Ubaldi terza incomoda, ripropone il civismo puro

“ChiAma Parma” verso le elezioni 2027: “Costruiamo un programma coi cittadini, per cambiare le cose”.

Disponibile al confronto sia con Guerra sia con Vignali.

«Certe sere mio padre mi faceva salire in macchina e giravamo per la città. Guardava che fosse in ordine e si appuntava tutto: un lampione spento, una deviazione stradale segnalata male, ogni cosa che non funzionasse. La mattina dopo, prima delle 8, inviava mail agli assessori di riferimento, chiedendo un pronto intervento. Quelle mail erano l’incubo degli assessori. Erano le sue celebri sfuriate perché, da sindaco, il bene di Parma era sempre il suo primo pensiero».

L’approccio alla politica di Maria Federica Ubaldi discende «in maniera viscerale» direttamente dal padre Elvio, sindaco di Parma dal 1998 al 2007. «Ma più che passione per la politica direi che amo la mia città, ed è un amore trasmessomi appunto da mio padre».

Bisogna partire da qui per capire cosa ha spinto Federica, come la chiamano tutti, a lanciare ChiAma Parma, che vuole essere un grande progetto civico in vista delle elezioni del 2027. Dopo tre anni di “apprendistato” come consigliera comunale è pronta a ricoprire un ruolo da protagonista di primo piano nella vita cittadina. Laureata in economia ha lavorato per alcuni anni all’estero, come responsabile di punti retail di noti brand dell’abbigliamento. Rientrata a Parma, dal 2017 lavora nel back office commerciale estero della Cft. Tre anni fa ha ricostituito Civiltà Parmigiana, la storica lista civica del padre Elvio, ed è stata eletta in consiglio comunale con 521 voti, nella coalizione “Ora” guidata da Dario Costi.

Oggi Federica ha 40 anni, è sposata e mamma di due bambine di 3 e 6 anni: «Mi sono accorta che la mia città non era più curata. E a un certo punto della vita ti interroghi: o ti adegui alle cose o cerchi di cambiarle, in meglio».

A chi darà più fastidio Maria Federica Ubaldi? Al sindaco Michele Guerra o al competitor reloaded Pietro Vignali ? O sarà lei, da terzista, a godere tra i due litiganti? Domande premature.

Partiamo piuttosto da capire come mai “ChiAma Parma” ? Che fine fa Civiltà Parmigiana? «ChiAma Parma è una chiamata ai cittadini, un progetto con il fine di costruire un programma per la città, che sia ambizioso. Civiltà Parmigiana è il movimento civico risorto tre anni fa e si è rafforzato, contiamo oltre 100 iscritti. Resta il cuore del progetto civico ma con ChiAma Parma vogliamo aprirci di più, verso chi è interessato a lavorare a favore della città, senza blocchi ideologici».

Però, di fatto, la sua “chiamata” parte da una critica a chi amministra Parma, ossia il centrosinistra, dunque forse si rivolge più agli elettori di centrodestra. «Non guardo necessariamente verso destra; ripeto, il nostro è un posizionamento civico, al di là delle appartenenze politiche. Abbiamo presentato un progetto e vogliamo costruire un programma insieme ai cittadini. E stiamo ricevendo richieste e contatti oltre le aspettative. Stiamo cercando una sede per strutturarci e accogliere meglio le disponibilità».

Se la chiamasse il sindaco Guerra o un esponente del Pd per un confronto, su temi e programmi, andrebbe all’appuntamento? «Assolutamente sì. Peraltro già tre anni fa, dopo il risultato elettorale, avevamo ascoltato con fiducia le aperture del sindaco a un dialogo che però, purtroppo, non si è trasformato in realtà. Le belle intenzioni si sono sciolte come neve al sole». Ad esempio? «Il primo tema erano i servizi educativi, per trovare una soluzione alle liste d’attesa. Ma quando abbiamo presentato una mozione affinché fosse condivisa abbiamo trovato un muro. E tuttora è così. Abbiamo trovato un dialogo più costruttivo su diversi temi con tanti altri consiglieri tra cui ad esempio anche il consigliere Ottolini, esponente dei Verdi».

Stessa domanda ma con interlocutore Vignali, che possiamo dire da candidato sindaco sconfitto nel ’22 è un po’ il capo dell’opposizione. Andrebbe all’appuntamento? «Sì, ma non so se definirlo capo dell’opposizione. Anzi, vede io preferisco la definizione di minoranza che di opposizione, perché la minoranza è costruttiva, fa proposte, come in effetti facciamo. Ad ogni modo con Vignali ci ritroviamo su temi comuni e spesso ci siamo espressi in maniera compatta, con tutti i consiglieri dei vari gruppi in minoranza».

Vignali però le ha fatto uno sgarbo, presentando a sorpresa il suo rinnovato movimento civico “Parma siamo noi” qualche giorno prima del suo annunciato evento di “Chiama Parma”. Le ha dato fastidio? «La nostra intenzione è di parlare con tutti e non esiste alcun dualismo con Vignali. D’altronde il nostro è un percorso che nasce tre anni fa, con le elezioni e l’ingresso in consiglio comunale. È un progetto ambizioso e, ripeto, svincolato dai partiti, e non c’è alcuna guerra in corso con Vignali o con altri; d’altronde credo che lui stesse lavorando per cambiare la dizione del gruppo consiliare che porta il suo nome, dato che in fondo le persone nel nuovo soggetto sono già quelle presenti in consiglio».

