fregiarsi del mio nome di Duchessa, palesemente senza nulla conoscere del mio operato? Io ponevo il mio sigillo su opere a sollievo dei poveri, sulla costruzione di viali ombrosi, ponti eleganti, alla mia corte si celebravano la sobrietà, l’arte, la bellezza, la libertà dei costumi. Se questi figuri davvero credono che basti arraffare un nome di Duchessa per raccogliere brandelli di consenso, allora ci troviamo in un mondo al contrario.

Confesso che il mio nobile cuore duole nel vedere tanti miei amati concittadini lasciarsi abbagliare da tanta volgare sfrontatezza. Questa frenesia del mostrarsi d’acciaio mi ricorda certe armature della mia epoca: pesanti, fragorose, lucidate fino al ridicolo… e spesso vuote all’interno.

Ma che volete? Il secolo nuovo sembra adorare il clamore più che la sostanza. E così, mentre il “team” marcia compatto tra un incontro e una dichiarazione roboante, mi chiedo sommessamente se tanta retorica virile non sia, dopotutto, una corazza fin troppo rigida per contenere qualcosa di più incerto. E se non vi sia, dietro tanta granitica postura, il timore d’un cedimento ben più intimo di quanto si voglia ammettere.

Ad ogni modo, ribadisco: se proprio desiderano far uso del mio nome, che lo facciano per piantare alberi dalle fronde rigogliose, per educare i giovinetti al bene e al bello, per proteggere i deboli, piuttosto che per ostentare volgarità, scherno verso tutto ciò che appare diverso, ricette di governo rudimentali e fantasiose. Che nessuno si azzardi a contrabbandare la mia memoria in uno stendardo agitato da mani troppo tese nella frenesia di farsi notare.

Duchessa Maria Luigia Asburgo Lorena

3 commenti
  1. Maria Luigia D'Asburgo Lorena
    Maria Luigia D'Asburgo Lorena dice:

    cara Laura
    le rivolgo il mio augusto ringraziamento per i complimenti che rivolge alla rubrica che porta il mio nobile nome, ma non posso fare a meno di cogliere nella sua favella l’ombra della diffidenza. Forse ella non mi ritiene capace di vergare salaci commenti sugli accadimenti del Ducato?
    Non abbia timore, mia gentile suddita, non vi è nessuna frode, è proprio mio il pugno che fa correre la penna sui fogli del diario!
    Ducali saluti

    Rispondi
    • Laura
      Laura dice:

      Sua maestà, Vostra grazia, Duchessa cara,
      chiedo venia. Talvolta la curiosità fa di me una suddita impertinente ma sempre devota. Non era mia intenzione dubitare delle sue celeberrime qualità e delle indiscusse competenze.
      Colgo l’occasione per augurarle un’estate serena al fresco della ritrovata quiete dei giardini della Reggia.
      Di grazia, vogliate perdonarmi
      Laura

      Rispondi

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