Crisi Sogeap, aeroporto a un passo dalla chiusura
I canadesi di Centerline non hanno mantenuto fede agli impegni presi e ora l’aeroporto Verdi rischia la chiusura. La conferma arriva da una fonte qualificata.
Al momento del dunque, lunedì 16 giugno, all’assemblea dei soci Sogeap con al primo punto dell’ordine del giorno “ricapitalizzazione” , i canadesi di Centerline (79% delle quote) hanno tergiversato ancora, risultando di fatto indisponibili a sottoscrivere le nuove quote, dopo l’azzeramento del capitale (3,5 milioni euro) andato a coprire le perdite del 2024.
Due giorni dopo, preso atto della situazione, i consiglieri d’amministrazione espressione dell’Unione Parmense Industriali (20%) hanno rassegnato le loro dimissioni, divenute ufficiali il 24 giugno. L’addio è stato dato dallo storico presidente di Sogeap, Guido Dalla Rosa Prati, e da Matteo Ferrari (Ara Group) eletto giusto un anno fa in quota Upi.
Rimangono in carica Carlos Criado, amministratore delegato di Sogeap nonché vicepresidente di Centerline,William O’ Brien, ceo di Centerline, e Claudio Boccardo, manager di lungo corso nell’aviazione, negli ultimi tredici anni amministratore dell’aeroporto dell’isola d’Elba, new entry in cda lo scorso 5 maggio in quota Centerline.
L’uscita di Dalla Rosa Prati e Ferrari ha il sapore della mossa disperata, per mettere spalle al muro O’Brien e Criado e tentare il capovolgimento della situazione, riprendendo in mano Upi le quote e il futuro di Sogeap.
La situazione è precipitata nell’ultimo mese. Da quando Sogeap ha smesso di pagare i fornitori e questi ultimi hanno smesso di fornire i servizi, ad esempio la manutenzione di strumentazione e apparecchiature. È il caso della movimentazione bagagli, da inizio giugno effettuata tutta a mano dai dipendenti dello scalo di via Licinio Ferretti. Da precisare che finora i 24 addetti inquadrati in Sogeap hanno ricevuto regolarmente lo stipendio.
Tuttavia, voci non confermate, indicano una liquidità in cassa per arrivare solo a fine luglio.
In questo momento è praticamente impossibile trovare risposte ufficiali. Niente da Centerline Airport Partners Italia, appoggiata presso lo studio Pirola Associati. Niente dai rappresentanti Upi. Anche i sindacati lamentano il silenzio della proprietà.
Tuttavia, in base alle informazioni raccolte da Parma Parallela, sembra che il debito di Centerline verso Upi ammonti ad almeno 7 milioni di euro, il mancato versamento del sovrapprezzo concordato un anno fa e l’acquisizione del resto del capitale, deciso alla ricapitalizzazione lo scorso ottobre, pari a 2,7 milioni in azioni che di fatto sono rimaste in pegno ad Upi.
Ed ora sarebbero altri 3 / 5 milioni da iniettare in Sogeap per proseguire l’attività.
Sembra prendere corpo il timore, espresso da alcune voci fuori dal coro un anno fa, che Centerline fosse una società prestanome o, nella migliore delle ipotesi, un procacciatore di affari. Che non ha avuto successo.
Di fatto dopo i 2,5 milioni sborsati un anno fa per acquisire la maggioranza in Sogeap, Centerline non ha più finanziato l’aeroporto di Parma. E nemmeno ha prodotto un piano industriale né portato nuovi voli (da domani con l’avvio del volo bisettimanale per Olbia saranno quattro le destinazioni raggiungibili dal Verdi per l’estate: Chisinau, Cagliari, Palermo e appunto Olbia).
D’altronde un’inchiesta di Mi Manda Rai Tre lo scorso gennaio aveva svelato che la sede legale di Centerline era semplicemente un indirizzo presso uno studio legale di Vancouver (città del Canada occidentale).
Il cerino rimane in mano all’Unione Industriali che ha sempre gestito la partita aeroporto tramite il suo direttore, Cesare Azzali. Il conto tuttavia rischia di essere parecchio salato. E con conseguenza anche su Segea-Gazzetta di Parma. Già nota la vicenda del 2023, con gli 8 milioni, prelevati dal capitale Segea per essere spostati in Sogeap. Per sostenere la ricapitalizzazione dell’autunno sarebbero state in pegno le azioni Segea a Credit Agricole. E ora c’è da decidere se proseguire nel sostegno all’aeroporto oppure gettare la spugna.
Che equivarrebbe alla chiusura di Sogeap con riconsegna della concessione aeroportuale a Enac che, a quel punto, aprirà un bando per riassegnare lo scalo di Parma al miglior offerente. E c’è già chi paventa che sarà Bologna, ossia l’Aeroporto Marconi Bologna S.p.A. ad aggiudicarselo.
In questo scenario difficile, sempre per fine luglio sono attese le linee guida della Regione, promesse da De Pascale in campagna elettorale, per disegnare un sistema aeroportuale dell’Emilia-Romagna, sempre che non sia troppo tardi per Parma.
Queste le notizie degli ultimi giorni che riportano nuovamente a un passo dalla chiusura l’Aeroporto Verdi.
Speriamo di essere smentiti.
Riflessioni su quanto accaduto negli ultimi vent’anni sembrano quanto mai opportune, anche per attribuire le giuste responsabilità su un aeroporto mai decollato.
FD
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Ma perché sperate di essere smentiti, io spero piuttosto che chiuda definitivamente.
Mi dispiacerebbe solo per i dipendenti, ma del resto, che cosa ce ne facciamo di un aeroporto perennemente in perdita, costato soldi pubblici e privati, con quattro tratte striminzite e nemmeno un negozio o un ristorante mentre si attende il volo? Abbiamo i colossi Linate, Malpensa, Bergamo, Bologna…. Il grande errore è stato pensare che potesse funzionare. Basta fare un giro a vedere cosa hanno fatto a Bergamo, e poi confrontarlo con il nostro.