De Vanna proiettato sul 2027: cosa cambia per alleanze e delega alla sicurezza

Intervista al neosegretario cittadino del Partito Democratico

Era l’estate del 2005 e un ragazzo di 18 anni, neodiplomato e un po’ timido, arrivava a Parma dal meridione, provincia di Brindisi, per iscriversi alla facoltà di Giurisprudenza. Fu un anno difficile in una città nuova in cui non è facile inserirsi. Vent’anni dopo, quel ragazzo ha 38 anni ed è diventato uno degli uomini che può determinare il futuro di Parma.

Ok, detta così suona un po’ pomposa e retorica. Però la notizia c’è e anche quel filo di narrazione sull’ascensore sociale, pur con l’understatement del personaggio, che in questi vent’anni si è laureato, ha fatto dottorato e post-doc, è diventato avvocato, vinto concorsi. E, soprattutto, si è lanciato in politica riscuotendo una buona affermazione alle elezioni amministrative tre anni fa e, oggi, è diventato un esponente di punta del partito principale in città.

Francesco De Vanna, assessore comunale ai lavori pubblici e legalità, domenica scorsa è stato eletto segretario cittadino del Partito Democratico. L’ufficialità sarà ratificata a fine mese, ma questo è il risultato dei congressi dei circoli (400 votanti): De Vanna ha ottenuto il 71% dei voti e 30 delegati rispetto al 29% e 11 delegati dello sfidante, il consigliere comunale Manuel Marsico. Segretario cittadino uscente era Michele Vanolli.

Mentre segretario provinciale del Pd è stato confermato Nicola Bernardi (ex sindaco di Sissa Trecasali, oggi senza incarichi amministrativi) che con il 68% dei voti ha prevalso su Giovanni Musolino, assessore di Montechiarugolo.

Francesco De Vanna, segretario cittadino, con Nicola Bernardi, segretario provinciale del Partito Democratico

D: De Vanna, le chiedo subito della questione di incompatibilità interna al Pd, tra la carica di assessore e quella di segretario cittadino. Se ci sono delle regole, perché non rispettarle e chiedere deroghe?

R: «L’incompatibilità è prevista dallo statuto regionale ma non dallo statuto nazionale e neanche dallo statuto della federazione di Parma. Dunque la prima questione è capire qual è la regola e i criteri di interpretazione. In diritto prevarebbe l’ordinamento nazionale.

Ma il punto è che quando è emersa la possibilità della mia candidatura, ho cominciato a dialogare con i colleghi di giunta, con vari consiglieri comunali e segretari di circolo e ci siamo confrontati sulle questioni politiche, perché l’urgenza principale, avvertita da tanti, era quella di costruire un percorso unitario che consentisse di rafforzare il Pd e renderlo più coeso. In questo senso si è pensato che potesse essere più forte e riconoscibile la figura di un amministratore. Nessuno in questa fase caratterizzata davvero da tanti dialoghi e contatti, mi ha detto fermati, c’è lo statuto che te lo impedisce».

D: Immagino che, pur a fronte di un risultato così netto, la commissione elettorale del partito dovrà esprimersi.

R: «La commissione si attiva nel momento in cui qualcuno dovesse porre il problema. Io posso solo dire che c’è stato un appello a prendersi cura del partito e io non sono stato capace di sfilarmi; e questo appello veniva da più parti, anche da esponenti con cui non ero in dialogo da tempo. E, ribadisco, nessuno mi diceva di no, fermati non sei la figura adeguata. E quindi ho creduto di poter dare una mano. Adesso vedremo se sono davvero in grado di poter dare una mano».

D: Lei diventa un super assessore. Mi passi il paradosso: se fino a ieri il sindaco poteva ritirarle le deleghe, ora è lei che potrebbe far cadere il sindaco, ritirando l’appoggio del partito. La domanda è: si apre un rapporto nuovo tra lei e il sindaco Michele Guerra e all’interno della giunta?

R: «Un po’ il rapporto cambierà perché oltre a rappresentare la posizione dell’assessore De Vanna rappresenterò anche quella del partito. Ma devo dire che il sindaco Guerra ha sempre avuto grande considerazione del Pd, ne conosce la complessità e le varie anime che lo caratterizzano. Diciamo che da oggi in poi Michele potrà avere un interlocutore più diretto per parlare col Partito Democratico di Parma. 
E soprattutto penso che il sindaco conti su una stabilizzazione e su un rafforzamento del Pd, che darà stabilità e forza all’Amministrazione stessa. Quindi il punto vero non è un segretario sul piedistallo ma avere un segretario che consenta al sindaco di lavorare meglio in un percorso che ci conduca al 2027 in modo riconoscibile e chiaro».

