Qualcosa sta cambiando sotto l’ombra dei platani
Intervista a Enrico Ottolini (Europa Verde – AVS) verso il 2027
I 96 platani di via Spezia sono l’imprevisto che sblocca la situazione. Serviva un atto, un gesto concreto per avviare il dialogo tra Pd ed Europa Verde (AVS) verso le elezioni amministrative del 2027, dopo l’apertura del neo-segretario cittadino del Pd, Francesco De Vanna, che auspica un allargamento della maggioranza. Nella permanenza di visioni diverse è spuntata l’occasione inattesa di trovarsi sulla stessa linea per la salvaguardia dei platani: il ritiro della delibera sull’abbattimento del lungo filare di alberi è avvenuto senza bisogno di discuterne.
Abbiamo intervistato il consigliere comunale di Europa Verde-Verdi-Possibile, Enrico Ottolini. I segnali che registriamo sono ancora da decifrare, tra molte critiche e qualche apertura. E il balenare di un passo indietro.
Ottolini “nasce” come biologo con una grande passione per i corsi d’acqua e, da qualche anno, è impegnato come politico con buoni risultati per far risorgere i Verdi. Eletto in consiglio comunale tre anni fa, nel novembre scorso ha sfiorato l’elezione in Regione Emilia-Romagna nella lista AVS (Alleanza Verdi Sinistra) e da marzo è co-portavoce (cioè segretario) regionale di Europa Verde-Verdi.
Partiamo da qui, Ottolini. Che bilancio trarre dopo quattro mesi?
Io direi intanto che c’è tutta la consapevolezza che la mia elezione assieme a Sara Londrillo (i Verdi ripartiscono il ruolo di segretario tra due co-portavoce di genere diverso) è venuta a seguito di un vero congresso, dove si sono confrontate due idee diverse che in fondo sono le due anime che ci sono sempre state nei Verdi, quelle che i Grunen tedeschi chiamano “realos” e “fundis”.
Così all’impronta direi che da questo percorso lei è nei “realos”.
Esatto. Non lo si direbbe eh? Però sono convinto che queste due anime debbano convivere ed è giusto che ci siano tutte e due. Poi, alternativamente, una è maggioranza e l’altra è minoranza, però sono entrambe rappresentative dei Verdi. Un aspetto di rilievo è che abbiamo visto una crescente partecipazione dei giovani che, dopo le recenti amministrative, hanno assunto in alcuni comuni dei ruoli importanti per noi.
Penso a Rubiera con Nora Boccolini, 22 anni, che ha una delega ai giovani e Hiba Alif, studentessa di 20 anni nominata assessora a Ravenna. Sono entrambe giovanissime e possiamo dire che si comincia finalmente a notare una presenza e una partecipazione significativa dei giovani al nostro partito, che è in prima fila al contrasto della crisi climatica, tema che qualche anno fa vide grosse manifestazioni giovanili.
E in Regione come stanno andando le cose?
È una sfida interessante avere tre consiglieri in regione, eletti in AVS e ognuno esponente di un pezzo dell’alleanza: c’è Paolo Burani di Europa Verde, Simona Larghetti di Coalizione Civica di Bologna, e Paolo Trande che entrato come civico, del movimento Insieme a Sinistra ora si è iscritto in Sinistra Italiana. E naturalmente c’è l’assessore Giovanni Paglia, di Sinistra Italiana, in rappresentanza di Alleanza Verdi Sinistra.
Dopo una fase di rodaggio, stiamo cominciando a ingranare una collaborazione day by day con il gruppo consiliare che è eterogeneo e rappresenta tutti e, peraltro, avere un consigliere di Europa Verde è un valore aggiunto. I tre consiglieri sono molto attivi, affiatati e anche ben attrezzati. Dobbiamo imparare a dare più risonanza sui territori al lavoro che stiamo facendo a livello regionale.
In questo contesto com’è quindi il rapporto e la valutazione sull’operato del presidente De Pascale e della giunta nel suo complesso, dopo il primo semestre?

