Imponente come nessuno si ricorda, negli ultimi anni. La manifestazione per la Palestina ha visto scendere nelle strade di Parma 15mila persone (fonte Cgil). Una fiumana di gente che semplicemente non sopporta più di assistere inerme allo sterminio di un popolo, quello palestinese e di Gaza nello specifico, da parte del governo di Israele nell’ignavia, o nella connivenza, delle potenze mondiali.
Dunque sciopero generale e il tentativo, riuscito, di bloccare almeno mezz’ora la tangenziale , dopo aver attraversato in corteo il centro città. Nessun comizio finale, che in fondo non c’è più bisogno di parole, è sufficiente gridare “Palestina libera” ed è già detto tutto, è l’appello che da Parma si unisce alle altre città italiane (si stimano 2 milioni di persone a manifestare), ed europee, affinché anche il nostro governo faccia la sua parte per fermare Israele.
In strada si riversa il popolo, al di là delle bandiere di partito, e pur con i distinguo, con i due cortei (quello Cgil e quello Usb) che partono separati per ritrovarsi in piazza. Tutto questo per la stragrande maggioranza dei partecipanti ha poca importanza. Ci sono gli oltranzisti e i riformisti, i barricaderi e gli istituzionali… con le contraddizioni e però anche l’infinita passione di chi sta dalla parte dei deboli, degli oppressi e a Gaza si è superata ogni misura, se anche l’Onu ha certificato che si sta perpretando un genocidio.
Si sta sulla rotta della Global Sumud Flotilla: azione umanitaria e nonviolenta. Il serpentone del corteo dopo il percorso classico via D’Azeglio, via Mazzini e piazza Garibaldi, si snoda da via Repubblica in viale Tanara, Fratti e poi in San Leonardo per invadere la tangenziale nord e tornare in città lungo via Europa. Si blocca il traffico, questo causa disagi, certo, come in ogni sciopero. Ma tutto è pacifico, si coglie il senso più grande della Storia.
E come suona stonato e irridente lo sberleffo della premier sul weekend lungo e la rivoluzione. Nessuno casca nella provocazione. Là a Gaza muoiono di fame, dove stanno gli aiuti alimentari che possono arrivare in un giorno? E allora, pur parzialissimo, l’obiettivo primario della Flotilla è paradossalmente raggiunto. Con l’esercito israeliano impegnato ad intercettare le barche e arrestare gli attivisti, i pescatori gazawi dopo due anni hanno potuto finalmente gettare le reti e approvvigionarsi di pesce, cibo fresco almeno per un giorno.
Questo si dice e si racconta in corteo, mentre lo sgomento quotidiano interiore per i palestinesi per qualche ora lascia facce distese per vedersi e ritrovarsi in tantǝ, ma proprio in tantǝ.
Qui una galleria fotografica con scatti dalla community di Parma Parallela (cliccare per ingrandire, visualizzazione ottimale su desktop).
Altre foto e video sono nella pagina Instagram dove trovate un reel con interventi di Lisa Gattini (Cgil), Andrea Bui (Usb – PaP) e sindaco di Parma, Michele Guerra.
(dra.fra)