D: Appunto, guardando avanti, tra due anni ci saranno le elezioni comunali e le elezioni politiche. Cominciamo dal Comune. Guerra sarà ricandidato sindaco?

R: «Spero e farò di tutto affinché Guerra possa ricandidarsi; stiamo facendo un lavoro davvero importante ed è giusto che possa proseguire, perché sono convinto che nel corso del tempo si vedrà ancora meglio l’esito delle scelte che abbiamo preso nei primi anni. Ovviamente sulla ricandidatura l’ultima parola spetta al sindaco».

D: Stiamo sul tema comunali 2027. Ritiene di continuare con l’attuale maggioranza o pensa di aprire a un campo largo, anche a forze che attualmente sono all’opposizione o non presenti in consiglio comunale?

R: «Ho detto più volte nei congressi dei circoli che il Pd, per quanto forte e solido, non può trincerarsi nella logica dell’autosufficienza che non funziona a livello nazionale e a maggior ragione non funziona in questa città. Quindi noi dobbiamo parlare con le altre forze politiche, penso al Movimento Cinque Stelle e penso ai Verdi-Avs in modo particolare. 
Dobbiamo cercare di allargare il perimetro della coalizione di centrosinistra, cercando di intercettare anche altre forze civiche di questa città che possano riconoscersi nel progetto politico del centrosinistra. Io credo che abbiamo margini di miglioramento purché non si facciano politicismi, non si faccia tattica, ma si ragioni attorno ad un progetto politico condiviso».

D: A proposito di liste civiche, pur essendo ancora presto, circolano rumors di un’intenzione del sindaco Guerra di avere una sola lista civica a supporto che unisca le forze (mentre nel 2022 c’erano Effetto Parma e la lista del sindaco che oggi è denominata Prospettive). Non teme che possa farvi più concorrenza?

R: «Questa coalizione è ampia e però ritengo che abbia nell’identità del Partito Democratico, un punto di forza inaggirabile e nel 2022 lo abbiamo visto in un ambito in cui le componenti civiche non erano pochissime (Ndr: il Pd ottenne il 24%). Quindi, non c’è un timore su una lista civica unica.

Detto questo io penso che il Pd debba presentarsi con una lista ancora più forte di quella del 2022, 
ancora più aperta alle migliori risorse della società che guardano a sinistra; credo però che siamo tutti consapevoli che il Pd da solo non raggiungerà il 50% e dunque bisogna che le forze civiche della coalizione, a partire da Prospettiva, facciano un lavoro importante per arrivare al 51%.

Ma credo che noi dobbiamo fare un lavoro diverso, come dicevo prima, sulle altre forze di centro sinistra, da Coraggiosa ai Verdi-Avs ad Azione sulla quale dovremo capire che tipo di collocazione sceglierà e però è un tentativo che faremo anche quello».

D: E quando partiranno questi ragionamenti con gli altri partiti e soggetti?

R: «Non escludo di fare presto qualche chiacchierata con gli esponenti quantomeno dei partiti nazionali, perché l’anno prossimo dovremo cominciare a lavorare a questa coalizione; è un lavoro che non possiamo fare negli ultimi tre mesi».

D: Sulle elezioni politiche invece una domanda più semplice. Lei sta sempre con la Schlein, come vede l’opportunità di tenere le primarie per scegliere i candidati al parlamento?

R: «Nicola Bernardi, rieletto segretario provinciale, ha scritto nelle sue linee programmatiche che farà di tutto per promuovere le “parlamentarie” o comunque delle consultazioni tra gli iscritti. Anch’io la penso così e credo che non potremo prescindere dall’ascoltare le indicazioni dei nostri circoli, dei nostri territori. Se ci fossero le primarie come nel 2013 sarei felice».

D: Venendo all’attività amministrativa, gira la voce che lei stia pensando di restituire la delega alla sicurezza. È così?