Stiamo ottenendo dei risultati in alcuni settori nostri in cui viene riconosciuta una nostra competenza, per esempio sta andando in porto la legge regionale sul clima. Però non stiamo ancora contaminando come vorremmo le politiche regionali nel loro complesso. Una prima verifica di questa nostra capacità di incidere sarà l’attuazione delle politiche per la gestione dei corsi d’acqua, dove abbiamo una visione diversa rispetto al presidente De Pascale; però confidiamo nell’impegno di entrambi a trovare un’intesa efficace, concreta, effettiva per intervenire sulla base delle conoscenze tecnico-scientifiche più innovative che vengono indicate dall’Unione Europea.
Parlando di corsi d’acqua ci si riferisce anche al tema alluvioni, giusto?
Esatto. Noi comprendiamo l’esasperazione dei cittadini, tuttavia la tabula rasa non è la soluzione per i corsi d’acqua. Gli approfondimenti e la normativa tecnica sviluppata dalla Regione negli ultimi decenni, le esperienze realizzate e la competenza acquisita da tanti tecnici, dimostrano che un fiume sano dal punto di vista ecologico è un fiume più sicuro. E poi vanno fatte distinzioni tra i fiumi romagnoli che scorrono in pianura, dove c’è effettivamente un conflitto molto forte, e i torrenti emiliani, più ampi e diversificati.
Nel rapporto con la Regione si avvantaggia dell’esperienza in consiglio comunale a Parma, tre anni di opposizione. Che valutazione dà dell’operato del sindaco Guerra e della sua giunta?
Direi che sono evidenti alcuni grandi bluff che ci hanno tenuto impegnati dalla campagna elettorale a questi primi tre anni di consigliatura: l’aeroporto e il Tardini. Di fatto nel momento in cui l’Amministrazione è voluta andare a vedere le carte, si sono rivelati progetti del tutto inconsistenti, come quello dell’ampliamento dell’aeroporto, o con molti più problemi di quelli che inizialmente erano taciuti, e lo vediamo con lo stadio… Direi che, al dunque, non rimane niente di una visione e progettualità di chi ha governato Parma nei decenni precedenti.
Peraltro non si vedono grandi trasformazioni nella città e gli obiettivi che secondo noi dovrebbero guidare il cambiamento, cioè la transizione ecologica, la neutralità carbonica verso una sostenibilità ambientale, non sono supportati da una volontà politica forte di raggiungerli davvero. C’è una totale mancanza di coraggio, ad esempio i risultati ottenuti nella transizione ecologica, penso alle fonti rinnovabili, sono state realizzati quasi esclusivamente dai privati con le loro risorse e progetti. L’Amministrazione Comunale al di là di fare eventi, assemblee e documenti di contratto climatico non ha di fatto posto in essere ad ora delle iniziative concrete, visibili e importanti di transizione ecologica.

Lei è critico anche su altri aspetti.
Ci vorrebbe più coraggio anche nell’affrontare gli errori del passato, penso alle tante strutture vuote che abbiamo e in particolare a quella forse più simbolica di tutte che è il ponte Nord sulla quale io avrei fatto almeno un’ipotesi di demolizione rispetto agli altri scenari. Comunque ne parleremo quando andrà deserto il bando per la manifestazione d’interesse.
Un’altra cosa che non le va giù è il centro sportivo all’ex Cral Bormioli.
Oltre al poco coraggio c’è poca coerenza, sembra che la giunta lavori per compartimenti stagni. Da una parte abbiamo le politiche della mobilità che dicono di ridurre l’uso delle auto e dall’altra parte a settembre apriremo l’ex Cral Bormioli senza una pista ciclabile, senza una fermata dell’autobus, senza marciapiede e con un parcheggio da 250 posti. Direi che è proprio l’emblema dell’incapacità del Comune di lavorare in modo coerente.
Con queste premesse come si fa allora a pensare di andare in coalizione con il centrosinistra alle prossime elezioni? L’assessore De Vanna ha fatto delle aperture, come le valuta?