Ecco, invece, può dire qualcosa in più su chi ha aderito a Chiama Parma? Abbiamo letto dell’endorsement di Marco Adorni, già candidato sindaco con il gruppo L’altra Parma… «L’ingresso di Adorni è un primo segnale e altri arriveranno, c’è un gruppo forte di Civiltà parmigiana, quelli che erano in lista nel 2022 e sono ancora attivi. Ma ci stiamo allargando».

In consiglio siedono anche Brandini e Costi. Che rapporti ha con loro? Eravate nella stessa coalizione.

«Serena Brandini è in un partito, Azione, e quindi segue quella linea. Ci confrontiamo sempre sui temi e non c’è nessun problema di intesa personale. Con Costi abbiamo fatto una bellissima campagna elettorale, con un programma costruito da semplici cittadini. Il rapporto poi non è andato avanti una volta eletti, e onestamente non so quali saranno le sue intenzioni. L’esperienza in Consiglio comunale mi ha reso più consapevole della complessità delle questioni amministrative: per questo, a differenza della scorsa campagna, ora lavoreremo a un programma più solido e approfondito».

Veniamo allora a temi concreti. Non possiamo parlare di tutto, ma quali sono i tre problemi o priorità per la città? «Prima cosa è il sistema degli Educativi e del supporto alle famiglie. Non ci siamo. È un tema non banale, le liste d’attesa per nidi e scuole infanzia sono ancora fuori controllo, il servizio pre e post scuola inadeguato». Però, scusi, il dopo-scuola è stato allungato dalle 16 alle 18. «È vero ma mi riferisco alla centralizzazione di questo servizio, che prima era affidato in autonomia alle singole scuole. Questo ha causato problemi, i tempi di attivazione del servizio si sono allungati e non sono coincisi con l’avvio dell’anno scolastico, e poi sono aumentati esponenzialmente i costi. Infine l’aumento delle tariffe delle mense. Per chi è appena sopra la soglia Isee di 11.764 euro è un salasso di 190 euro in più all’anno. L’aumento se proprio necessario – e su questo in realtà io credo andasse fatta una scelta politica diversa di allocazione risorse – doveva essere più graduale».

Secondo punto? «Il decoro e la gestione dei rifiuti è uno dei primi temi che andremo ad affrontare in un incontro dedicato. Il livello raggiunto di raccolta differenziata è lodevole ma qualcosa va cambiato, al di là degli abbandoni incivili. In tante città stanno tornando a mettere i cassonetti, a cui l’Amministrazione Pizzarotti aveva fatto il funerale. Forse un sistema misto, in base alle diverse zone della città, è la soluzione da perseguire».

Una terza priorità? «La mobilità. Le criticità sono parecchie e il trasporto pubblico (tpl) è rigido, vanno ripensate le direttrici degli autobus che sono immutate da decenni, nord-sud e est-ovest, con tutti i mezzi che passano dal centro, mentre oggi ci si sposta da una zona esterna all’altra. E poi il Pums (Piano urbano mobilità sostenibile) è stato un fallimento, dato che prende atto che non sono aumentati i passeggeri sugli autobus né gli spostamenti in bicicletta. E il Pums nuovo è un semplice aggiornamento. In più ora c’è un aumento del costo del biglietto autobus e, ultima cosa, i parcheggi scambiatori sono usciti dai radar. Né credo che sia sensata la linea filobus-tramviaria ipotizzata dalla stazione al Campus (per la quale sono stati chiesti finanziamenti statali). Sembra il compitino fatto per non presentarsi a mani vuote. Ma non è quello che serve, basti dire che ignora completamente il collegamento verso nord con San Leonardo e l’Autostrada. Ci vuole qualcosa di più efficace».

Mi scusi ma una linea dall’autostrada al campus fa venire in mente il progetto della metropolitana… cosa dice a riguardo? «Che se avessimo la metropolitana oggi non parleremmo in questi termini del problema trasporto pubblico. Dopo il tramonto di quel progetto non si è stati capaci di proporre nessuna alternativa valida per un trasporto di massa. Sicuramente subentrò un periodo di crisi ma si scelse di perdere i finanziamenti stanziati… Oggi non si può pensare di riproporre le stesse cose di vent’anni fa, però va impostato un ragionamento nuovo sul tpl, che sia più rapido, magari non solo su gomma, sapendo che nella nostra città le corsie preferenziali non sono facili da ricavare».

C’è qualcosa da salvare dell’attuale Amministrazione? «L’organicità del lavoro dell’assessore al welfare, Brianti. Le politiche sulla casa stanno seguendo un percorso interessante ma derivano da una precisa scelta politica su temi e risorse, che è quello che è mancato in altri settori, come dicevo prima. Positivo è anche il piano di adeguamento strutturale delle scuole, non solo in funzione antisismica, tuttavia manca poi la parte di integrazione nel tessuto sociale dei quartieri. Le scuole rinnovate devono poter aprire i loro ambienti, penso alle palestre in particolare, anche ad altre funzioni fuori dall’orario scolastico».

Francesco Dradi

1 commento
  1. Antonio
    Antonio dice:

    Tuo padre è stato un grande Sindaco: ricordo bene la realizzazione della tangenziale, un’opera che la coalizione di sinistra osteggiava ma che lui, con grande lungimiranza e determinazione, portò avanti pensando al futuro della città. Un’infrastruttura che oggi si è rivelata fondamentale, e di cui possiamo essere grati.
    Come si suol dire, tale padre, tale figlia: confido che tu possa proseguire con lo stesso impegno e la stessa visione. Ti sostengo con convinzione in questa nuova avventura, Federica, certo che saprai vincere anche tu.

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