R: «La risposta è articolata. Mi è stata posta da diverse persone, durante queste settimane congressuali, 
la preoccupazione che la mole di lavoro, tra responsabilità amministrative e adesso anche la responsabilità politica sul partito, possa essere troppo gravosa. Innanzitutto dico “faremo”, perché nella gestione del partito punterò su una squadra plurale, molto aperta, con almeno una decina di persone che mi daranno una mano. E io sono assolutamente convinto che questo mi consentirà di fare bene il lavoro che c’è da fare. Poi ho aggiunto che, se con i colleghi di giunta e con il sindaco si riterrà di fare una valutazione anche sul carico amministrativo, 
non farò i salti mortali per trattenere delle deleghe, perché una rimodulazione può anche essere fisiologica, se il sindaco dovesse ritenerla utile. È chiaro che con il lavoro che è in corso sui cantieri PNRR, con le scadenze tra un anno, un passaggio in corsa adesso sarebbe molto delicato e anche complicato. Quindi ho detto: se vogliamo fare una valutazione sulla delega alla sicurezza, anche in questo caso, mi dispiacerebbe, ma non mi sottraggo, ecco».

D: Quali sono i tre momenti da ricordare per lei, in questa prima metà di mandato amministrativo?

R: «Direi i primi sei mesi di mandato, quando bisognava avviare il PNRR non tanto i cantieri, ma tutta l’operazione. Abbiamo fatto un lavoro amministrativo molto complesso: dai quadri economici sui mutui da contrarre, alle risorse da aggiungere, dato che era appena scoppiata la guerra tra Russia e Ucraina e c’era un rincaro dei prezzi. Il secondo momento importante è quando abbiamo cominciato a portare gli agenti di comunità nei quartieri e poi l’assunzione di 45 nuovi agenti di polizia locale che sono un innesto molto importante, come non si vedeva da anni a Parma e che forse non siamo riusciti a raccontare adeguatamente, come partito. Terza istantanea è la cittadinanza onoraria a Don Luigi Ciotti. È stato un 
momento di grande emozione accompagnato dal consolidamento di un messaggio forte di legalità e di impegno, anche per per gli ultimi. Perché Parma ha bisogno di coltivare in maniera forte uno sguardo diverso, alternativo, non convenzionale, verso chi è ai margini della città. 
Purtroppo c’è una platea di persone fragili e vulnerabili che spesso non guardiamo o che consideriamo soltanto come un problema sul piano della sicurezza. E don Ciotti ci ha ricordato che sono persone, prima di tutto, e che ciascuno di noi può scivolare ai margini repentinamente, per qualsiasi motivo». 


D: Tornando sulla sicurezza. Mi permetto una considerazione personale: io penso che sia un tema di sinistra ma che la sinistra non affronta e non comunica bene.

R: «La sicurezza è un tema di sinistra perché ne soffrono le persone più fragili o che abitano nei quartieri popolari, dove non ci si può permettere un sistema di allarme, la vigilanza privata o alla sera tardi di rientrare in taxi. In realtà è un problema di tutti. Ciò che cambia, rispetto alla destra, è il tipo di risposta che, per noi, non può eludere la radice sociale del problema. Oltre alla repressione e al controllo la sinistra deve mettere in campo prevenzione ed educazione, perché poi tanta parte del sentimento di insicurezza dei cittadini deriva semplicemente dal mancato rispetto delle regole di convivenza civile.

Peraltro ci sono più livelli di intervento: la repressione spetta soprattutto alle forze dello Stato mentre il Comune attraverso la polizia locale può fare una parte, non molto grande. Noi possiamo fare tanto dal punto di vista della prevenzione e sul piano della riqualificazione della città, per renderla più bella. Riqualificando diventa anche una città più sicura e più equa. Purtroppo sta crescendo un tema di iniquità, per le politiche nazionali e anche per quelle internazionali. 
Le città stanno diventando il laboratorio nel quale pensare e mettere punto delle politiche di contrasto a queste sperequazioni: chi ha di più, deve fare di più e anche farsi carico di un pezzo dei problemi che abbiamo tutti».

Francesco Dradi

2 commenti
  1. SteCon
    SteCon dice:

    intervista interessante e con buone domnande, tuttavia le risposte di De Vanna, specie sul (nuovo) ruolo di assessore e segretario cittadino del maggior partito di maggioranza in Consiglio Comunale sono, al solito, vaghe. Credo che la realtà è e, soprattutto, sarà differente e la ricandidatura di Guerra sia ancora tutta da definire, soprattutto non sono convinto che il PD, nel caso, lo appoggerà senza se e senza ma

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  2. attanasio mozzillo
    attanasio mozzillo dice:

    intervista positiva ed interessante che mettono ben in evidenza la qualità dell’intervistato e la sua visione politica.

    Rispondi

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