Soffochiamo nel traffico. Nel parmense 308mila auto: 2 ogni 3 abitanti
In regola con le emissioni il 76% delle automobili.
I diesel euro 5 a Parma sono quasi 9mila, il 7% del totale auto.
I dibattiti sull’automobile in Italia sono spesso condotti in maniera ideologica. Lo dimostra la recente sollevazione contro il divieto di circolazione, dal prossimo ottobre, per le autovetture alimentate a gasolio con motore euro 5.
Divieto stabilito per decreto (Dl 121 del 12/9/2023) dal governo Meloni e valido per le città sopra i 30mila abitanti nelle regioni padane (Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna) ai fini di contrastare l’inquinamento da polveri sottili (pm10) e ossidi di azoto (NOx).
Provvedimento deciso dal governo per rispondere alle infrazioni dei limiti della qualità dell’aria, che comportano sanzioni dall’Unione Europea. Ma ora, in prossimità dell’entrata in vigore del divieto, si scatenano le proteste bipartisan per “poter circolare liberamente” e considerando tale provvedimento vessatorio per i ceti medi e popolari che “non possono spendere” per cambiare l’automobile.
Tutto ciò spesso senza lo straccio di un dato a supporto delle proprie tesi.
E sì che gli open data sono disponibili. Qui.
E noi li siamo andati a consultare, i dati, scoprendo cose interessanti che vi proponiamo con l’avvertenza che i numeri, di per sé, sono asettici. È la correlazione con il contesto, e l’interpretazione che se ne dà, che dovrebbe essere basata su conoscenze scientifiche e su una visione di prospettiva.
Tutta questa premessa per dire che a Parma città le autovetture diesel euro 5 sono 8.993 pari al 7,13% del totale auto (dati 2024). Si tratta dunque di una minoranza, non piccola ma nemmeno cospicua.
Nel resto della provincia (città esclusa) la percentuale è un po’ più alta: 16.838 auto diesel euro 5 pari al 9,25%.
Per completare il quadro va detto che le autovetture immatricolate a Parma città sono 126.072 e che il 51% sono euro 6. Della quota restante di categorie di motore inferiori, quelle già limitate nella circolazione autunno-invernale in quanto euro 0-1-2 sono il 17%.

In fondo all’articolo, per chi volesse approfondire in proprio, alleghiamo le tabelle che abbiamo ricavato dagli open data Aci. Avvertenza: abbiamo rilevato solo i dati relative alle autovetture. Esclusi, camion, motocicli e altro.
Cos’altro evidenziare? Che le auto alimentate a gas (gpl, metano e ibride) sono 25.892 pari al 20,5%, le ibride sono 10.491 (8,3%) e le elettriche 1056 (0,84%).
Sommando questi numeri, e per farla breve, risulta che a Parma 3 auto su 4 sono in regola per le emissioni inquinanti. Significa che un’ampia maggioranza di cittadini, il 76%, è in regola e avrebbe il diritto di chiedere il rispetto delle normative a tutela dell’aria che tutti respiriamo.
Eppure è una maggioranza silenziosa, ad ora non rappresentata da nessuna forza politica. Le voci che si odono difendono con clamore il 7% di diesel euro 5. È un caso curioso di difesa delle minoranze che, di solito, non si verifica. Ma qui, signore e signori, parliamo di automobile – attenzione, non di diritto alla mobilità – ossia di un oggetto status a cui, volenti o nolenti, non si rinuncia.
E ancora una volta ce lo dicono i numeri. Ampliamo lo sguardo a tutta la provincia di Parma: le autovetture immatricolate nel parmense sono 307.990 a fronte di una popolazione di 458.924 residenti (minorenni inclusi). In pratica 2 macchine ogni 3 persone. Esclusi i minorenni la percentuale di autovetture per abitanti sale all’80%.
E ancora più impressionante è il rapporto sempre più stretto, tra persone e automobile, se guardiamo l’andamento degli ultimi dieci anni: la popolazione è cresciuta del 2,3% passando da 445mila a 458mila, con un +13mila. Le autovetture sono passate da 277.816 (dato 2015) a quasi 308mila l’anno scorso: + 30mila auto.

Come si può spiegare questa accoppiata che, estremizzando, significa 1 persona = 2 auto in più?
Intanto guardiamo ai dati della città, che è il traino dell’aumento della popolazione. In dieci anni i dati statistici (rilevati da Provincia e Istat) dicono che a Parma la crescita di residenti è di 11mila: da 190mila a 201mila. Parallelamente le auto in città sono cresciute “solo” di 13.500 unità.
Questo significa che il resto della provincia ha visto un aumento di 2mila abitanti e di 16.500 macchine. Come mai? È un dato che andrebbe indagato e che non si spiega solo con le flotte aziendali. Può voler dire che negli ultimi anni chi vive nei paesi moltiplica il numero di auto, arrivando ad una per ogni familiare?
Domanda aperta.
In tutto questo andamento un altro dato spicca all’osservazione: l’aumento… rallenta. Tra il 2015 e il 2020 erano state immatricolate 19.000 auto in più (di cui 9.000 in città) mentre tra il 2020 e il 2024 sono +11.000 (di cui 4.500 in città). Abbiamo raggiunto la saturazione o qualcosa sta cambiando nei comportamenti di mobilità? O nel reddito a disposizione delle persone?
Altre domande aperte.
Tornando agli euro 5. Si tratta di auto immatricolate tra 15 e 10 anni fa e in fisiologico progressivo calo. In dieci anni le auto diesel euro 5 in provincia di Parma sono diminuite di 12mila unità (di cui 7mila nella sola città).
La deroga per continuare a utilizzare veicoli inquinanti già esiste da un paio d’anni: è il programma Move-In. Una scatola nera misura il chilometraggio e per un utilizzo urbano, di piccoli spostamenti, è risultato adeguato per garantire la circolazione del mezzo fino al raggiungimento del plafond prestabilito (esempio: 8.000 km/anno per diesel euro 4).
Tabelle coi dati, scaricabili:
Francesco Dradi
L’assurdità è la quantità di jet privati che sorvolano le nostre teste e che inquinano significativamente ma non vengono mai citati. Se non erro, in Olanda sono stati vietati.
Riporto l’articolo :
“aeroporto di Amsterdam Schiphol è il principale aeroporto dei Paesi Bassi e uno dei più grandi d’Europa, e offre servizi per jet privati. Tuttavia, a partire dal 2025-2026, l’aeroporto smetterà di ospitare jet privati a causa delle loro elevate emissioni di CO2 e rumore. ”
Quindi, chi ha un’ auto ancora in perfette condizioni ma euro 5 dovrebbe svenderla ed avere tanti soldini per acquistarne una nuova mentre gli aerei continuano ad inquinare impunemente. Vi par giustificato?
Senza considerare il discorso aeroporto a Parma….