Per l’aeroporto servono, di nuovo, altri soldi
di Francesco Dradi
Sembrano essere giorni cruciali per il destino dell’Aeroporto Giuseppe Verdi. E, soprattutto, per la Sogeap, la società che lo gestisce dalla sua nascita, nel 1991.
Si parte dal fatto che sono stati “bruciati” altri 13 milioni di euro e, per proseguire, di euro ne occorrono altri 2 milioni, pronta cassa. Un’assemblea straordinaria degli azionisti Sogeap – convocata per lunedì 3 luglio in seconda convocazione, presso la sede dell’Unione Parmense degli Industriali – dovrà approvare le perdite di bilancio dell’ultimo triennio, coprendole con l’abbattimento del capitale sociale e subito dopo approvare un conseguente aumento di capitale per continuare a dare operatività.
Questa dolorosa operazione finanziaria è intrecciata a quella del nuovo masterplan di sviluppo dell’aeroporto che – annuncio facebook del sindaco Guerra – la Sogeap ha reso disponibile al Comune l’altro ieri.
Vediamo di spiegare gli elementi in ballo adesso.
Un salasso per gli azionisti
L’esercizio 2022 si è chiuso con una perdita stimata di 3 milioni 208mila 282 euro. Una perdita in linea con quella che è sempre stata la gestione del Verdi, con disavanzi che oscillano tra i 3 e i 3,5 milioni di euro / anno. Peraltro i due anni della pandemia covid hanno determinato un rosso ancora maggiore, 10 milioni €. Tanto che il presidente Guido Dalla Rosa Prati è costretto a proporre ai soci un ripianamento delle perdite complessive, pari a 13.263.162 euro.
Prima di tutto si utilizzerà un residuo di riserva legale (25mila €) e poi si procederà abbattendo il capitale sociale da 17.892 ad euro 4.681.906,42 con contestuale riduzione del valore nominale
delle azioni da euro 12 ad euro 3,14. Rimarrà in bilancio il mantenimento di una perdita di 26.481,42 euro.
A seguire l’assemblea dei soci sarà chiamata ad approvare un aumento di capitale di 2 milioni €, per riportarlo a 6,681 milioni, per garantire l’operatività per un biennio. Ci torniamo dopo.
Il salasso per gli azionisti è pesantissimo. E avviene a soli 4 anni di distanza dalla ricapitalizzazione che avrebbe dovuto essere decisiva. Nell’ottobre 2019 con il defilarsi del socio austriaco Meinl Bank (subentrato alla controllata Meinl Airport) fu l’Unione Parmense Industriali a sottoscrivere gli 8,5 milioni di aumento di capitale necessari per tenere in vita la Sogeap. Soldi “bruciati” come i giornali usano definire i cali di Borsa repentini, quando le cose vanno male.
Certo, c’è stata la pandemia che ha picchiato duro – il trasporto aereo mondiale è uno dei settori che ne ha risentito maggiormente, con cali di giro d’affari fino all’85% – tuttavia per il “Verdi” il nodo è stato il mancato avvio della trasformazione in aeroporto cargo, che secondo il piano strategico elaborato nel 2016 dai consulenti Kpmg era l’unica via d’uscita per rendere redditizio l’aeroporto.
La storia pregressa è ben raccontata in questo articolo dal giornalista Giacomo Romanini che ha fatto anche uno specifico approfondimento sull’austriaca Meinl Bank (qui) .
Il piano di sviluppo
Il piano di sviluppo orientato al trasporto cargo ha avuto una storia travagliata. Dopo una lunga fase di stallo, come noto, la virata è avvenuta nelle scorse elezioni comunali quando tutti i candidati sindaci, in almeno due occasioni, si espressero esplicitamente in modo contrario alla trasformazione in cargo dell’aeroporto. Certificando il successo delle battaglie ambientaliste.
Eletto sindaco, Michele Guerra, in effetti non ha mai mancato di ribadire la contrarietà al cargo – non ultimo qualche giorno fa, in un’intervista rilasciata al direttore della Gazzetta di Parma – e di chiedere una revisione dei piani alla Sogeap, finalizzata al solo trasporto passeggeri.
E fino al mese scorso l’Amministrazione Comunale era in attesa, come risposero gli assessori Borghi e Vernizzi ad un’interrogazione del consigliere Ottolini.
Prodromico per la trasformazione in aeroporto cargo è l’allungamento della pista di decollo e atterraggio. È qui che rimane l’ambiguità di fondo.
Stando ai si dice (spesso alimentati dalle frasi pronunciate a mezza bocca dall’assessore regionale ai trasporti Corsini) i vertici di Sogeap si sarebbero convinti ad abbandonare il cargo e puntare a sviluppare un progetto di aeroporto solo per “voli civili”.
Da qui la presentazione di un nuovo masterplan – elaborato da Sogeap ma fatto proprio, approvato e presentato da ENAC, in base alle normative – che però pare ugualmente contemplare un allungamento della pista, seppur ridotto, fino a 2.600 metri invece di 2.880 metri.
La nuova soluzione risparmierebbe l’interruzione di viale delle Esposizioni, “mangiandosi” la sola strada Parma Rotta. Se così fosse occorrerà comunque che il consiglio comunale si esprima, deliberando sulla sdemanializzazione della strada e, quindi, sulla conformità urbanistica.
Questo atto amministrativo è decisivo per consentire gli espropri dei terreni, per i quali ai proprietari sono arrivate le lettere di preavviso da Enac. In questo caso la procedura contempla che la conformità urbanistica “comporta dichiarazione di pubblica utilità e di indeferibilità e urgenza”.
Guarda il video dei luoghi interessati dall’ampliamento della pista aeroportuale.