Apprezziamo che vi sia un’apertura e un’interlocuzione con Europa Verde rispetto al futuro, però è chiaro che stiamo parlando del 2027, nel frattempo il mio ruolo non cambierà, sono stato eletto come candidato sindaco in alternativa a Guerra e credo sia corretto rimanere coerenti nello svolgere un ruolo di opposizione propositiva. Abbiamo sempre fatto proposte con una valenza di governo e continuerò a farle e non trincerarmi nel mio orticello verde. Sono proposte mirate che possono essere acquisite da una maggioranza di centrosinistra, in una regione storicamente di sinistra, che voglia intendere l’ecologismo non come un settore di un’amministrazione ma come un nuovo punto di vista per affrontare tutte le politiche locali.
Faccia un esempio.
Le mie proposte non sono quasi mai massimaliste. Ad esempio non è passata una mozione per non cementificare le aree verdi e un’altra per applicare un articolo del reglamento del verde sul censimento degli alberi di pregio. Mentre è stata accolta la proposta di istituire un’Area di Riequilibrio Ecologico nel torrente Parma. Un gran bel segnale, rispetto a quanto prevedeva il progettista del Pug, di stravolgimento del torrente, e sono certo che darà i suoi frutti in futuro.
Insomma, cosa deve accadere a Parma affinché ci sia un accordo politico che veda AVS integrarsi con l’attuale maggioranza di centrosinistra?

Ci sono passaggi da compiere. Io ho fatto la mia parte in una stagione importante dei Verdi, con il ritorno in consiglio comunale dopo 30 anni, il partito è cresciuto, si è affermato e poi il passaggio con Alleanza Verdi Sinistra che alle ultime regionali ci ha visto raggiungere l’8,2% in città, e come detto svolgo un’opposizione costruttiva per dare un peso da esterno alla maggioranza, che porti a una consapevolezza dei limiti entro i quali lo sviluppo di una città si deve realizzare. Ma il mio ruolo potrebbe fermarsi a questa fase. Di sicuro la crisi climatica e ambientale incombe e vi è la necessità di affrontarla con un’Amministrazione che abbia al suo interno una forza ecologista con un peso reale in una maggioranza di centrosinistra. Si vedrà come e con chi.
Un’ultima domanda sui platani di via Spezia. Per il momento è scongiurato il rischio che si abbattano 96 platani ed anzi c’è un impegno politico alla loro salvaguardia e, dalle ultime informazioni raccolte, sembra proprio che in autunno sarà presentato un progetto rivisto per la riqualificazione di via Spezia. Che sentimento prova oggi sapendo che è merito suo aver scovato in tempo utile, tra le carte del progetto, la previsione dell’abbattimento delle piante?
Mi sono messo un’oretta prima della riunione di commissione consiliare a guardare le carte e tra tanti elaborati mi è saltato all’occhio la tabella con l’abbattimento degli alberi. Il sentimento è di sentire un’enorme responsabilità sulle spalle, nel senso che se io per un qualche motivo non fossi stato in quella commissione, quell’attenzione sui platani non saltava fuori. È una cosa enorme, anche rispetto a procedure amministrative che sottovalutano gli effetti macroscopici sulla vita delle persone, non solo della tutela ambientale, come abbiamo visto dalla sollevazione popolare.
Quello che un po’ stempera la responsabilità e mi alleggerisce è la presenza delle associazioni che sono intervenute subito e stanno dialogando con le amministrazioni. . Mi piace il fatto che questo stop sia servito a creare lo spazio per una partecipazione diretta, perché è importante che la politica apra degli spazi alla partecipazione dei corpi intermedi che ragionano con finalità ampie di bene comune. Se no rischiamo di ritrovarci solo un comitatismo con vanghe e picconi.
C’è poi la questione del limite. Intendo dire che in tanti casi gli atti di questa Amministrazione per me superano i limiti di quanto è tollerabile per una politica che sia un minimo decente in termini ambientali. Quando ho segnalato il rischio di abbattimento dei platani mi sono detto che era un limite da non oltrepassare, se poi si vuole andare insieme in futuro. Ecco per la prima volta la maggioranza in modo compatto non ha oltrepassato il limite. Per la prima volta quello che per me era un limite invalicabile lo è diventato anche per l’Amministrazione, certo all’ultimo momento, all’ultimo secondo, però non è stato oltrepassato. È stato un segnale importante.
(dra.fra)
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