Qui sotto una foto del punto di arrivo della nuova pista, secondo indiscrezioni.
Ma se l’aeroporto rimane solo per passeggeri è proprio necessario allungare la pista? Altra domanda: rimangono previsti nel piano di sviluppo gli hangar e nuovi piazzali?
Ricordiamo che a tal fine sono vincolati 12 milioni da fondi FSC, indirizzati da Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) e Regione Emilia-Romagna, per lo sviluppo aeroportuale. Va anche ricordato che il piano di sviluppo prevede un investimento complessivo di 20,8 milioni, con la rimanente somma a carico della società di gestione aeroportuale.
Postilla importante: affinché il finanziamento di 12 milioni sia erogato, non deve configurarsi come aiuto di Stato (e quindi non concedibile, per le norme UE) e il parametro dirimente è il traffico di passeggeri: non deve oltrepassare la soglia di 200mila unità, altrimenti significa che l’aeroporto non è in difficoltà.
Nel 2022 l’aeroporto Verdi ha fatto registrare una buona performance, la migliore degli ultimi cinque anni, con 115mila passeggeri (dati Enac).
E nonostante questo la perdita d’esercizio è stata di 3,2 milioni €.
Già ora , con il boom mondiale dei voli aerei post-pandemia, il Verdi potrebbe puntare decisamente a superare la soglia dei 200mila passeggeri, come nel quadriennio 2008-2011, riducendo notevolmente le perdite gestionali e puntando addirittura al pareggio di bilancio.
Tuttavia se lo facesse, non potrebbe fruire dei famosi 12 milioni €.
Pare un gatto che si morde la coda.
In ogni caso, pur stringendo, i tempi non si preannunciano brevi, per le decisioni sul masterplan. E c’è da scommettere che sarà argomento di ampia discussione in città.
E forse per questo, il cda di Sogeap, prudenzialmente chiede ai soci di metterci altri 2 milioni di euro, per coprire le spese di esercizio per due anni, il 2023 e il 2024, considerando nei fatti perso anche quest’anno ma puntando alla svolta e al rilancio nel 2024.
Chi sottoscriverà l’aumento?
La domanda finale è chi sottoscriverà questo aumento di capitale, che prevedibilmente vedrà una scadenza tra ottobre e fine anno.
Oggi i soci sono l’Unione Parmense Industriali che, direttamente e soprattutto tramite la Parma Aeroporto srl, controlla il 60% delle azioni; la Meinl Bank al 27,72%; il Comune di Parma 2,97%; la Camera di Commercio 2,97% e un’altra pletora di piccoli azionisti pubblici e privati.
Con la riduzione del valore della quota azionaria, da 12 a 3,14 € il Comune di Parma registrerà una perdita di capitale di 392.055 €, rimanendo con 138.945 € in portafoglio. Di fatto il pacchetto azionario si ridurrà ulteriormente in percentuale, essendo gli enti pubblici impossibilitati ad investire in società che registrino bilanci in perdita per tre esercizi consecutivi.
L’aumento di capitale dunque dovrà essere sottoscritto da soggetti privati. La cifra di 2 milioni è abbordabile per chi intenda investire nell’aeroporto, ed equivarrà ad un 30 % di quote azionarie. C’è poi da capire se gli austriaci usciranno definitivamente di scena.
Le possibilità allo stato vedono un maggior impegno della Confindustria parmigiana, oppure un’apertura a un altro soggetto che potrebbe essere una società aeroportuale (la SEA milanese? Il Marconi di Bologna ?) oppure, chissà, un amico americano.
In questo contesto, per dare appetibilità all’investimento, non sarà marginale – anzi – il nuovo Masterplan, con mini allungamento della pista aeroportuale. Un nuovo stop da parte del Comune potrebbe incidere fortemente. D’altro lato le associazioni ambientaliste, con i No Cargo in prima fila, sono pronte a dare battaglia per scongiurare l’ampliamento che, una volta concesso, potrebbe essere un cavallo di Troia per successive operazioni. Secondo i contrari, l’attuale lunghezza di pista (circa 2.200 m) è già sufficiente e adeguata per gli aerei passeggeri.
Nei giorni scorsi è andata in scena una manifestazione di protesta, sotto il municipio.
Quando sarà reso noto il nuovo masterplan ci torneremo sopra. Gli argomenti da sviscerare potrebbero riempire un libro: dalle fasce di rischio e sicurezza, all’ottemperenza delle prescrizioni della VIA (Valutazione d’impatto ambientale) per rumore, invarianza idraulica e inquinamento atmosferico. Novità potrebbero esserci anche sul punto di decollo e atterraggio (oggi avviene in direzione nord sud, in futuro potrebbe essere invertito, con effetti sul quartiere Crocetta).
C’è poi alle viste un aggiornamento del piano nazionale degli aeroporti, con ripartizione degli scali tra funzioni passeggeri e cargo. Il governo, nelle competenze dei ministri Giorgetti e Salvini, darà le linee di indirizzo.
Ci sarà una presentazione del progetto?
Quello che sembra necessario, nel rapporto tra istituzioni e cittadini, è una presentazione pubblica del progetto per il “Verdi” con annesso un percorso di partecipazione, alla stregua di quanto avvenuto per lo stadio Tardini nell’inverno scorso.
Proprio questo è mancato, negli anni scorsi. L’Amministrazione comunale di Parma non ha mai promosso nessun incontro di presentazione del masterplan né altre occasioni di confronto con la popolazione. Tranne una commissione consiliare con i vertici di Sogeap, aperta al pubblico, voluta dall’allora opposizione che ora è in maggioranza.
Non è mai troppo tardi.
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